cace rimedio, nel 1^29 si ridusse 1’ aggiunta a 15 individui eletti dal Pregadi o senato, e approvati dal maggior consiglio ; nel i582 si fece cessare col rifiuto de’voti nell’elezione, e cadde affatto nel i583. 11 consiglio de’Dieci, non già per le sue crudeltà, ma per la sua potenza facendo ombra a buon numero di nobili, mal volentieri tollerandone il freno, nel 1629 e nel 1761 gli sollevarono contro tanta tempesta, che per poco non ne rimase del tutto abbattuto. Accusato con tutta la veemenza dell’odio, si sindacarono tutte le sue scritture, e ne fu risultato il trionfo del consiglio, uscendo incolume di tanto pericolo, riconfermandone l’autorità il maggior consiglio nel i 762. Riassumendo adunque le parti di cui era specialmente incaricato il consiglio de’Dieci, si trova che dovea regolare la sicurezza e prosperità dello stato, la tutela del cittadino e il buon costume, in base delle leggi per la sicurezza e prosperità dello slato, delle leggi per la tutela de’ cittadini, delle leggi del buon costume, le quali ultime comprendevano le chiese e i monasteri. Il veridico storico dopo esposta la giustizia del consiglio de’Dieci,la coscienza che metteva ne’ suoi procedimenti, la pietà e religione con cui esprimeva i suoi decreti, e perciò non poteva essere il tribunale di fatti esecrandi come alcuno lo calunniò, passa ad esaminare quali fossero i castighi e le pene che infliggeva; rammentando, che a que’tempi la condanna era nello stretto senso della parola una punizione, una vendetta quasi della legge sul colpevole. Tali pene de’ decemviri erano: l’arn-mende pecuniarie unite alla punizione corporale; il bando, il quale veniva proclamato con facoltà di uccidere il colpevole che si fosse lasciato trovar fuori del suo confinamento; il carcere a tempo o in vita; la galera; la mutilazione di qualche membro, lo strappamento degli occhi o della lingua ec. ; la morte o in pubblico 0 segreta, piò 0 meno truce. La pubblica consisteva nella decapitazione o con appendere il reo alle finestre del palazzo o fra le due colonne della Piazzetta; tal volta,ne’più orrendi delitti, il reo veniva condotto con infamia lungo il Canal grande, frustato e arrotato. La segreta sempre si eseguiva eziandio in conseguenza di regolare processo e solo ad oggetto o di sottrarre dall’ ignominia qualche illustre casato , o per non dar troppo nell'occhio al popolo. Che anco talvolta per la stessa ragione si annegassero, è vero: l’ultimo annegato fu un ve-triere di Murano nel secolo scorso; però accrebbe il numero l’atterrita immaginazione. Dal Necrologio conservato nella chiesa di s. Marco, dall551 al 1604 se ne contano 2o3. Il maggior numero dei’ quali appartengono agli ultimi tempi pericolosissimi per la repubblica. Di quelli che morivano naturalmente o venivano strozzati nel carcere, si rilasciava talvolta anche un attestato, premessa sempre una particolare licenza degl’inquisitori di stato. Parlando delle carceri, che in principio erano nel palazzo ducale superiori e inferiori, e dette Piombi e Pozzi, rileva il prof. Romanin, ches’erano orride, non certo quanto quelle d’altri paesi (come nel descriverle notai anch’io nel § 11, n. 2), che non pensando al proprio passato, cercano solo in Venezia le atrocità! Gli stessi capi de’Dieci le visitavano ogni mese; i prigioni uscivano ne* corridoi a pochi per volta, mentrei custodi facevano la quotidiana visita; se malati, venivano traslocati nell’infermei'ia; ordinariamente non portavano catene; fu pensato assai per tempo a separare i carcerati per debiti, da’Iadri e dagli omicidi : furono perfino istituiti gli avvocati de’carcerati coll’obbligo di visitarli nelle loro prigioni, ascoltarne le lagnanze, perorarne la causa. 1 cos'i detti Pozzi, dopo la costruzione delle nuove carceri dall’altra parte del canale (che descrissi nel § XII, 11. 2), e il trasporlo colà fatto di tutti i carcerati del palazzo ducale, furo-