838 lo. Ebbe 42 belle chiese, ricche di preziosi marmi,eselcialea musaico sulla foggia della basilica Marciana ; ma verso la mela del secolo XV la città era affatto diroccata,seminata a frumento, con grosse piante di noci e di alti olmi. Pochi anni dopo i muri erano coperti d’edere e spine. La cattedrale di s. Maria era ufTi-ziata da i o canonici, oltre le dignità dell’arcidiacono e dell’arciprete : ricca era la meusa, nobile l’episcopio. Aveva l’ospedale, il convento degli agostiniani di s. Vito, il monastero delle monache di s. Giovanni, il celebre monastero benedettino di s. Giorgio di Pineto de’ patriarchi gradesi. L’origine del vescovato «contemporanea a quella della città, perchè i profughi che l’edificarono vi condussero il clero e le sagre cose, costruirono chiese e fondarono la cattedra episcopale. Il i.° vescovo che si conosca fu Pietro dell’ 876, a cui Papa Giovanni Vili interdisse l’esercizio del sagro ministero per aver negato il dovulo ossequio al patriarca di Grado suo metropolitano. Poi trovasi Buono, che nel g55 divenne patriarca grádese ; era veneziano, come lo fu Leone Bembo del 1010 circa. Ricorderò f più degni di rimarco. Giovanni Gradenigo del 1097, poi patriarca di Grado. Pasquale nell 172 fu spedito ambasciatore a Costantinopoli per la pace. Felice intervenne nell 177 al sinodo tenuto da Papa Alessandro III iu Venezia, il quale poi nell 180 gli die’ a successore Viviano Fioravante. Matteo //nel 1220 fu trasferito alla sede di Costantinopoli. Guglielmo governò dal 1276 al i3o5, e più cose si trovano di lui. Pietro III Talonico fu vescovo dal i324 al i343, e fu sepolto in s. Pateu-niano di Venezia, già sua pievania. Il successore Marco Bianco veneziano,già notaro, esercitò poi talvolta l’antico uffizio, ed Innocenzo VI l’elesse giudice in una causa tra il vescovo di Castello e il patriarca di Grado. Pietro IV de Natali suo successore nel 1370, già pievano di ss. Apostolidi Venezia,fu valente raccoglitore di memorie di santi, che nel decorso dell’anno si onorano di culto, stani paté a Lione nell542. Furono ultimi vescovi d’Equilio o Gesolo : Guglielmo II del i425, mentre la città si trovava in istato rovinoso, Antonio Bon del 1441 delegato apostolico di Nicolò V in Venezia, e Andrea IIBuono o Bon abbate di s. Gregorio di Venezia, e vicario generale del vescovo di Castello s. Loren-zoGiustiniani,3 i.°e ultimo vescovo.Mor to nel settembre del 1466 non ebbe successore, benché il senato avesse nominato Alessandro Contarmi protonotario a-postolico. Imperocché avendo decretato Papa Paolo II, per più ragioni e principalmente per la povertà della mensa, e per la totale distruzione della citlà e chie sa d’Equilio, d’ unire questo vescovato alla chiesa patriarcale di Venezia, il senato allora propose il Contarmi al vescovato di Retimo. Ciò si apprende da’ decreti de’ 16 settembre e 3 ottobre 1466. E poco dopo il Papa, con apposita bolla, effettuò la soppressione del vescovato d’Equilio o Jesolo, e 1’ unione all’arci-diocesi di Venezia.Siccome il vescovo Andrea II non immaginò che la sua sede dovesse far parte del patriarcato veneto, con testamento uvea lasciato il pastorale, la mitra e altri indumenti pontificali, per uso del successore pro tempore; de’quali non abbisognandone il patriarcato veneto a cui spettavano, Paolo li ordinò a 12 dicembre 1466, che fosse il tutto consegnato alla chiesa d’ Emonia o Citta Nova nell’Istria, e ne commise l’esecuzione con suo breve a d. Bartolomeo Parlila abbate di s. Giorgio Maggiore. ¡Nel n. 23, § XVIII, descrivendo il vicariato foraneo di Torcelio, dissi della chiesa .di s. ¡Maria ad Nives, anticamente celebre basilica e detta Li tus Equilinum ; della chiesa di s. Gio. Battista di Cava Zuccari-na, avanzo d’Equilio o Jesulo; della chiesa dis. Maria del Cavallino, Exquilin-nurn. Tqrnandp al patriarca camaldo-