y 26 go segreto ragionamento: esso poi a’20 partì per Palermo (il eh. Pistoiesi,Vita eli Pio VII, di quanto vado descrivendo ne dà distinta notizia: egli dunque dice che il duca si presentò in Venezia, sotto il nome di conte di Maillary). Il 19 si trasferì all’isola di s. Clemente,visitò la chiesa, die’nel coro a baciare il piede agli e-remiti camaldolesi, ed a molle altre perso-ne,ed entrato nel chiostro,si fermò qualche tempo benignamente con alcuni religiosi. Fu poi ossequiato a s. Giorgio dall’arcivescovo di Milano, e da’vescovi di Modena e di Rimini. Domenica 20 condottosi nella chiesa de’ss. A postoli, in cui si celebrava pomposamente la festa titola re, fu ricevuto da’fratelli della scuola e da’sacerdoli alla riva, e sulla porta del tempio dal Cardinal Vincenti. Piicevuta la benedizioneeoi ss.Sagramenlo dal Cardinal Somaglia,in sagrestia permise che gli baciassero il piede il clero e i capi del sodalizio. Il 21 ricevè i deputati della società degli avvocati, del capitolo dis. Bartolomeo, del Friuli, de’maestri della dottrina cristiana; e nel pomeriggio andò all’isola di s. Elena a orare nella chiesa de’ monaci olivetani, a’ quali die’poi il piede a baciare. Nel dì seguente e nelle ore pomeridiane all’improvviso recossi al suddetto palazzo del patrizio Caterino Corner alla Giudecca, ricevuto con ogni dimostrazione ossequiosa; restò commosso e sorpreso quel ragguardevole veneto di tanta graziosa benignità, consolato in veder visitata dal supremo Gerarca la sua cappella domestica, da lui arricchita di sagri ornamenti e insigni ss. Reliquie, e contuso per sì segnalata onorificenza. Dopo di ciò il Papa tornò nell’isola di s. Clemente a fare orazione nella chiesa, e visitare nel chiostro gli eremiti camaldolesi. Restituì tosi a s.Giorgio, concesse udienza a’canonici del ss. Salvatore ed a’cappuccini. A’23 festa dis. Giorgio martire, secondando l’invilo del p. abbate e de’ monaci del monastero da lui abitato, calò in chiesa a celebrare la messa all’altare del glorioso Santo titolare, e ue ascoltò altra da un suo cappellano segreto; dopo di che in sagrestìa appagò le pie brame delle dame, d’altre signore ed altri, con farloro baciare il piede. Indi aggradì 1111 rinfresco della monastica comunità. Nel pomeriggio tornò a visitare la chiesa, c si prestò poi a far baciare il piede alle dame e altre persone accorse. Nel dì seguente andò nel monastero delle eremite nella parrocchia de’ ss. Gervasio e Protasio, e dopo visitato il ss. Sa-gramento, permise alle monache che gli baciassero il piede. Tornato alla sua residenza, concesse udienza a’ filippini di Venezia, ed a’ deputati del capitolo di Concordia. Altrettanto nel dì seguente ottennero que’d’Asolo e del suo capitolo, l’arcivescovo d’ Udine, allora metropoli-tanodeU’Istria eTerraferma, ed i vescovi di Lodi e Gubbio. A’26 visitata la chiesa di s. Giacomo alla Giudecca, de’ serviti, si trasferì in quella delle benedettine de’ss. Cosma e Damiano magníficamente ornata.Entrato nel monasteroeoi-l’arcivescovo di Milano e mg.r Gallerati-Scotti,ne permise l’accesso a molte perso ne, che colle monache gli baciarono il piede. La badessa gli fece presentare dalla più giovanedell’educande una mappa rappresentante un piccolo triregno, circondato da una ghirlanda di scelti fiori; ed una cassettinacon ricca pianeta di ganzo d’argento fiorato guernita d’oro, colla stola e manipolo,arnitto e camice con eleganti merletti, e cingolo di seta con fiocchi d’oro. I deputati lo servirono di nobile rinfresco. Nel pomeriggio de’28, visitata la chiesa delle monache francescane del s. Sepolcro, l’altare col miracoloso simulacro di Gesù morto, e il sotterraneo ove si custodiva, passò nell’adiacente monastero a rallegrare le monache colla sua benedizione e concessione del bacio del piede, e con visitarne due inferme: degnandosi poi gustare un rinfresco. A’29 fu al monastero delle teresiane, ricevuto alla riva da mg.r Gallerati-Scolti. Oròdal co-