558 sopra uno scoglio oaltra eminenza in distanza tale che uno potesse successi «aulente vedere le Faville battute da pietra focaia dall’ altro se fosse di notte, od un fumo se di giorno. Se il Doria mettesse il soccorso nella città, dovesse il i.‘’battere il fuoco una volta soltanto, se no il battesse due volte, e i medesimi segni desse col fumo, e similmente facessero gli altri, in guisa che ponendosi poi una vedetta a quella parte dell’isola di Zante che più si stende a oriente, egli potesse riconoscerti i segni dell’ultimo e a lui più vicino. Per questo modo il Canal venne a sapere il soccorso recato a Corone a più di ioo miglia di distanza, e a Venezia se n’ebbe la notizia prima dell’im-peratore o di altro principe d’Italia, cosa che a noi abituati a’ telegrafi par semplicissima e forse ridicola, ma che allora fu, come si vede, di novità e d’importanza), ove riparlai di quelle Austriache e Lombardo-Venete, ne tornai a ragionare all’opportunità, indicando i luoghi ove notai essere Venezia anche con Uo-nia in corrispondenza diletta, ed io l’ho provato. Presentandomisi ora questa, pure qui farò un’aggiunta in fine di questo periodo; prima dirò dell’ introduzione del telegrafo in Venezia. Il Giornale di Roma del i85o a p. 1000 riporla il pubblicato dalla Gazzella di Milano de’ ig ottobre. Dice che in questo medesimo giorno andavano in attività completamente le linee telegrafiche del regno Lombardo-Veneto, tanto per servizio dello stato, quanto per uso del pubblico, fra Milano, Verona e Venezia, colla direzione poi da Verona perlnns-brucka Vienna. Il supplimento straordinario unito alla stessa Gazzella ufficiale, porta a pubblica cognizione le disposizioni dettagliate per I’ uso della corrispondenza privata degl’i. r. telegrafi del- lo stalo, ed ezia’ndio di quelli posti nel territorio dell’ unione telegrafica Tedesco-Austriaca, colle rispettive tariffe in conformità delle distanze dei luoghi e lunghezza de’di spacci per l’inoltramento delle private corrispondenze telegrafiche. L’nfficiodel telegrafoin Milanofucolloca-to nel palazzo dell’i.r. Luogotenenza; quel- lo di Venezia fu stabilito nel palazzo Reale. La stessa Gazzetta di Milano de’21 giugno i852, riferisce il notato a p. 5 82 del Giornale di Roma, ed a p. 58o del-1’ Osservatore Romano. Col giorno 10 di detto mese i regi uffici telegrafici belgi, formanti parte della lega telegrafica Austriaca, si sono posti in comunicazione col nuovo uffizio telegrafico francese in Bar-le-Duc. La tariffa per le competenze di trasmissione de’dispacci dal confine francese alla nominata stazione, sono ostensibili in tutti gl’i. r. uffici telegrafici. A’22 dello stesso gingno venne aperta la linea telegrafica aerea direttamente da Milano a Venezia, e consecutivamente coi paesi dell’unione Austro-Germanica, oltre il Belgio, la Francia e l’Inghilterra. Inoltre il Giornale di Roma del i858, a p. 4°6> dà contezza della riunione seguita in Parigi a’ 28 aprile al ministero degli affari esteri, per esaminare una proposta fatta nell’ interesse del d.r Morse americano, a cui si deve l’apparecchio della comunicazione telegrafica che ha preso il suo nome, e di cui feci menzione nel citato corrispondente articolo. La scoperta de’ principi! su cui è basato questo apparecchio non appartiene certo al d.‘ Morse; ma egli ha fatto passare questa scoperta dal dominio speculativo a quello della materiale applicazione. Mediante lavori e studi, che incontrastabilmente sono suoi, la elettrica comunicazione, che prima di lui non era per così dire che una semplice teoria della scienza,èdivenuta una realtà ed uno de’ più utili acquisti che abbia fatto 1’ età nostra e che deve lasciare a’ posteri. L’ importanza del servizio, che il d.' Morse ha recato a tutto il inondo, a’ governi ed a’ particolari, è stata riconosciuta dall’universale ammirazione che ha eccitato I’ applicazione