384 il tempo corto per maneggiarla non era Intelaio pattare inoperoso da’turchi nel-Titola di Cipro, poiché espugnata Nico-sia, nel maggio del seguente anno cinsero d’assedio Famagosta (io inclino a credere con l'Arte di verificare le date, cd altri, che Mustafìi dopo la presa di Nicotia, si recò lotto ad assediar Fama-gotta, per la cui vigorosa difesa si vide poi costretto nell'entrar dell’inverno limitarsi al blocco, riprendendo l’assedio nella primavera del seguente anno),città vescovile ridotta a fortezza, di forma quadrala imperfetta, il porto essendo difeso da un piccolo castello con 4 torrioni. Gli abitanti nveano distrutto i bellissimi giardini sohurbani,e raccolte le metti eranti portate nella città con i5oo villici che reterò buoni servigi ne’combat-timenti e ne’ lavori delle fortificazioni. Verso la metà di aprile 15^ i ti avvicinarono i turchi a Famagosta a far bastioni per piantare l’artiglieria per le batterie, le quali principiarono ad agire a’ ir) maggio.Si cominciò da piccoletearn-rnuccie, da felici sortite del Ungi ioni, il quale col Uragadino confortavano gli n-bitauti atterriti dalla cataitrofe di Mico-sia, raddoppiando d’ardore nel dittrugge-re i lavori de’nemici. Un soccorso avea potuto penetrine daCandia sotto la condotta di Marco e Marc'Anlonio Quirini, di l4oo fanti italiani comandati dal conte Luigi Martinengo con cannoni e munizioni. Però i comandanti non s'illudevano sulla resistenza da farsi a'turclu.se non arrivavano i sospirati soccorsi della (lotta, troppo estendo sproporzionati i metti dì difesa da quelli potentissimi degli aggressori. In sostanza i giudicali abili alle militari fazioni ascendevano a 7,400, de' quali 3,500 fanti italiani, i,.{oo militi paesani, a,5oo appartenenti a' 6 sestieri della città, cui ti aggiunterò 55o albaneti: ma siccome molti de’nomiuati si occupavano a' lavori di furi ideazione, forse ad un '>,000 si riducevano i combattenti. Intanto i turchi costruirono 10 forti, e cominciarono a battere le miui si difendevano gli attediati cogli ardkU. gi, co’cannoni e co'fuochi artificiali, t „ spinsero il 1 ."assalto. Però le perdile & turchi tubilo si riparavano, quelle d«4 fensori erano irrimediabili. Quindi ut tornarono i mezzi ingegnosi edell'aiUà di offesa e sì di difesa,mentre il veicolai Limisto o Napoli o Nemesi, fr. Serafio» For libraccio f.i magottano e domenica», esortava e incoraggiava que'di dentro,« le donne che rendevano utilissimi serti gi, finché una palla uccite il zelante prt lato mentre orava viciooalle mura. Altri 3 assalti furono egualmente retprnk con valore, ma ormai faceva» ioent»l le la reta per le gravi perdite fatte di fentori, per la penuria di munizioni • A viveri onde la popolazione ciba vasi ddW cose più vili e immonde. La staocbem, le ferite, le malattie rendevano molti • abili al servigio, e quelli che ancora • pretta vano tomigliavano più a ipettnctx ad uomini. A lutto opponevano mirai» le fermezza il Uragadino e il Baglio», • dall'esempio loro gli altri s'incoraggiata-no. Lo stesso nemico ammirando ilcostaa te valore, e contiderando le proprie au lucrosissime perdite,diceva che Faitaj» sla sembrava difesa non da uomini ma ,1« giganti. A’3o luglio le più gagliarde Kb» re ottomane, dopo aver posto in onl'«* tutta la formidabile artiglieria. salirò»» sulla breccia e combattendo ferocemente pervennero » farti strada fra difensori. Questi però op|ioseio tale forti»»*®4 resistenza, che dopo 6 ore di fono«» pugna i turchi anche questa volta furono ■ espiliti. Mustafìi tornò » proporre ad *• qui patti la res», mentre gli abitanti, eh* fino da'l5 luglio aveano pregato il Uf,‘ gadino a muoversi a pietà oode capii ' lare, vedendo svanire la speranza di tenore efficace difesa, rinnovarono 1-“ " ve rimottianze; ed il capitano, tolleci" to pure dal consiglio de'pnnapah, d agosto la bandiera bianca. Cestaio I <*•