846 la maestosa fabbrica della basilica patriarcale, e di luianebe parlai nel § V, n. 7, pel suo Trattato delle ss. Reliquie della basilica Marciana. Morì a’ 7 maggio l63i,e fu sepolto nella metropolitana, colle sigle D. D. D. D. che comunemente si spiegano: Dilexi Decoren! Domus Domini. Però in uno de’pilastri del tempio è scolpilo il suo elogio. Egli è molto encomialo qual sagro scrittore , e sotto il suo nome si conoscono diverse o-pere, oltre all’ inedita e assai pregievole che si conserva nella biblioteca Marciana e in quella del cav. Cicogna , Catalogo de’ Santi,Beati e Venerabili veneziani.— Federico cardinalCornaroXIXpatriar-ca. Nel setiembre 1631 il cardinal Cornare (V.') dalla sede di Padova fù in questa trasferito. Quando fu innalzalo alla romana porpora, qual figlio del vivente doge Giovanni, insorse quel grave disgusto fra il senato e il padre, eh’ ebbe termine quando il doge si mostrò pronto a rinunziare, onde non pregiudicare il figlio, che contro i divieti avea neeeltato l’eminente dignità: il che raccontai nel § XIX, n. 34, dogado 96.° All’epoca della nomina a! patriarcato, tuttavia la peste desolando Venezia, tardò il cardinale la partenza da Padova, e solo prese possesso a’27 giugnoi632 con veneziana magnificenza. ludi a’2 setlembrei642, col-1’ assistenza de’ vescovi suffraganei di Chioggia e Caorle, solennemente consagró la nuova metropolitana, e sulla porta che conduceva al patriarchio vi fece collocare l’esistente memoria. In essa si ricorda pure la cappella ni s. Giusto martire, del palazzo contiguo, da lui restaurata, altra avendone eretta nel chiostro a s. Ivo. E'commendevole altresì la sua benignità pastorale a comodo del suo gregge, poiché considerando la grande distanza del palazzo patriarcale dal centro della città, statuì che in due giorni della set-timaua si sarebbe recato nel palazzo di sua famiglia a udire chi bramasse parlargli, ed ivi pazientemente tutti riceveva. Compiute le parti di zelante e saggio pastore, sentendosi diminuir le forze, rimili-zio il patriarcato a’2 aprile 1644. e si tra sferì a Roma quasi a riposo del resto di sua vita. Dolente il clero per tanta perdita, a perenne testimonianza di sue virtù e zelo, non meno che della propria af. flizione di non più averlo a pastore, nella cattedrale pose marmorea epigrafe , la quale, tuttora esistente, é riportata dall’accuratissimo ab. Cappelletti, colle altre che ricordo e non rammento per scrupolosa brevità. In Roma, a merito suo, Innocenzo Xreinlegrò nella sala regiadel Vaticano, l’iscrizione onorevolissima per Venezia e tolta da Urbano Vili, pel riferito nel § XIX, 11. 8, verso il fine. Morì in Roma il 5 giugno 1653 e fu deposto nella nobile cappella di s. Teresa da lui edificata nella chiesa di s. Maria della Vittoria,pala quale eragli stata coniata una medaglia, ed in esso egli avea fatto scolpirei ritratti di 6 cardinali di sua famiglia e del doge padre. — Gian-Francesco Moro-sini XX patriarca. Fu eletto nel dì seguente alla rinunzia del predecessore, 3 aprile i644- Zelatore della buona disciplina nel clero, perciò raccolse due volte il sinodo diocesano: neli653, a’17,18 e 19 giugno; neli667, a’18,19 e 20 aprile, pubblicati colle stampe. Avendo il senato per le gravissime vicende della disastrosa guerra di Candia eretto nella basilica metropolitana il grandioso altare di marmo in onore del celeste patrono di Venezia s. Lorenzo Giustiniani, invocandone il patrocinio, il suo s. Corpo vi fu con solenne pompa riposto dal patriarca a’4 geunaio 1666, come già dissi. Mori il Morosini a’5 agosto 1678 e fu tumulato in magnifico sepolcro in s. Nicola di Tolentino. — Alvise li Sagredo XXI patriarca. Già ambasciatore al duca di Savoia,non esercitò altro pubblico incarico, perchè il suo fratello Nicolò veone innalzato alla diguità ducale, essendo vi«’ tato dalla legge, come ripetutamente notai nelle biografie de’dogi, cd era morto