31. S. Leonardo, non era collegiata, bensì filiale di s. Pietro di Castello; cessò d’esser parrocchia, fu chiusa, e serve ad usi profani. Celebre fu presso i veneti il nome di s. Leonardo confessore, a cui eresselafamiglia Crituazio la chiesa parrocchiale nel i oa5, poscia consagrata nel i343. Al culto del Santo nel 1 3g5 fu istituita una confraternita. Qui ancora ebbe origine quella poi trasferita a s. Maria della Carità vicino alla chiesa de’ canonici regolari Lateranensi, e fu una delle scuole grandi. Vi si veneravano le reliquie del santo Titolare, ed altre di ss. Martiri, tratti da’romani cimiteri. 32. S. Maria Maddalena. Nel 1222 la famiglia Balio in onore di tanta penitente fondò un oratorio che in breve divenne chiesa parrocchiale, e nel 1628 eretta in collegiata, come afferma Corner colle notizie della medesima, e impugna I’ ab. Cappelletti solo con parola negativa. Però anche lo Stato personale afferma che fu collegiata e parrocchia sino al 1810. Accorse a rinnovarla nel 1701 Francesco Riccardi, uno de due titolati preti e poi pievano, con altari di marmo, e ingrandimento del campanile, che vuoisi antica torre in riva ad un canale, il quale empito poi di terra e mutato in istrada prese il nome di Rio Terrà. Lo Stalo personale ritarda al 1760 la rifabbrica da’fondamenti nell’attuale sua forma. Ma ciò eh’è positivo, fu nel 1749 chiamato l’insignearchitetto Tommaso Temanza a rifabbricarla da’fonda-menti, come ve la eresse con nobil disegno. Possiede le reliquie della Santa. Pacificatesi nel i356 1’emule Venezia e Genova, in memoria si stabilì festa della città quella della Titolare. E-ra filiale di s. Pietro di Castello; fu soppressa e chiusa, indi riaperta nel 1820, serve da oratorio sagramentaledella parrocchia de’ ss. Ermagora e Fortunato. Poiché dopo essere stata profanata dal governo italiano, mercè le cure dell’ottimo edotlissiinoGiovanni Rado,pievano >47 de’ss. Ermagora e Fortunato, venne restituita al la pubblica ammirazione. Archi tettata,come si disse, dal Temanza,del quale ivi riposano le ossa, d’elegante figura rotonda, dove il bell’ordine ionico della facciata, semplicissima e d’ una purità che innamora, mirabilmente ricorre eziandio nell’interno: bellissima è la forma del coro; la foggia degli altari è forse unico esempio. Che se in opera ricca di tante bellezze architettoniche l’occhio degl’intelligenti riscontra qualche sconvenienza, non potrà mai attribuirla a difetto del-1’ architetto, della cui morte profittò un presontuoso ignorante per introdurvele. La bella sagrestia potrebbe pigliarsi a modello d’ oratorio privato, e v’ introdusse la stessa forma d’ altare. Quest’esempio del Temanza fu seguito dall’im-mortal Canova nel suo tempio a Possa-gno. Giustamente il eh. Diedo ne rilevò i pregi artistici nell’opera, Le Fabbriche eli Venezia. Ne rende altresì ragione, colla biografia del Temanza, l’interessante opuscolo : T.e Belle Arti in Venezia, ivi, tipografia di Francesco Andreo-la 1829, editore Gi useppe Orlandelli. 33.S. Marziale, volgarmente.1. Marzi lian o Marcilian. Ne'principi! del secolo Vili, allorché Venezia coll’aggiunta di nuove fabbriche e di più numeroso popolo andava rendendosi grande, la ricca famiglia Dardanastabilitavasi,aiutando col denaro i nuovi cittadini a moltiplicar abitszioni, fu la cagione che si fabbricasse tutto il tratto ili questa contrada. Altri la dicono eretta nel 9820 nel 1 i33. La famiglia de’ Bocchi vi eresse ad onore di s. Marziale vescovo di Li-inoges la chiesa, presto formata in parrocchia. Divenuta cadente, la pia diligenza del pievano Giuseppe Pasquini, col proprio e l’altrui soccorso, da’fondamen-ti la rinnovò assai ornatamente e compì nel 1693, al modo che si vede, venendo indi consagrala dal patriarca Bar-barigo a’28 settembre 1721. Per 3 illusili vittorie riportateda’veneti nel gior-