»»traodo l'arte degli orefici, l’altroquel-u de'gioiellieri. Aveano i Merciai ornala U loro barca a (eia rossa con gigli iato; io galeotti erano a’remi, vestiti a livrea del re d' ormesino giallo e turchi* m. Questo colore aveano pure scelto i Drapfiicri per l'addobbo della loro barca. Di rato cremisi era tutto coperto e orlalo il brigantino de Sensali ila Rialto. Prepararono gli Speziali o farmacisti u-aa tutta turca di 12 banchi colla coperti di panilo d'oro, la poppa era di dentro adorna di bellissimi tappeti,ed a’4 lati di essa sorgevano 4 piramidi di color alette contenenti fuochi artificiali, meu-Ut alla base sedevano 4 ninfe; a prora altra piramide colla Testa (T Oro inse-:oa della farmacia a s. Bartolomeo (ancata esistente a'piedi del poule di Rialto 1 l Bartolomeo), e col simbolo d’uu pel-kaao intorno al quale giravano le parale Rrs/ócr, Domine, volendo dimostrale col pellicano di esser pronti a dure oltre le facoltà anche il sangue alla patria. I Bambageri aveano un brigantino a 1 a remi, dipinto di bianco e rosso colla captila di damasco cremisino. Il palischer-•«degli Specchieri era aia remi, dipiu- lo di verde colla coperta di scarlatto e * p^ppa adorna di bellissime tappezzerie e eoo magnifica mostra di specchi, e a« mappamondo della stessa materia. Portatane io mostra terribile gli Spada-n aella loro barca addobbata a cuoi d’o-»*, armi antiche e spoglie e trofei, ogni Mia d'armi e scimitarre, 38 piccole ban-«rt turche e una bella insegna antica ¡attaglia del tempo del doge Ziani, co’ • trainanti in livrea rossa e verde. Su tut* '* 1 legni poi erano alabardieri in varia l'8S» veaiiti, insegne del Santo protet* '*** arte, trombette, tamburi e tim-r*>ni- Sé le altre corporazioni si attenne* *”■ c^*t tutte gareggiarono nella rie* rUj * nell'invenzione degli ornamenti, merita «ingoiar ricordo quel- * J* f etrai di Murano, thè sopra due «iao barche incatenate insieme, COMI te 4ot di tela dipinta, fabbricarono una fornace sotto la forma d’un Mostro marino, dalla bocca delquale uscivano fiamme, mentre gli operai seduti entro al corpo del mostro lavoravano bellissimi vasi di cristallo. Altra barca ancora raffigurava ungran Delfino, Nettuno seduto col suo tridente la governava e a poppa due cavalli alati erano in atto di tirarla a sembianza d’un carro, mentre a’fianchi 4 rematori sotto figura di vecchi, molto al naturale, vogavauo rappresentando i fiumi Brenta, Adige, Poe Piave. La maggior parte de’ brigantini e palischermi aveano suonatori di trombe e di timpani,di tamburi e di nacchere turche. A tanta splendidezza, a tanto sfoggio delle arti meccaniche, non lascia vano d'accompagnare i loro superbi lavori le arti belle, ed un arco alzatod’or* dine del senato incontro la chiesa di s. Nicolò del Lido da quel potente ingegno di Palladio, facea prova di quanto esse fossero coltivale in Venezia. Alla bellezza dell’architetlura, alle statue della Vittoria e della Pace, della Fede e della Giustizia, alle armi del re e della repubblica, con iscrizioni celebranti l'uvveuimen- lo e riprodotte dal Mulinelli, si aggiun-gevanoio quadri di Paolo Veronese,del-l’Aliense suo discepolo, e di Jacopo Tin-lorello, rappresentanti fatti del festeggiato principe. Arrivato Enrico III innanzi all’arco nobilissimo e ammirabile, il duca di Ferrara gli presentò Antonio da Canale direttore della pompa e già provveditore della flotta vincitrice alle Cui zolari, di grandi prodezze nelle sue imprese marittime; ed il re all’elogio che ne fece il doge corr ispose coll’ imporre sulle di lui spalle per due volle la spada nuda, e coll’abbracciai lo, creandolo coti io sul fatto suo cavaliere, dopo averne domandato licenza al doge. Disceso indi il re a terra, venne incontralo da Giovanni Trevitan patriarca di Venezia, colla Croce a vanti ed 1 canonici, e pattando con etto per l’arco, era accompagnato alla loggia dello stetto arco accomodata a