98 i crocesignati, essendo anch’egli impegnato di ristabilire sul trono di Costantinopoli Isacco II suo padre, le cui analoghe istanze e quelle di Alessio IV erano state accettate da’crocesignati, ammoniti però essi seriamente da Innocenzo III di non occupare le terre de’greci con tale motivo, per aver essi preso la croce non per vendicare le loro ingiurie, sibbene per pigliar vendetta dell’obbro-brio del Crocefisso contro i saraceni soltanto. I crociati dopo avere svernato in Dalmazia, ricevuto Alessio IV, che li sollecitò a recarsi a Costantinopoli, sciolsero nel !2o3le vele dirigendosi a quella città, deviando nuovamente le loro armi dalla sagra guerra, pervenendovi a’ 23 giugno, e sbarcando sulla costa meridionale del Bosforo, indi sulla costa Europea. I greci comandali dal coraggioso Teodoro Lascari, genero deU’usurpatore Alessio III, ostinatamente e con vaioresi opposero allo sbarco più vicino a Costantinopoli; ma presa la torre di Galata, i veneziani sforzarono l’ingresso nel porto valorosamente.Si assediò allora la grande Costantinopoli da’veneziani, e da’crocesi-gnali di Francia, di Fiandra e di altre nazioni, indi venne coraggiosamente assalita, spiegando essi tale una vigoria e bravura,chesupplì al loro piccolo numero in confronto di quello degli assediati : era con loro il giovane Alessio IV, che volendo tentare un accomodamento, fu respinto a colpi di freccia. Dopo replicati combattimenti, i francesi ed i veneziani si risolverono alla definitiva espugnazione della città. 11 doge tutto armato sulla prora della sua galera, tenendo il vessillo di s. Marco, esclamava che lo si ponesse a terra, e fu ubbidito. Alla vista del doge e della bandiera venela si rianimarono i prodi combattenti. Igreci spaventati fuggirono; si presero 25toi ri,e vincitori e vinti alla rinfusa entrarono nella città a’ 17 o 18 luglio. Alessio III fuggì, e tratto di prigione vi fu ristabilito Isacco li I’ Angelo, e per collega il figlio suo Alessio IV l’Angelo o il Giovane j ne si ommise da’ crocesignati la ratifica detrattati. Quindi Alessio altro genero d’Alessio III, detto Murzulfo a cagione delle folte sue sopracciglia, dell’illustre famiglia de’Ducas, per 1’ ambizioso e perfido suo carattere, concepì I’ ardito disegno di salire sul vacillante trono greco, con cercare d’insinuarsi nell’animo del debole Alessio IV, e per meglio perderlo profittò de’suoi errori, dichiarandosi apertamente contro i crocesignati, e inducendo l’infelice principe ad irritarli con tradimenti, a non pagare le taglie loro dovute, anche con assalti impreveduti, cui l’infame in segreto faceva andare a vuoto per denigrarlo presso i greci malcontenti e turbolenti. Non è a dire quanto i crocesignati ne restarono indignali, irritati e provocati a vendetta. Saccheggiarono Costantinopoli,ne arsero un terzo, e dichiararono guerra ad Isacco 11. Il fuoco desolò 8 giorni la celeberrima città,e mise al colmo l’odio de’greci. A’ 2 5 gennaio 1204 il popolo si ammutinò e sforzò il senato a deporre l’imperatore, e ad eleggere il giovane Nicolò Canabe. Alessio IV spaventato per consiglio di Murzulfo domandò segretamente soccorso a’ crocesignati, e nella notte seguente lo determinò a fuggire per una via segreta, ove V attendevano i suoi satelliti che lo cacciarono in prigione. Il giorno dopo Murzulfo s'impadronì di Canabe, che d’ ordine suo venne strangolato,ecol nome d’Alessio V si fece proclamaree coronare imperatore a’26 gennaio. Volendosi disfare d’Alessio IV, non riuscendo il veleno propinatogli due volte, feroce, l’8 febbraio discese egli stesso nel carcere e lo strangolò colle proprie mani; ed a tale notizia Isacco II morì di dolore. Allora il perfido Murzulfo operò destramente per rendersi favorevoli i crociati, i quali udite con indignazione le sue proposte, tultavolta rimisero al doge di Venezia lo stabilire le condizioni. Ma non aggiustandosi le parti, esigendo il doge fra l’altrecose la soimnis-