47g Pastor supremo Je’cattolici.molto destrámenle per il cardinal di Gioiosa era condotta a fine la vertenza gravissima. Ma i partigiani della corte di Homa andavano spargendo certi libelli,in cui dicevasi che le pontificie pretese erano state perfettamente sostenute ; n’quali scritti Venezia uon lasciava di rispondere con altro \aùlo\nlo: informatione particolare del-l’accomodamento,smascherando le propalate falsità. Or tra per questo, tra per gli avvenimenti precorsi .accadeva che ritornando Paolo Sarpi, anima e sostenitore caldissimo della veneziana causa,sul-l’abbrunare del 5 ottobre 1607 dal palazzo ducale al suo convento in compagnia di un fr. Marino laico, e di un A-lessandro Malipiero, vecchio gentiluomo, assalito fosse, come calava il ponte di s. Fosca, improvvisamente e precisamente, dietro gl’indizi dati, da un Michele Vitri bergamasco, da Ridolfo Poma, da Alessandro Parasio d’ Ancona, da Giovanni da Firenze e da Pasquale da Bilonto, uomini d'arme quest’ ultimi. Scaricate da’ ficarii alquante archibuginte.aHine «liatterrire, oltreché il laico e il Malipiero, i vicini che avessero voluto accorrere a fra Paolo, alcune femmine, capolin facendo dalle finestre delle case loro, »edemi percosso fieramente in varie parli del corpo il consultor teologo della repubblica, dar-glisi due ferite nelle scapole, ed una nel-l'orecchia destra, che andava a riuscire tra il naso e la guancia pur destra. Caduto a terra fra Paolo e già morto reputandolo, gli aggressori prestamente involatami, senza uemmen curarsi d'estrarre dalla ferita lo stilo, già fitto e mollo torto rimasto nell'osso, per passare, profittando della notte sopravvenuta, in forestiero dominio". Prosiegue lo storico a narrare le cure generose che tosto cjIo-rosa mente prese il senato per la guarigione del Sarpi e per trovare gli assassini, e poi a preservarlo da altri pencoli, nel pubblicare premio a chi scoperto o rivelato aveste alcun'altra insidia contro la vita del consultore ràfMMa «J to, per la cui sicurezza — Tpn T seche avesse decorosa sUnw, lazzo ducale, ricusata dal doppiandogli gli ferinità fra Paolo,dispooefelok te, sinceramente perdoaò s'iaa non si querelò del mile, oè larw» diti sulla deri razione -1-11’—iinu., _ rò non è punto vero di’ egli dgnosco stylum Romamtt Cwta- * vocabolo ttylum ironica mesi« dall'inventore dell' esclamano« » re al costume e modo di procedei u la Cuna Romana,facendone ifaea m a lunnioso sinonimo di stilo spem 4 p» gnale ! Risanato che fu, il valeaia ».r « go Fabrizio d’Acquapendente, no». ■ mercede, come talvolta faceva eaa afe soggetti distinti, la repubblica'|ii dn» una grande e stupenda tatti d‘ trpmu coll’impresa di s. Marco,che F*b»-a»» locò nel suo gabinetto nceo tfc aafcnaa e preziosi presenti fatti a ha de Asm personaggi italiani e stranieri, s®U» m porta avea posto il motto: t»n » gledi litcrum. Termina il oa». Mi- m li, con dire della morte naturale « in* tomlie di fr. Paolo Sarpi. Trrtaiae • p» re definitivamente questo importaat» dio aliare dell*Interdetto (che dn«l« *• e più potente scossa morale a tolU 11 • 1 opa)colla citazione del cap. 1 ,L della Storia ilocitmenhiia di ! *»"- * (pervenutami quando già io sw» to a Venezia il mio rnss. Nelle raf**« * duale che vi ho dato, principali»«*1* • fece impressione quanto oguatd* ” <* dinal Baro 1110. Noo intendo atloot**» mi dal protestalo più sopra, twx- ^ " sare nel declinar del secolo X' * ** ■ vanni di sua opera, tranne quo»» “■* eccezione. Le poche parole ds* <***■ ** no la conseguenza d’aver coesaliat" p soue idonee qui in Roiw * r“ zia, a schiarimento del del*»!'“ mento) del più volle lodalo p»*1 manto, cui spero non sieo pe» *•'“