786 sistema, domando oggi un grande sa-grifizio,e lo domando al partito mio,al generoso parlilo rcpulblicano. All’inimico sulle nostre porle3che aspettasse la nostra discordia, diamo oggi una solenne mentita.Dimentichiamo oggi tutti i parliti j mostriamo che oggi dimentichiamo di essere realisti o repubblicani, ma che oggi siamo tutti italiani. Ai repubblicani dico : Nostro c l’avvenire. Tutto quello che si è fatto e che si fa, provvisorio. Deciderà la Dieta italiana a Roma ! Vive e prolungate acclamazioni susseguono a questo discorso. Tornato Manin al suo posto, l’avv. Castelli e molti altri deputali vanno ad abbracciarlo con grande effusione di animo. L’avv. Castelli sale in bigoncia e colle braccia alzate esclama: La patria c salva! Viva Manin! Si venne finalmente a’ voti. Al i.° tema, se la condizione politica di Venezia debba decidersi subito o no, voti affermativi i3o, negativi 3; al 2.°tema, dell’ immediata fusione di Venezia negli Stali Sardi colla Lombardia, voti aflermativi 127, negativi 6; il 3.° tema delle sostituzioni e forme de’ ministri fu riservato al dì seguente. In questa tornata Manin venne eletto membro del nuovo ministero a grande maggioranza di voti, e probabilmente sarebbe stato rieletto a presidente, ma egli rispose: Io ringrazio vivamente l’ Assemblea di questo nuovo contrassegno di fiducia e di affetto,ma debbo pregar-la di dispensarmi. Io non ho dissimulato che fui, sono e resto repubblicano. In uno slato monarchico io non posso esser niente, posso essere della opposizione, ma non posso essere del governo. Prego i miei concittadini a non costringermi a far cosa contraria alle mìe idee. Poi io sono stanco e sono affranto dalle lunghe dolcezze di questi tre mesi : fisicamente nonne posso piìi, credetemelo. La mia testa non reggerebbe e non potrei fare certamente che male. Prego vivamente ad essere dispensalo. Dichiaro eziandio che, essendo eletto, non accci lerci. Si venne quindi alla nomina <1^ nuovi membri del governo provvisorio, c fu eletto a presidente l’avv. Jacopo Ca stelli, il quale dopo la votazione montò in tribuna e disse: Accettiamo il grave incarico che la patria c’impone. Lo accettiamo senza guardare alle nostre forze, ma con potenti conforti, che sono la nostra coscienza e la confidenza vo stra, la quale sarà sempre la nostra inestimabile ricompensa. Termina N. T il suo libro colle seguenti - parole. » Co«, cadde la veneta repubblica democrali ca proclamata a’ 22 marzo.Il nuovo governo provvisorio ( composto del Castelli, Camerata, Paulucci, Martioengo, Cavedalis, Reali, fu tacciato di odorare d’ assolutismo ) a’ 7 agosto 1848 solennemente dimise e cesse in perpetuo a S. M. Carlo Alberto il possesso, dominio c sovranità della città e provincia di Venezia; l’esercizio del governo venne quin di assunto da 3 commissari in nomedelrr, (generai Colli, cav. Cibrario,avv. Castelli veneto, il proclama de’ quali commissari straordinàri dello stesso 7 agosto, lo leggo a p. 646 della Gazzetta dì Romaj termina coll’acclamazione: Vivai. Marco! Tiva Carlo Alberto! Vivali lalia!). Agli 11 agosto, pervenuta In Venezia la notizia della capitolazione Sa-lasco ( riferita nell’ articolo Sabdegss Stati e altrove),il popolosi ammutina, sì scacciano i commissari regi, ed un nuovo governoprovvisorio veneto si forma colla presidenza dell’avv.Manin. Venezia in tal modo si sostenne fino al 22 agosto del successivo anno 1849»cul da lungo tempo bloccata per terra e per mare, sprovvista di vettovaglie, desolata dal cliolera e bombardata, si sottomise all’austriaco governo”. — Per la brevità dell’ultimo periodo, occorre riempirne la lacuna con un rapidissimo cenno, traen dolo in buona parte dall’opuscolo:.Ano«1 Memoriale Veneto di P. C. I commissari regi con proclama del 9 agosto di-