Egli non la ^olea, occupalo, secondo tuo co-lume, negli studi della politici! r della letteratura, e nella meditazione jtlla morte. Nella guerra per la successone di Hanno, cui la morte dell’ultimo ¿«’Farnesi, avvenuta uel 1731, dava pre-Icutione all’infante d. Carlo, come figlio d'Elisabetta Farnese, il senato fu dagli imballatori di Francia e Spagna per patte de’loro re Borboni invitato ad abbracciare il loro partito, ili.° facendogli iptrare l’acquisto del ducato di Manto-n, il 3.* promettevagli l’aiuto delle sue dotte, in caso di nuova guerra col turco; k l’Austria, benché men larga promettiti ice,mostravasi meno sollecita di trarre * te la repubblica, insistendo sulla ne-cruità di congiungere le loro forze, onde opporre più vigorosa resistenza a’re Borboni, i quali palesemente aspiravano a ridurre l’intera Italia alla divozione della loro casa. Ma la repubblica, riferisce il conte Girolamo Dandolo, lenendosi sempre ne’termini della maggior diplomatica officiosità, sottraendosi ad ogni impegno, rispondeva agli uni ed agli altri, tenerci da lei in gran pregio le prove d’amicizia e di stima di così potenti sovrani; nutrire i loro medesimi sentimenti »erto di loro; non avere però alcun particolare interesse d’ entrare a parte delle ¡uro rivalità e contese; dovere invece, per quanto era da lei, conservare il gran beneficio della pace a’suoi popoli, che an-»r» risentivano gli elfetti de’gravi carichi sottenuti nel corso dei l’u 1 ti ine guerre 01 torchi, perciò essere risoluta di conser-’aie la più perfetta neutralità. Nondime-°o previdente,inviò un provveditore gene-**1« 'oTerrafenna, e provveditoristraor-«linari nelle provincie a diritta e a sini-‘Ira del Mincio; poneva in buono stalo " difesa le sue fortezze di Lombardia e Friuli; raccoglieva un giusto esercito *4,000 uomini sotto il governo di quel-" ’*”so maresciallo di Schoulembourgh c *e I avea egregiamente servita nell’ulti-“ti guerra; adeguava le vie militali per P. II. 577 le quali soltanto era lecito alle truppe a-lemanue attraversare lo stato veneto; le faceva tenere costantemente in osservazione dalle proprie, ed ingiungeva alle medesime, che ad impedire ogni deviazione dalla linea tracciata,l’avessero a fiancheggiare in numero sulTiciente, ed a poca di -stanza, durante il passaggio. Ciò nondimeno il territorio veneto non andò sempre illeso da violazioni e guasti inseparabili da tale stato di cose. Ma se la repubblica,o per sorpresa o altra causa non potè sempre impedirle, non tralasciò di chiedere prontamente la dovuta riparazione ai belligeranti. Nel dogado del Ruz-zini, Venezia vide la 1.* estrazione del Lotto a’5 aprile 1734»ed a’G gennaio del seguente anno egli morì. Sebbene la grande sua età non lasciasse speranza d’aver- lo vivente per lungo tempo, non ostante la città rimase afflitta udendone l’anuun-zio. Il doge Ruzzini fu pieno di filosofia, religioso in parole e in (alti, come pure può rilevarsi nel n. 6 di questo § , parlando del dogado 23.° e di sua sepoltura in s. Maria in Nazaret. Scrisse molle carte di ciò che avea veduto e praticalo; e nella vita che pubblicò di lui I’ Arrighi si ha qualche saggio del modo come scriveva e seutiva. — Luigi Pisani CXIly doge. Avea contrastato al predecessore il principato, come quello cui non mancavano pregi per renderlo caro al popolo veneziano e al patriziato. Hello della persona, univa a soavità di parlare, gentilezze di maniere, copia di ricchezze congiunta a liberalità d’animo, spirito di religione, che si manifestava per ogni suo detto e fatto. La patria ebbe d’ uopo di lui in rilevanti circostanze, e mai non rimase delusa nella fiducia posta in esso. Lo mandò giovanissimo in Francia ambasciatore a Luigi XIV, quando Europa era in movimento per la successione di Spagna, e il vide tornare amico a quel gran re. Divenuta Anna regina d’Inghilterra, l’inviò a felicitarla, e vi andò sì magnifico che diceasi con lui viaggiare la 37