bloccare per mare il porlo di Joppe o JalFa, mentre GolTredo di Buglione primo re crociato della conquistata Gerusalemme e d’Antiochia, assediava la città dalla parte di terra. I veneziani furono accolti con somma benevolenza da Goffredo, e lo presentarono di meravigliosi vasi d’argento e d’oro, e di preziose vesti. La flotta comparve nell’anno seguente co’ francesi agli assedii d’Ascalona e di Caifa: la i .* resistette, In i.a si prese. Indi venuto a morte Goffredo, i veneti e i franchi si recarono a Gerusalemme, e lo videro spirare a’18 luglio 1100; e poscia ripa-Iriarono co’ss. Corpi, ricevuti solennemente dal doge, da’ magistrali e dal popolo, con gioia universale e religiosa. Frattanto Durazzo, per denaro da’ greci anteriormente ceduto a’veneziani, cadutoli) potere de’normanni, dava loro molto pensiere ; e sebbene rivolli alle conquiste di Terra Santa, furono costretti a decretare una spedizione anche contro di essi ; e la Calabria, una delle provinole de’uormanni, fu da’ veneziani posta a ferro e fuoco, uniti agli ungheri per essersi alleati contro i normanni col re Colomano. Nel 1 101 il doge avea fatto edificare sul lido di Malamocco la chiesa e il monastero di s. Cipriano, dove collocò monaci benedettini; ma essendo stati l’uno e l’altro rovinati pochi anni dopo dall’impeto del mare, furono riedificati in altro più sicuro sito, ch’è nel-1 ’¡.soletta di s. Cipriano in Murano. Anche la gran contessa Matilde, marchesana di Toscana, eroina munificentissima della Chiesa romana, nel 1101 domandò e ottenne soccorso da’ veneziani di parecchi legni per recarsi a Ferrara ribellatasi al suo domìnio, e dopo averla ricuperata, die’in benemerenza al doge e a’ veneziani molti privilegi ed esenzioni in quella città. Parlai in quell’ articolo del visdoinino o console che vi ebbero i veneziani a tutela de’ loro traffici-, e vi edificarono una chiesa in onore di s. Marco, coinè più tardi fecero a Ti- 69 ro, a s. Giovanni d’Acri, e in generale ov’ebbero grandi fattorie di commercio. Quanto alla chiesa di s. Marco, narra il Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, che Matilde in memoria del prospero successo e in segno di gratitudine a’ veneziani la fece fabbricare e ad essi donò. Qui mi limiterò a dire col Manini, Compendio (fella storia di Ferrara. Era il visdomino un rappresentante tenuto in Ferrara dalla repubblica veneta, e vi esercitava con proprio tribunale qualche giurisdizione a sostegno di quell’immunità e diritti concessi alla medesima dalla celebre Matilde nell tot,al-lorchè fu da essa aiutata nel riacquisto di Ferrara. I visdomini soggiacquero a diverse vicende politiche, in ragione de’ tempi e delle relazioni de’ duchi di Ferrara e de’ Papi co’veneziani, talvolta essendo stati espulsi dalla città, come nel 13o8, in cui i ferraresi li riammisero contro il parere del legato,per aver Clemente V fulminato i veneti di scomunica. Donato Mannello d’Arezzo vicario generale del vescovo di Ferrara,circa il 1480 fulminóla scomunica al visdomino veneziano Vittor Contarmi residente in Ferrara, per aver chiamato un chierico debitore di piccola somma all’incompetente suo foro, ed averlo fatto carcera-re ad onta d’esser avvertito in buone maniere del grado di lui ; scomunica che accese grandissimo fuoco nel governo veneto, e che obbligò il vicario a portarsi in Venezia per giustificarsi col senato. I vescovi d’Adria in Ferrara vi ebbero un vicario generale con tribunale a comodo della porzione di diocesi situata nella provincia a guardarla sotto il nome antico : probabilmente quella porzione di territorio situata sulla riva sinistra del Po con buona parte dell’isola d’Ariano in diocesi di Chioggia, che il congresso di Vienna neli8i5 cede all’ Austria, ad onta delle solenni proteste di Pio VII, i cui paesi nominai ragionando di Rovigo. Fu Tito Novello ferrarese vescovo d’A-