seguitarono i mantovani, sequestrando in Venezia i loro averi e persone. Il Piccinino già avea portato il terrore anche nel Bresciano e in altri luoghi, e benché sconfitto a Rovaio da Gattamelata avea assediato Brescia; nè meglio andavano le cose sul Po. 11 perchè Gallamelata si era ritirato nel Veronese, e fu opera degua di sì celebre capitano, pel modo strategico come l’eseguì, salvando 1’ esercito. L’assedio di Brescia fu memorabile pel valore e costanza de’suoi difensori, comandati dal celebre Francesco Barbaro illustre per valore e sapere, e del prode Cristoforo Donato, non che per la fedeltà e 1’ amore de’ cittadini al veneziano governo. Venezia a salvare sì importante città, rinnovò la lega co’fiorentini, riprese al soldo lo Sforza e ordinò al Gatta melata di soccorrerla, ma dopo sostenuta fiera pugna col Piccinino gli convenne retroceder e a Padova, con non poca sua lode. Nondimeno con indicibili sforzi pervennero i veneziani, con impresa meravigliosa di condurre una flottiglia al lago di Garda pe’monti a mezzo di 2000 bovi, a mandare provigioni a Brescia , ma con poco sollievo per a-verlo impedito il valoroso Piccinino. Questi passò quindi a occupare Lonigo e altri luoghi del Vicentino, ed a correre il Veronese, finché alla fine di giugno i/pg arrivato lo Sforza, in segno di comune accordo gli si affidarono i vessilli di Venezia, Firenze e Genova; indeciso però il Papa a qual parte inclinare. Lo Sforza unitosi all’esercito di Gattamelata, in pochi giorni ricupeiòil Vicentino, onde il Piccinino si ritirò in buon ordine. La repubblica a incoraggiar lo Sforza gli fece larghe promesse, offrendogli Mantova, e se passasse l’Adda il ducato di Milano. La flotta del lago però fu sorpresa escon-fitla dal Piccinino ; indi a’ 9 novembre dopo fierissimo combattimento riuscì al- lo Sforza liberare i bresciani dalle loro infelici condizioni. Ma l’ardito Piccinino corse a scalare Verona, e quasi se n’era 20.5 impadronito quando Io Sforza giunse a ricuperarla, onde fu ascritto alla nobiltà veneta. Nell44° il Visconti per allontanar lo Sforza dalla Lombardia , mandò il Piccinino in Romagna e Toscana, per le cui conquiste i fiorentini senza effetto pregarono i veneziani a mandargli loSfor-za che faceva progressi in Lombardia, liberando finalmente Brescia da 3 anni d’assedio e di patimenti indicibili, mediante la segnalata vittoria de’ 3 luglio. Il Gattamelata avea compitola sua gloriosa militare carriera, poiché infermatosi per colpo d’apoplessia, e ritiratosi a Padova vi morì poi neli443, nella cui pubblica piazza il senato gii eresse la statua equestre di bronzo ancora esistente: ne parlai in quell’articolo, ed in questo nel § X, n. 19 (11 eh. suo concittadino marchese Giovanni Eroli, nel t. 7, p. 14-1 dell’Album di Roma, ne pubblicò il ritratto con sua bella biografia, celebrandone le militari imprese. Lo dice morto a’16 gennaio 14-41 j che riconobbe il valore da Dio, onde non superbì, e che il suo prode alunno Gentile Leonessa e il figlio Antonio in Padova gl’in-nalzarono la statua equestre di bronzo, opera stupenda di Donatello, dove nella ba'-e sono ritratte a bassorilievo le sue gesta più degne da ricordare). Magnifico è l’epitaffio fatto in sua lode da Francesco Barbaro sullodato. Dopo il ritiro di quel prode, ebbe Sforza solo il comando supremo delle genti veneziane, colle quali ricuperò le terre lombarde. N6II441 l01’" nò la vittoria a favorire il Piccinino, ma per le sue alte esigenze, irritatosi il duca si rivolse allo Sforza per la pace, che conclusa a Cavriana nel Mantovano, fu pubblicata a’20 novembre, dopo aver egli sposata Bianca figlia naturale del duca, con Cremona e Pontremoli per dote, che tante volle gli avea promesso e poi negato. Dal Visconti si restituì al Papa Bologna e Imola, e si riconobbe 1’indipendenza di Genova. Venezia celebrò la pace con rendimenti di grazie a Dio, e il