liti e per stradali indiretti con gravissimi dispendi. Nella zecca a’ 23 marzo si trovò un fondo di lire 708,198 tra monete coniate e paste d’oro e d’argento da monetarsi. La zecca del governo austriaco era mantenuta in via affatto interinale per soddisfare a’bisogni del veneto commercio, specialmente per la monetazione de’talleri pel Levante, e la somma di sopra indicata avrebbe dovuto considerarsi piuttosto come dotazione dello stabilimento : nondimeno le si fecero versare in cassa centrale lire 246,¿¡.i5 onde aumentare i fondi disponibili. La zecca si prestò a coniare anche nuova moneta (a’29 giugno 1848 fu stabilito: Nella zecca veneta si corneranno de’pezzi d’argento da lire 5 italiane. Nel diritto avranno la leggenda : Repubblica Veneta 22 marzo 1848, ed in mezzo il Leone; nel rovescio Unione Italiana,t dentro una corona formata da due rami Lire 5 ; al di sotto la lettera V. A’7 giugno il governo veneto proibì l’estrazione di oro, argento, rame per qualunque porto austrìaco; ed a’16 agosto in termine di 48 ore volle la con-segnaalla zeccadegli ori edegliargenti per un prestito, o in vece denaro, oltre l’aver decretato ritenzioni sugli stipendi e pensioni. Equi noterò, che lungo sarebbe il dovere registrare tutti i [iresti ti imposti De’ 17 mesi,fra’quali quello della carta monetata detta patriotlica di 5 milioni con garanzia del consiglio comunale di Venezia. Imperocché mi è impossibile il ricordare quanto energicamente si operò, e quante offerte si prodigarono. D’altronde, forse niuna nazione,quanto la veneziana, avea titolo per aspirare al possibile ricupero di sua libertà, per tale un complesso di cose, che non mi sembra azzardata la proposizione, iu un’ e-poca in cui gl’ italiani erano infiammati del prevalente spirilo di apparente indipendeuza, dopo quattordici secoli di reggimento repubblicano aristo-demo-cratico). S’ingiunse al comitato della ferrovia il versamento de’fondi che si tro- 781 vavatio giacenti nella sua cassa, e si ebbe così un fondo di 3,000,000 di lire, la maggior parte in cambiali.L’offerte spontanee de’cittadini al governo ascesero alla settima di lire 25o,ooo. A’i4 maggio il governo decretò un prestito forzoso di 10,000,000 di lire coll’interesse del 5 per 100. Il prestito fu garantito dalla nazione con pegno di tante anioni della società della strada ferrata,e dovea essere rifuso in 6 anni dal 1849 in poi, ripartito nelle provincie non rioccupate dagli austriaci. Il prestito non si potè realizzare nella provincia di Treviso per la totale sua nuova occupazione, e lo si realizzò in parte in quella di Vicenza, Padova e Rovigo, che successivamente furono pure occupate. Nella sola città di Venezia e in alcuni distretti di sua provincia si poterono ultimare le operazioni per riparti-mento individuale nella somma di lire 4,5oo,ooo alla provincia stessa attribuita. In seguilo poi il governo aggiunse per questa provincia altre lire i,5oo,ooo al dello quoto fissato sopra questo prestito nazionale di 10 milioni che non ha potuto effettuare nelle provincie rioccupale dall'Austria. Da’ depositi giudiziali pressoi! tribunale civile di Venezia il governo prelevò la sommadicirca 100,000 lire: l’erario se ne costituì depositario assicurando le parti, alle quali que’depositi appartenevano,colle stessegaranzieche furono date a’sovventori del prestito Toriato. In complesso durante il governo della repubblica, entrarono in cassa erariale 13,665,584:3o di liie, e se ne spesero 12,122,263: 3o, sicché a’23 giugno rimanevano in cassa 1,433,228:80 di lire tra denaro, note di banco e cambiali. Venezia circoscritta alle sue Lagune e nello stato d’isolamento in cui trovavasi allora, nondava un reddito maggiore di mensili lire 190,000, menlre le spese si facevano ascendere a 2,5oo,ooo mensili.—Capo 7. Condizioni politiche e relazioni e-■sie/'e.Costituiloil governo prò v visorio della repubblica, ue fu data notizia a tulli gli