5g6 d’una povera madre che piange i perduti figli! ” Segue I’ altra di : 6. Poveglia. Isoletta della Laguna,co-mime di Malamocco. Anticamente appel-lavasi Popilia, o per averla abitata uno di tal famiglia, o per le sue molte piante di pioppi. Certamente fu una delle prime abitate da’ profughi di Padova e Monselice circa il 42 i, e vi restarono sino all’8og, quando per 1’ invasione del re d’ Italia Pipino ripararono a Rialto. Restata deserta l’isola, l’ebbero i servi e gli schiavi del trucidato doge Pietro Tra-donico, con annuo censo, poi permutalo in semplice giuramento di fedeltà nella 2."festa di Pasqua. Nella guerra di Chiog-gia sì fabbricò il forte Ottagono ancora esistente. Ma dopo quel tempo il deperimento dell’ isola fu progressivo, onde nel 1777 fu destinata alla contumacia delle navi provenienti dal Levante. Soppressa nel 1809 la sua chiesa, vi fu istituito un Lazzaretto, acciocché le navi compiano la contumacia sanitaria. Più a levante s’incontrano le due seguenti isole. 7. Lazzaretto Vecchio,già detta %.Maria in Nazareth, per quanto riportai nel § X, n. 6g.Poco distante da s. Lazzaro, giace in uno de’innggiori canali che dal porto di s.Nicolò conducea quello di Malamocco. A mezzogiorno della città, e lontana da essa circa due miglia, e non più che un trarre di pietra dal Lido. A levante lia vicina la delta isola di s. Lazzaro, a ponente quella di Poveglia , che le sarebbe discosta un miglio e mezzo, se la tortuosità del canale non duplicasse la via. La figura sua è un quadrilungo di circa 200 passi ne’ maggiori lati e 100 ne’minori. Un ponte la congiunge ad altra più piccolo ¡soletta seminata d’ortaggi, nella quale sorge una conserva di polvere rivestita di pietre di taglio, con presso un alloggio pe’soldati posti a custodia. Sotto il ponte scorre un canale da cui si scende nell’isola. Dal senato veneto fu o-riginariamente concessa ad alcuni eremi- ti agostiniani, i quali nel 1 vi fabbricarono una chiesa dedicata a s. Maria di Nazareth, cominciandola nel maggio di tale anno, riferendo il Corner che vi pose la 1." pietra il vescovo Pino di Castello. Vuolsi che alla chiesa sia stato dato il detto titolo, forse perchè i frati accoglievano ed assistevano i pellegrini infermi , i quali in quell’epoca, come ripetutamente ho notato, partendo per Terra Santa odi là ritornando, concorrevano a Venezia, come a silo opportunissimo per la copia delle navi e perla sicurezza. In seguito i frali diminuirono, per gravi disordini, onde il convento restato vuoto e abbandonato, neli423 non vi era che il priore fr. Gabriele Garofoli da Spoleto, uomo di singoiar virtù, dalla cui riputazione traiti 4 giovani ragguardevoli per la nobiltà e per la loro pietà, si recarono nell’isola e si posero sotto la di lui direzione. Furono questi i già descritti nel precedente n. 5, cioè Andrea Bondu-miero, Michele Morosini, Filippo Pa-ruta e Francesco Contarmi, i quali non contenti d’ aver già assunto I’ abito ecclesiastico amarono qui ritirarsi aspirando a maggiore perfezione. Mentre a ciò con fervore attendevano, Venezia nel 1422 (meglio più tardi e nel dogado di Foscari) fu attaccata da una feroce pestilenza , per cui ogni giorno periva gran quantità di cittadini. Considerando la signoria che nel secoloXIII la città era stala più di 1 6 volle orrendamente contaminata e deserta dalla peste, comunicata dalle merci provenienti su navigli dall’oriente, con saggio consiglio, a suggerimento di s. Bernardino da Siena , volle stabilire nell’isola di s. Maria di Nazareth un luogo per accogliervi le persone e le merci che venivano da paesi marittimi, onde colà restassero finché fossero giudicate non infette di contagio; non meno che gli appestati per esservi curati. Fu trovata opportuna quest’isola, pel suo ampio circuito, situazione remota , e insieme non molto lontana da Venezia.