346 blea così numerosa com’era quella del senato, e perciò questo delegava a'IJieci le materie pi» delicate e della massima importanza, e i Dieci davano poi conto dell’operato. Intanto tutte le arti usate dal Badoer per ottenere da’turchi le migliori condizioni riuscivano vane per essere quelli ostinati nel volere le due città : tanto costante esigenza ne’pascià derivava da infame tradimento, pel quale già erano istruiti della commissione segreta che avea il Badoer di consentire all’ ultima estremità anche alla cessione di Napoli di Romania e di Malvasia. Più tardi si conobbe, che i fratelli Costantino e Nicolò Cavazza, l’uno segretario de’ Dieci, I’ altro del senato, ricevendo sti-pcndii dal re di Francia, comunicavano ogni cosa al suo ambasciatore a Venezia Guglielmo Pellisier, che di tutto istruiva la Porta. La cosa venne in chiaro quando il consiglio de’Dieci a’ 17 agosto 1542 pubblicò largo premio a chi avesse fatto conoscere coloro che tradivano i segreti della repubblica,e Girolamo Martolosso svelò ciò che da tanto tempo si maneggiava, per averlo saputo dalla moglie d’Agostino Aboudio colla quale era in tresca amorosa. Costantino fuggì, Nicolò fu arrestato, e l’Abondio si salvò iu casa dell’ ambasciatore francese. Un avogado-re, col capitano grande o capo bargello de’ Dieci si recò dall’ ambasciatore per ottenere la consegna d’Abonilio. Appena li videro i famigli, piombarono armati su di loro, ed essi chiamati i birri, nella zulfa restarono vari feriti d’ambe le parti. L’avogadore subito fece dell’accaduto relazione al doge e alla signoria, la quale ordinò che per forza si prendesse 1’ A-bondio e i feritori, se l’ambasciatore non li rilasciava,assaltando anche la casa con armi da fuoco. Penetrati gli armati nella residenza francese, I’ Abondio fu consegnato e fece grandi rivelazioni; quindi molti arresti, e pubbliche mormorazioni del popolo di credere rivelatori de’ segreti gli slessi Dieci e altri personaggi, tutti essendone irritati, considerando |a città venduta al redi Francia,con gran vergogna della repubblica. Convinti i rei furono impiccati l’Abondio,NicolòCavaz.' za, e Gio. Francesco Valier altro coro-plice: Costantino Cavazza, Madìo Lion Ahnorò Delfio ebbero il bando. A’ uj settembre i5/\.2 fu rinvigorita la le»re che proibiva ogni relazione cogli amba-sciatori. Intanto la repubblica avea dovuto concludere a’2 ottobre i54o la pace alle condizioni volute da Solimano 11,approvandola il senato a’2 uovembre. I veneziani cederono al turco, oltre alle terre già da questo occupate, anche Napoli di Romania e Malvasia, asportandone le campane, le artiglierie, le munizioni, potendovi i veneziani domiciliati restare sicuri delle vite e sostanze; pagherebbe la repubblica 3oo,ooo ducati per rifacimento de’ danni; sarebbe pace coll’isole dell’Arcipelago ancor rimanenti a’veneziani ; le navi venete non entrerebbero all’ improvviso ne’ porti turchi, bensì per naufragio; i navigli delle due nuzioui incontrandosi ammainerebbero le vele, in segno d’amicizia ; 'i corsari presi da’veneziani, si manderebbero al sultano per la punizione; le parti si aiuterebbero scambievolmente, nè darebbero soccorsi a’nemici; reciproci compensi a’sudditi danneggiati ¡continuerebbe a risiedere un bailo a Costantinopoli per 3 anni, cambiandosi con altro, giudicando le differenze fra’veneziani; quelle tra questi e i turchi dal cadì, presente il dragomauo veneto, oltre altre convenzioni favorevoli a’veneziani,e le sostanze de’ morti si consegnerebbero al bailo; restituzione o compenso pegli schiavi fuggiti e pe’prigioni fatti da’eorsari; pagherebbe la repubblica annui 5oo ducati per Zante e 8000 per Cipro; libera navigazione, e visita a Costantinopoli e alla bocca dello Stretto ec. Questa pace pe sagrilìzi fatti fu biasimata, però frutto 3o anni di quiete, sufficienti a far ricuperare lo stato, ma uou a dargli la pn-