818 notai nel § XIX, u. 6, dogado 30.°, riconobbe il patriarca di Grado, e l’annalista Rinaldi dice che talvolta fu detto pure di C iliegia, ne confermò il patriarcato, gli concesse il pallio e diversi privilegi. I veneziani riconoscentti alle sue pontificie beneficenze, gl’intitolarono la chiesa di s. Caterina. La più antica investitura di chiesa veneta che si ricordi,è del 1069 fatta dal patriarca di GradoDome-nico III Marengo, a favore del Plebanum et Priorern della basilica di s. Silvestro, come dissi nel descriverla nel § Vili, n. 56, presso la quale era il loro patriarchio (però la stabile e legittima residenza de’ patriarchi gradesi in Rialto cominciò nel 1131). 11 vescovoContarini chiuse in pace i suoi giorni circa il 1074- — In esso sedeva il nipote e figlio del defunto doge, Enrico Contarini 21.“vescovo olivolese. Essendo patriarca di Grado Domenico IV Cervoni oCerbono, la somma povertà a cui era ridotto il patrimonio patriarcale, mosse Papa s. Gregorio VII a scrivere una lettera di rimprovero al doge Domenico Selvo , e alla comunità e popolo di Venezia, perchè si pensasse ad accrescerlo decentemente e in proporzione dell’onorevole sua dignità, e del decoro del loropatriarchatus. Per tanto narrai nel § XIX, n. 6, dogado 31.°, che per tale esortazione il doge prima che morisse il vescovo Domenico VII ne avea tenuto proposito con lui, e quindi nel settem-breio74 tenuto un concilio o radunanza di vescovi, fra’quali Enrico Contarini, di abbati e di magistrati, ne accrebbe alquanto le rendile, coll’imporre a ciascuna chiesa suffraganea, ed a’jprimari monasteri della provincia ecclesiastica,un annuo tributo in generi e in denaro. Fu segnalato il vescovato d’Enrico pel faustissimo ritrovamento del corpo di s.MarcoE-vangelista,che celebrai a suo luogo; poiché da un secolo ¡¡veneziani deploravano non sapere in quale luogo della basilica ducale fosse stato nascosto, ovvero se fosse slato iuvolato, mentre il segreto comunicato- si progressivamente fra le primariedigni-tà erasi venuto a perder del lutto. Preoccupati gli animi di tristezza, fu stabilito farne diligente ricerca. Intimato un digiuno generale di 3 giorni, fatta una solennissima processione,alla quale concorse con fervore il popolo, anche di tutte l’isole e delle città dello stato, Dio esaudì le comuni preci, facendo cadere, alla presenza della moltitudine,da una colonna o pilastro della basilica,alcune pietre che lasciarono scuoprire la cassa marmorea in cui era chiuso il sospirato s. Corpo che si cercava, fra la gioia e le lagri me di tutti. Ciò avvenne a’25 giugno 1094, e se ne festeggia tuttora l’anniver sario di questa apparizione, come la chiama l’ufliziatura. Narra la tradizione, che il Santo per indicare ove riposava, mostrò dal pilastro un braccio. Certo è, chea-vanti ad un musaico esprimente la Croce, sopra il pilastro dell’altare di s. Giacomo,è sempre accesa una lampadaavan-ti. Miracoloso sicuramente fu il discopri-tnento della cassa, la quale si tenne esposta 3 giorni, e poi 1*8 ottobre in occasione della consagrazione (ma nel io85 la dice avvenuta lo Stalo personale), che l’ab. Cappelletti afferma celebrata nello stesso 1 og4, fu collocala sotto la mensa dell’altare maggiore, ove si trovò nell’ul-timo scuoprimento, che dirò alla sua voi ta. Tre anni dopo le Lagune furono arricchite anche del corpo o almeno di buona parte delle ossa di s. Nicolò vescovo di Mira, di cui lenni ragione nel citalo n. i3 del § XVIII. Vescovi di Castello. 3. II vescovo Enrico Contarini fu il 1.° a cambiare il titolo della sua sede Olivolesej e a dirla invece Castellana, probabilmente perchè a’suoi giorni era andato in disuso il nome di Olivolo e col solo di Castello se ne nominava tu’ to il sestiere. Questo cambiamento dii’ lolo si comincia a trovare neli09i>inl1 tolandosi il prelato appunto Henricus