p« col nome di Carlo VII. In questo „eoo, il doge Pisani, dopo che la forum gli avea fatto provare il conforto di lulle le grandezze, lo rese eziandio segno i dure vicissitudini, tratto tratto privandolo il’alctino de’più cari e stretti parenti. Egli però, da vero cristiano, innal-tindo gli occhi al cielo, si rassegnava alla di »ina volontà, la quale improvvisa-nenie il congiunse a quelli a’i3 giugno dello stessoi di 78 anni. — Pietro Cruna ni CXV doge. Con esso Venezia, dichiara il suo biografo Moschini, ebbe un principe pitti di filosofia la mente e il/xllo; della quale filosofìa egliavea dato wleuni argomenti sì neH’interue magnanime, sì nelle legazioni illustri che dilla patria gli vennero tranquillamente »(fidile. Riformatore dello studio di Padova, si mostrò sollecito del maggior a-lanziiuienlo del sapere in guisa cheque’ professori,caldi d’animo gratissimo, ines- 10 glìiinalzarono una statua di marmo. Ambasciatore alla regina d’Inghilterra A n-m, in Londra nella reale accademia parlò di scienze applaudissimo , sicché il gran Newton, che la presiedeva, lo propone ne fu acclamato socio d’onore. Ambasciatore alla corte di Vienna , presso I imperatore Carlo VI, egli strinse la lega contro la Porta ottomana, e lo asseriste l'encomiato biografo. Compiuti sì di-••'Oli pubblici uffizi, tornato in Venezia, *i»se tra’ letterati e tra’libri. Passava le °re precipuamente co’gesuiti Bettinelli e Cordar«, e col colile Francesco Algurot-•*, i quali ne'propri scritti il celebravano; « fra gli esterni erangli amici lo Zanotti di Bologna, e il lirico Rousseau, che pure "* *or° »ersi tesero eterno il nome di lui. 'lolle dediche di libri gli furono fatte, g'acdiè si »apeva quanto egli prolegges-** e compensasse il sapere. La sua bi-‘“loteca, raccolta da lui nel proprio pa-l,Uo • *• Polo, era singolamente ricca di '•‘l'iini di letteratura e storia , e chi vi '■nlrava , tosto prendeva affetto del suo "giiore, che ci avea messo belle latine 579 iscrizioni in onore della famiglia c ad ec -citainentodegli studi.Poteva degnamente vivere fra’lelterati qual peritissimo negli idiomi ¡(alitino, latino e francese, qual buon cultore della poesia, onde ebbe posto in Arcadia col nome di Almiro l'.let-treo, e qual profondissimo nella scienza astronomica. Col complesso delle narrate doti, il Grimani fu eletto doge a’ 3o giugnoi74i. Appena scoppiata la guerra per la successione della monarchia au • siriaca, aspirando ad essa anche il re di Spagna Filippo V, nd onta di aver accettata la Prammatica Austriaca di Carlo VI,quando vivea,perchè l’imperatoreCar- lo V re di Spagna avea fatta cessione a Ferdinando 1 suo fratello, e perciò pretendeva che mancata la discendenza maschile dovesse tornare alla Spugna, non rammentando, o non volendo valutare la rinunzia da lui fatta nel trattato di Londra del 1718 degli stali d’Italia e Fiandra, sui quali più specialmente fondava le sue pretensioni. Fatto un poderosoar-mamento, altro ne ingiunse al suo figlio l’infante d. Carlo divenuto re delle due Sicilie nel 1734; e quando la sua sposa Maria Amalia di Polonia e di Sassouiu nel 1738 erasi recata a Napoli, splendidissimo fu l’accoglimento futto da’vene-ziani nel passaggio de’loro stati e in Venezia. In pari tempo Francia e Prussia combattevano l’erede di Carlo VI, altrettanto facendo diversi principi minori collegali «/maggiori. Maria Teresa dall’al tro canto inutilmente cercò allearsi con varie potenze, volendole persuadere a non lasciar crescere di soverchio l’aumentata possanza de’Borboni, e di non permettere l’abbassameulo di casa d’Austria, dalla cui conservazione e forza dipendeva la libertà e salute della Germania, e delle stesse potenze marittime. Per parte della repubblica di Venezia presto si conobbe, che secondo le saggie massime di neutralità adottate, fuceva bensì considerabile aumento di truppe in Terraferma, so- lo però per fare rispettare i suoi princi-