l'eretico Picinino, che faceva altrettanto eoo ¡spargere il veleno de’suoi errori. Più tardi Clemente XI fece pure cardinali i patrizi veneti Alvise Priuli, stato 23 anni uditore di Ilota per la sua nazione; e Gio. Francesco Barbarigo, perfetto modello del b. Cardinal Gregorio suo zio. Ricavo dal Cancellieri, Notizie di Federico IP' re di Danimarca, che questo monarca col nome di conte d’ Oldem-lx>urg viaggiando,per non essere d’incomodo ogli altri principi, negli ultimi gior-nidi dicembre i707(meglioa’29 dicembre 1708, e vi si trattenne sino a parte della quaresima) giunse a Venezia. Il senato non ostante gl’inviò peronorarlo4 senatori cavalieri della stola d’oro, i qua- li nel soggiorno di due mesi, che vi fece, l'accompagnarono, servirono e sempre cercarono di fargli godere, non solo i divertimenti pubblici del carnevale, ma anche i particolari, fatti a posta per lui, in segno di distinzione ed onore. Gli prepararono feste di ballo in case de’ nobili, riccamente e splendidamente addobbale, e gli diedero il divertimento di alcune corse di barchette o peote bene ornate, nel Canal grande, con promessa di largo preoiioal vincitore. Nell’Arsenale furono alla sua presenza gettati e fusi 3 cannoni di bronzo, con sopra l’iscrizione coll’anno e il nome del regio ospite, i quali a lui donati dalla repubblica, glieli mandò a Copenaghen sua capitale. In tutto il tempo che il re si trattenne in Veuezia, fu un freddo e gelo cosi insolito e grande, che niuno ricordava l’eguale, e forse neppur si trova scritto esser mai stato un tanto aspro e rigido inverno : talché fu 'letto scherzando, parere, che il re di Danimarca avesse portato seco il gelo del settentrione. Dopo aver goduto i divertimenti di Venezia,passò alla sfuggita per le città di Lombardia. Ed eccoci al termine del dogado di Mocenigo. La sua religione il rendeva munifico colle chic-**■> e la grandiosa facciata di s. Eustachio, io pietra istriana, fu l’ultima delle pub- 565 bliche religiose opere comandatee supplite col suo peculio (perchè eretta per suo legato nel 1709). Ciò è ben altro, osserva ilbiografoMoschini,che raccomandarlo alla posterità nella maniera che si era fatto nel Protogiornale dell’ anno 1795, dicendo visi soltanto che, lui duce, venne a Venezia il re di Danimarca, e gelarono leLagune (apprendo pure dal Cancellieri, che tale rigidissimo verno tornò a molestare Venezia nel 1782,111 cui vennero in questa città gl'illustri viaggiatori Conti del Nord,essendosi detto anche allora, che il Nord viaggiava verso il Sud, per l’acutissimo freddo di quella stagione). M’istruisce l’Arte di verificare le date, che le Lagune nel 1709 dal rigido freddo ne furono gelate a vari pollici di grossezza, fenomeno di cui, secondo Lau-gier, nou aveasi avuto esempio fino allo* ra; ma la stessa cosa era già avvenuta nel-1*896, se stiamo agli annali di Fulda. Dice Muratori, per essersi congelata tutta la Laguna di Venezia nel 1709, con grave incomodo della città, su pel ghiacciosi dovea portare tuttuciò che con tanta facilità si suole portare per barca (Per analogia noterò, che sarà memorando per Venezia il 5 novembre 1858 per l’insolita copiosa neve caduta, e tosto il ve* neto arcade Eterodonte Termidio compose questo epigramma. Anche da placida - cadente neve — La gran Vine-gia - beltà riceve. = Così, sia misero - o lieto il fato, = Del saggio l’animo -sempre è beato. Si legge nel Giornale di Roma degli 11 novembre 1858.» Dopo 8 giorni di tempo orribile, di vento, di freddo e di pioggia continuata, dice il Piceno d’Ancona de’5 corrente, questa mattina il sole in tutta la sua magnificenza rifletteva i suoi raggi sull» terra coperta da un palmo di neve caduta nella notte. Memoria d’ uomo nou rammenta che nelle contrade di Ancona la neve sia caduta ne’primi di novembre. E più sorprendente fu per Boaia il vedere ieri la neve cadere a grandi fiocchi per più di un’o-