rido dogado. Allora i veneziani solcavano i mari con 3oo navi, 45 galere, e 3,ooo bastimenti di varia portata, montati da 36,ooo marinari; 16,000 artisti erano in continuo esercizio per le costruzioni navali; la popolazione di Venezia ascendeva a 190,000 individui. I capitali in giro pressoi negozianti montavano a dieci milioni di ducati d’oro, sui quali guadagnavano ogni anno quattro milioni ; il censo delle case nella capitale era fissalo a sette milioni di ducati ; il Monte dello Stato era ricco di sei milioni ; i pubblici granai serbavuuo costantemente in deposito 346,000 staia di frumento; e ciò ch’è veramente ammirabile il debito pubblico non eccedeva quattro milioni. Per dare un’ idea del patrio carattere di questo doge, e della forza morale del governo in que’ tempi, basta d fatto seguente. ” Nell’ anno >4'9 Ul* incendio avea rovinata parte della chiesa di s. Marco e del ducale palazzo. Dovevasi discutere in senato delle misure da prendersi pel la restaurazione ; e una legge vietava, sotto pena di mille ducati d’oro, il proporre di demolire il palazzo antico, per farlo nuovo più sontuoso e magnifico. Concepito dal Mocenigo il pensiero d’ un progetto di riedificazione dell’ edifizio, andò in senato il dì 22 settembre i422 colla somma occorre-vole; e quando, all’ esordio del suo discorso, il magistrato cui spettava vegliare per 1’ osservanza delle leggi, intimò il veto, il doge pagò la multa, e proseguì a perorare con sì forti argomenti, che persuase il consesso a risolvere conformemente alla sua proposta; in conseguenza di che nel 14-24 81 costruirono le 12 arcale del suddetto palazzo che sorgono sulla Piazzetta, e che vanno a congiungersi colla maggior porla delta della Carta; quando per l’innanzi l’edifizio non presentava da questo lato cbe le 6 prime arcate, contando dall’angolo che guarda il molo. Il doge Mocenigo lodato dal cav. Mulinelli per vii tu e bontà, propen- •91 so alla pace e assai esperto nelle commerciali imprese, amato dal popolo e in pregio sommo tenuto, dimostrandola pure colla frequenzae sontuosità degli spettacoli e tornei che descrive, giunto all’età d’8o anni, assai benemerito della repubblica, venne a morte a’ 4 aprile i423e fu sepolto in ss. Gio. e Paolo, in monumento nobilissimo e ricco per istatue e intagli, sovrastato da marmoreo padiglione. Nell’interregno le principali riforme fatte nella Promissione ducale furono : Che il doge dovesse chiamare ogni mese i giudici di palazzo, pel disbrigo delle cause e di fare imparziale giustizia senz’alcun rispetto di persona; che fosse tenuto fare gl’imprestiti per tutto quanto possedesse nel ducato e fuori, esenti solo 20,000 ducati d’argenterie; che lo scudo di s. Marco nè alcun altro oggello coll’immagine del Santo non fosse più portalo rovescio alla morte del doge; e per la dignità dello stato, che il doge avesse un bavero di fine pelli da portarsi nel-1’ occasioni solenni, e i suoi servi dovessero avere due vestili nuovi l’anno. Ad istanza di Francesco Foscari, fu abolito affatto l’arengo o assemblea popolare per la conferma del doge, e che i partiti vinti nel maggior consiglio avessero quin-d’innanzi a tenersi validi come se approvati fossero dal popolo. ig. Francesco Foscari LXF doge. Radunati i quarantuno cominciarono le solite forme di ballottazione, essendo concorrenti alcuni de’ lodali dal defunto e il Foscari da lui escluso, ed era il più giovine de’4i elettori. Il Badoer parli-giano del Foscari, escluse Pietro Lore-dano per la giovanile età e per averne bisogno l’armata, il quale volendosi giustificare fece peggio. Molto parlò contro il Foscari ser Pietro Orio, massime per esser nem ico della pace, e doversi ricordare le parole del doge Mocenigo. Si alzò a difenderlo Bulgaro Vetturi. La ballottazione si protrasse dal 10 al 15 aprile 1423, quando finalmente in quest’ul-