83o tiesse possesso a’22 novembre 138o. lotto tenne il sinodo diocesano, da’ frammenti del quale rilevasi la costituzione,clic vieta di celebrare due messe in uu giorno a chiunque, e quella clic condanna alle carceri il chierico e la monaca incestuosi. Governò poco più d’un decennio la chiesa castellana, poi (u trasferito al patriarcato di Costantinopoli , nel qual tempo ebbe in commenda il vescovato di Calcide e anche la sede arcivescovile di Corone, nel i4o5 fu creato cardinale e nel seguente Papa col nome di Gregorio All, laonde molto ne ragionai, anche in quest’articolo nel § XIX alla sua memorabile epoca di scisma e di turbolenze.— Trasferito appena il Correr al detto pa-triarcatn,nel 13go i canonicidiCastello domandarono per 46.” pastore il veneto Giovanni V Loredan, primicerio di s. Marco, e P ottennero per pochi mesi, poiché a 21 novembre fu traslocato alla sede di Capodistria. Intanto per Venezia fu destinato amministratore il Cardinal Cosi-taoMigliorati(di Sulmona, e poi nel 14o4 Papa Innocenzo VII), il quale ebbe a suo vicario Antonio de’Belanciui pievano di s. Toma, oforse fu amministratore nella vacanza della sede dell’uno o dell’ altro de’due vescovi successori del Lore-dan.—Nel 13g 1 da Modone passò a questa sede il veneto Francesco IFalier 4.7.° vescovo, e vi giunse a’ 3 luglio, morendo poi a’27 marzo 1392.— Un mese dopo, a’29 aprile, 4S.0 vescovo fu eletto Leo nardo Delfino veneziano, già canonico cantore di Modone, e successivamente destinato al vescovnto di Jesolo, quindi nel i385 vescovo d’Eraclea e nel 1387 arcivescovo di Creta. Convocò uel maggio 13<)f) il sinodo diocesano, di cui se ne sa Solo la notizia. Per la coronazione del doge Steno, pronunziò orazione gratulatoria , e dal medesimo fu tosto invitato a ricevere col consueto ceremoniale l’investitura del vescovato. Ma siccome erano passali g anni senza essersi mai soggettato a lai cereuiouia, e continuando a ricu- sarsi, il doge e il senato ottennero la tua l'emozione da Bonifacio IX, il quale a’q giugno 1401 lo trasferì al titolo di patriarca d’Alessandi ia, finché uel 14<>8 fu ritta-bilito nell’arcivescovato di Creta o Can dia, sino allora avendo dimorato iu Venezia, probabilmente nella casa paterna.— À’27 luglio 1401 Bonifacio IX. a istanza del doge e del senato, dichiarò 4g-° vescovo pall io Francesco IJ Bau- lo , e perchè non si rinnovasse I’ abuio del suo antecessore, il doge non tarilo a dargli la temporale investitura del vedovato, la formalità rilevandosi dal seguente documeuto.» 14o 1 14 septembris. In-dictione X. Reverendus Pater Dominut Franciscus Bembo, Dei et apostolicaeSe-disgrafiaEpiscopus Castellami« persona-liter ad ecclesiam s. Marci se contulil, et fuit in missis cimi illustrissimo Domino Domino Michoele Steno Dei grafia indilo Duce Venetiarum etc. et completo Creili in unum Deuin accessit idem d. Episcoput cuin venerabile viro Joanne Lauretano primicerio, et aliquibus ex capelloni» di-ctaeecclesiaeseu capellaes. Marci adattare s. Marci,et ibi stante genuflexodictod. Episcopo, idem d. primicerius, dixit ali-qua veiba quae in ellectu fuerunt, et ipte primicerius nomine et prò parte praefa-ti d. Ducis acceptabat ipsum d. Epuco-pum ad episcopatum Ca>tellauuiii, et deinde cantato Te Dcuni laudantip*f ipsos d. Episcopum, primicerium et «a pellanos, et dieta Giallone Spirilu» Sancii per primicerium suprascripturn, ideimi. Episcopum cuoi pracdiclis primiceriotl capellanis accessit ad praesentiam pr»c-fati d. Ducis , qui curn uno annido liga-to cum una cordula rubra serici, prae-sentibus ex nobilibus Venetiarum in numero copioso, investivit ipsum d. Episco pum de bonis temporalibus existentihut in ducatu Venetiarum pi aefato Episcopo et episcopatui suo spedanti bus et per-tiuentibus,prout est ili similibus fieri eoo-suetum, quibus sic solemniter peractis aJ fiucui missae processuiu est ”. Il largo*