45o . qui pubblicata ila! eli. Samuele Rumami) professore privalo di storia, letlera-lura ec. Laonde non posso più giovarmi, nella rifusione e ingrandimento cìi qucst’articolo, della sua continuazione in corso di stampa, perchè i 4 tomi che devono compierla restano a pubblicarsi, e perciò sarò quindi di conseguenza più breve. All’ottimo storico io mi protesto penetrato di verace ossequio e ammirazione, gratissimo pel grande e notabilissimo vantaggio che ho ricavato dalla sua preziosa opera documentata. Questo assennato lavoro critico, prodotto di lunghi e severi studi, fa assai onore a Venezia, alla cui storia nulla lascia a desiderare. E' pure pieno di dottrina e di erudizione, meritevole insomma non solo di leggersi per diletto e istruzione, ma di studiarsi a motivo dell’abbondante utilità che si può trarne, anche per la storia d’Italia, e perciò profittai più del protestato poco dopo il principio di questo §, appunto per essere e benissimo descritta e per compenetrarsi colla veneta. Inoltre nella medesima opera si contengono pie-gievolissimi brani della storia d’altri stati d’Europa, anzi ancora molti di quelle nazioni delle altre parti del inondo delle quali è congiunta la storia co’fasti veneziani, precipuamente per le relazioni interessantissime che ne fecero i loro ambasciatori. 11 sapere e la nobiltà dell’animo del prof. Romania, mi è pegno sicurissimo ch’egli vorrà condonare, se oso fare alcune riserve, non senza rammarico e per dura necessità, perchè grandemente amerei in tutto andare d’accordo, senza alcun dissenso. Dico dunque, non posso aderire quanto ad alcune proposizioni e opinioni, specialmente pregiudizievoli ad alcuni Papi, non meno che riguardanti la loro Sovranità [V.) temporale, come di fatto talvolta francamente dimostrai nel rettificarle o modificarle; poiché di quando in quando l’illustre storico qualifica pretensioni i diritti antichissimi del principato civiledella s. Se- cìc Apostolica (F.) sopra diverti a,li dicendo persino usurpazione il , fatto da Giulio li dì Panna (f/)i Piacenza {F.). Egualmente neppure«» vengo a diverse preterizioni intrimed, riguardanti i medesimi Papi. Cose t«Ue che accenno genericamente, altrimenti richiederebbero digressioni per chiarirle,in compatibili coll’ampiezza di quetto arilo 10 divenuto prolisso più dell'ordinario, il che però ritengo non necessario per m poiché ponno servire ad hoc i tanti artic« 11 relati vi che in questa mia opera ho seni to, provandolo coll’evidenza de’fatti tua. simamente sulla suprema autorità e gin risdizione ecclesiastica de’Sommi Pon fici Romani, alquanto più volle attacca ta, secondo il vezzo di molti scrittori ve neziani, in ciò seguendo lo spirito die dominando il governo repubblicano la o-steggiò e volle esercitare egli stesso, lasciandone documenti, male esempio -guito da altri stati. Imbevuti de’quali principii, coll’ appoggio di (ali testimonianze, non è da meravigliare se rispettabili scrittori veneti propugnarono l’operato dalla repubblica, fecero l'apoteosi di fr. Paolo Sarpi e depressero la fama di Paolo V Borghese. A seconda del lo spirito da cui è informata la miaope-ra, questa era per me una dichiarazione indispensabile, anche per supplire a In > ghi che lasciai procedere senza rilievi di cui abbisognavano, per non comparire censore, uflizio non proporzionato all< mie forze e ripugnante al mio animo 1 questo genialissimo articolo.—Nel' Clemente Vili inviò suo nunzio a Yen. zia Offredo Olfiedi vescovo di Moliti1-1 già maestro di camera di Gregorio XIN Narra il Muratori, che sul fine deli5oS capitò io Venezia un uomo che si sp-1-ciava per Sebastiano re di Por■.•<-■■■■ peritonei 1578 in Africa nella giieni • tro i turchi: lo somigliava e auditor te sapeva ben rappresentare il pei«'1 gio, facendosi conoscere persino i‘1"1 de’maneggi tenuti col senato ver'-'10