, Civitavecchia; e i cavalieri gerosolimi-uni dopo averlo lungamente aspellato a Messina,anch’essi se ne ritornarono aMal-li. Sorprese il capitan generale France-rfo Morosini la fortezza ili Tamou nel golfo di Cassandra, che restò saccheggiati e demolita, con asportarne 3o pezzi di canoone e 4 petriere. Altrettantoavven-ue a quella di Chisme nella Natòlia dirimpetto a Scio, dove si fece ricco bottino, coll’acquisto ancora di buon treno d'artiglieria. Da Castel Ruzo , fortezza considerabile, presa e demolita , furono condotti via 3o pezzi d’artiglieria ci/((ì prigioni, terminando così la campagna di detto anno. Nel 1660 il Cardinal Maz-urini indusse Luigi XI Va spedire in aiuto de’veneziani un corpo di 4ooo fanti, dotinamlone a generale il principe Almerico d’Este fratello del duca di Modena, e il signore di Bas per luogotenente. Andò il principe Almerico e sbarcate le sue genti alla Suda, prese alcuni fortini e uuito co’veneziani s’accostò alla Canea per farne l’assedio. Nacquero tosto distensioni fra il Base il Grenionville sergente generale de’ veneziani. Da Candia Nuova accorsero i turchi alla difesa della Canea, il che fece cambiar di sentimento •ill’csercito cristiano di lasciar quella citta, e di portarsi nuovamente sotto Candia Nuova rimasta sguarnita. Erauo giunti «d.i, ed avenno già preso un borgo con alcuni pezzi il’ artiglieria, quando i soldati vi diedero disordinatamente a ruba-f*. allorché sortili da Candia Nuova una trentina di covalli turchi con urli , mivero un panico timore nell’armata gal- lo-veneta, la quale si abbandonò alla fu-i-i. Licito allora tulio il presidio turco la incaliò, restando sul campo da i 5oo uomini ira morti e feriti, il resto congrau litica si ritirò in Candia. Francesco Mo-•osmi,che dalla parte di maredovea con-■rihuire all’ impresa , ed avea sbarcato liuppeper impadronirsi della Canea,ac-ru«ò di ia| deplorabile sinistro il provveditore Antonio Barbaro, e irar lo fece di- 531 nnnzi ad un consiglio , che lo condaunò a perdere la testa. Carbaro appellò di tale giudizio a Venezia, dove fu assolto; e Morosini, a cui si poteva rimproverare un eccesso di severità, fu richiamalo nel 1 (»(ir. Il principe Almerico d’Estccadu to infermo a cagione dell’aria cattiva senza poter intervenire al fallo di Candia Nuova, per consiglio ile’medici portato all'aria salubre dell’isola di Paro«, vi morì verso il 16 novembre!6G0, con generale dispiacere per le speranze che davano il suo senno e valore. Dipoi il se nato nella chiesa ile'Fra ri dopo il a.°al tare gii eresse un monumento, costituito da un ricco intercolunnio , entro il quale è la statun pedestre al naturale del principe. Essendo subentrato al comando supremo de’veneziaui Giorgio Morosini, e desiderando distinguersi con un qualche latto glorioso, andò in traccia della flotta turca, uscita da'Dardanelli. Trovata parte di essa nelle vicinanze dell' i sola di Milo, a’a5 agosto 16G1 diè la caccia a que’legni; laonde 7 galee turche prese da spavento andarono a urtare in terra, lasciandole infrante salvandosi la gente, 1 altre vennero in potere de’ veneti, e 2 le presero i cavalieri gerosolimitani. Il resto della flotta andò disperso, ed alcuni legni si ruppero a’ lidi. Circa ■ 000 turchi ei rifugiali iu terra, do’ve ncti furono condotti schiavi. Con egual felicità anche Antonio Priuli espugnò alquante navi turche ila carico, con impadronirsi d’alcune e bruciarne dell’ altre Questi prosperi avvenimenti furono bilanciati da diverse perdite di navi vene-teglie rimasero in altri luoghi preda de’ ecsari barbareschi ; dopo di che tulli si ridussero a’ quartieri d’inverno. Tratta-vasi intanto da Alessandro VII una lega fra’principi cristiani contro i turchi; ma con ritrovare il re di Spagna Filippo IV impegnato contro i portoghesi, per essersi sottratti flu dal i64o al suo dominio; il redi Fronda inceppato dall’antica amicizia co’turchi; e l’imperatore Leo-