altrove, la disincamei azione temporanea ,|i Castro e Rouciglione, e il compenso al tlüca di Modena di 3+5,000 scudi, men Ire le pretensioni ascendevano a più milioni, come vuole il suo bibliotecario Mu • nitori, che tuttavia biasimò Luigi XIV pel rigoroso e violento contegno contro il Vicario di Cristo, per un accidente avvenuto in Roma senza colpa sua ede’pa-miti.L’ambasciatore veneto residente in Iioma uel corso de’disturbi e delle traila-live crasi prestato per la quiete e nell’in-trre*»e del Papa, il quale vedendoSpagna uuita a Francia, procurò che la repubblica ti facesse mediatrice della pacificazione. Il senato abbracciò volentieri l'occasione d’allontanare dall'llalia i turbini della guerra c tenere in pace la cristianità.e raccomandò caldamente a’suoi am-Invaatori residenti a Roma e Parigi gli idlizi opportuni per conseguire questo line. Per mezzo dell’ambasciatore di Ve-iieiia a Parigi, il Papa avea rimesso un brete al re di giustificazione; e fu per le incessanti pratiche dell’ ambasciatore Luigi Grimani,che superate le difficoltà Ir« le parli, si ripresero le trattative a Liune e poi a Ponte Bonvicino in Savoia, osen ridusse il veneto Grimaui qual me-JmIoi e,e v’intervennero pure il resiliente ili.Spagnad’luivei ta,iresidenti di Parma eili Modena,e u consoli d’Avignone; finnica Pisa ti concluse l’accennalo accomodamento, facendo dipoi il Papa una segreta protesta per la disgustosa concordia. Grato Alessandro VII alla mediazione veneta, bencbè nel 1660 avesse crea- lo cardinale il b. Gregorio Barbarigo pa-IniK» veneto, in seguito a nomina del senile conferì egual dignità a Giovanni licitino altro nobile veneziano, uella promozione cioè detta delle Corone,per aver creato cardinali de’ nazionali austriaci, tianccsiespagnuoli ad istauza de’rispelli-»'sovrani. — Oradebbo riferire la visita f-itlaa Venezia dal principe di Toscana poi Cosimo 111,descritta dui cav. .Mutilici I', ma con alquanto, ancor lui, denigrare 533 quel principe, che propugnai nell’indiea-to articolo, in uno a’granduci» Medicei. Ferdinando II per allontanare il figlio principe Cosimo nlcun tempo dalla stravagante Margherita Luigia d’Orleans sua moglie, volle che viaggiasse per l’Italia, la Germania e T Olanda, e visitasse le principali città di Lombardia, siugolar-inenle Venezia già du lui ammirata, come di sopra rilevai. Ad aggravare dunque maggiormente l’erario della repubblicani quale ormai non poteva tollerare nuovi dispendii, pe’guerreschi incessanti e gravosissimi, accadde la venuta in Venezia di Cosimo con numeroso seguito, riportato dal patrio annulista, tra’ quali il prete cappellano Filippo Pizzichi, che descrisse il viaggio, a’nostri giorni pubblicato con questo titolo : Avviso a'bcii-gni lettori, premesso al viaggio per l'alta Italia del Ser. Principe di Toscana, poi granduca Cosiino IH, descritto da Filippo Pizzichi, illustrato da Domenico Moreni can. dell’ i. r. basilica di s. Lorenzo di Firenze, ivi 1828. Il Mulinelli riprodusse la descrizione del Pizzichi sul soggiorno di Cosiino in Venezia, divisa in 11 giornate. Partito da Firenze l’ii maggio 1G6.4, con magnifico treno di viaggio, per Bologna, Ferrara e Chiog-già giunse Cosiino a Venezia a’18, prendendo alloggio nel palazzo del Cellesi, residente di Toscana presso la repubblica. Ordinato già aveasipel suo servigio una gondola tutta dorata, cou guernimeuli di tela d’oro, e iregi di putti che sostenevano gli emblemi de’Mcdici e altri,a-vendo a poppa un Nettuno di rilievo dorato, circondato da Tritoni e da putti a cavallo di Delfini. Disponeva pur la repubblica di regalarCosimo soutuosameu-le tanto all’arrivare (pianto al partire, come allora soleva farsi con tutti gli altri principi sovraui,cioè varie specie disquisiti commestibili, vini, confetture, tor-cie, candele ec. ; e siccome altrettanto si praticava in Roma da'Papi, e più esempi ne riprodussi, qui mi uslengo dd de-