83a quanta fona per costringerlo ad uhhidi-re, lo mostrò ben tosto l’cflèlto. Impc-rocche non potendo il santo più a lungo resistervi, vi si assoggettò finalmente a' 5 settembre, dice il Novaes. Ne’quali o-noievoli e dolci contrasti s’impiegarono 4 mesi circa. Il clero recossi a fargli omag-gio a’i8 settembre 1433. Lungo sarebbe il dire le somme virtù, i portenti meravigliosi, la celeste prudenza, di cui fu impreziosito il suo pastorale ministero, di cui distesamente parlarono gli scrittori di sua vita, che poi noterò, siccome modello de’ vescovi. Censi va ricordato il sinodo diocesano da lui radunato, appena assunto il governo di sua chiesa, in cui molte cose circa l’ecclesiastica disciplina stabilì, e particolarmente le promozioni de’tito-lati delle chiese; il diritto di convenire eoo patti sulla mercede de’funerali e della sepoltura de’morti, in luogo delle decime, su cui altre novità erano state in-trodotte. Regolò altresì l’elezioni de’pie-vani e molti altri punti rilevantissimi. Fece pure saggi regolamenti, di cui poi ottenne la pontificia sanzione, sul ministero corale della cattedrale, sulla fondazione del seminario per 1’ educazione de’ chierici, sulle promozioni e istituzioni de’ titolati per le varie chiese, esu altri punti di disciplina ecclesiastica. In vigore de’ quali regolamenti stabili vasi, che i canonici della cattedrale dovessero osservare la legge della residenza, e per facilitarne l’osservanza concedevano loro alcuni accrescimenti nelle rendile; che al capitolo de’canonici fossero aggiunti 6 sotto canonici, per servire alle sagre ufliziuture, 3 nell’uflizio di diaconi e 3 di suddiaconi; che i canonici non avessero a conseguire e tenere uel medesimo tempo verun altro beneficio, legato ad obbligo di residenza, come cure parrocchiali o canonicati nella basilica di s. Marco; che i vescovi di Castello fossero obbligati ad assistere personalmente in cattedrale alla messa solenne in ogni domenica e in tutte le festività della D. Vergine e de’si. A- postoli; che fosse fondato ud collegio din chierici poveri, con due maestri per educarli nella grammatica e nel canto ecclesiastico; che l’elezione de’canonici,de’s<>l. to canonici, de’chierici e de’ maestri appartenga, per questa i.‘volta, all'attuale vescovo Lorenzo II, ed in seguito al capitolo stesso, il quale per altro sia in obbligo poi di presentare al vescovo il candidato per ottenere la dovuta conferma; che al mantenimento sì de’chierici, che de’iuaestri, sieno stabilite le rendite del pievanato dis. Gio. Elemosinano di Rialto e de’3 primi titoli presbiterali, che in tal chiesa fossero rimasti vacanti, e leren dite altresì del distrutto monastero di t Marco in Boccalama, e della chiesa di s. Giacomo di Rialto, le quali complessivamente formavano un annuo introito di circa go ducati d’oro. Eugenio IV tutto confermò colla bolla Injuncluni nobit, de’ 29 dicembre]44'> presso il Cappelletti, il quale riporta pure la bolla Ut igihir, de’ 1 o ottobre 1443 > colla quale nitido l’esecuzione dell’altra a’vescovi di l’adova e di Treviso. Esibisce ancora le note che il s. vescovo nel i45i registrò di suo pugno nel Catasticodel Vescovato, che tanno fede della sua paterna sollecitudine e cura per le rendite della sede di Castri- lo. Ma ormai siamo giunti ad uu epoca d’incremento di decoro e di lustro pei la ». Chiesa di Venezia, l’istituzione del tuo patriarcato. Patriarchi di Fcntzia. 4. Nel i45i essendo morto Domenico VI Michel patriarca 62.”di Grado, la povertà di sua mensa non comportava più oltre il mantenimento d'un uuovopatriarca, ed il suo pastore non poteva mai o quasi mai recarsi in Grado a sedei* nella sua cattedra, essendo costretto a ili raorare costantemente nell’altrui diocesi, cioè in quella di Castello, ove sulle io parrocchie che possedeva in Venezia esercitava la sua giui isdiùouc, ed anche que-