ter trasferirsi ed unirsi con quella ch’era nella chiesa de’frati minori, e ne confermò poi nel seguente anno le proprie costituzioni. Per circa 4 anni rimasero i divoli confratelli nella chiesa de’frati minori; donde poi per gravissime cause risolsero di partirsi; e quantuuqueavesse-ro già cominciato ad innalzare per loro uso una chiesa, pure ottennero nell485 facoltà dal patriarca Girardi d’atterrare il già fabbricato per costruire in luogo più opportuno altro sagro edilìzio porporzio-natoalla necessità di loro adunanze.Simile licenza accordò al sodalizio il consiglio de’Dieci,insieme all’aumento de’ i oo fratelli con altrettanti,a condizione però che non fossero prima aggregali ad alcuna delle 4 scuole dette de’ Battuti o Disciplinanti. Mentre si operava il trasporto del luogo, la divozione de’confl ati fu premiata da Dio col tesoro e acquisto del ven. corpo del titolare e patrono s. Rocco: ciò avvenne nel modo che vado a riferire. Nel mese di agosto ■ 4^4-d. Mauro monaco camaldolese trovandosi per calunnie in una delle carceri di Venezia, s’obbligò con voto di portarsi a visitareil corpo di s.Piocco inVoghera, castello di Lombardia, allora posseduto dal conte Pietro del Verme (ma sull’identità del corpo di s. Rocco va tenuto presente quanto nella biografia notai colButler,impresso con questi t i pi, cioè che il venerando corpo fu prima trasportato forse dalla patria Montpellier, in Arles, da dove si fece la distribuzione delle principali sue reliquie, equi con esso aggiungerò, in Ispagna, in Fiandra, a Roma, a Torino, in Alemagna, a Parigi, a Marsiglia e ili molli altri luoghi. Dice inoltre il Butler, che la regina Maria moglie del re Luigi XV avendo eretto una cappella al santo in s. Luigi di Versailles, ne domandò le reliquie all’ arcivescovo d’Arles Jmnil-hac nel 1764, il quale aperta la cassa in cui sono rinchiuse ne trasse uno degli ossi maggiori e lo maudò alla regina. N011 tace il Butler, che vuoisi il corpo 397 di s. Rocco trasportato a Venezia, onde io dichiarai, almeno considerevole porzione). Non senza divina grazia liberato dalla prigione, si portò torto alla piccola chiesa di s. Rocco, a quell’epoca contigua alla chiesa de’ frati minori, per ringraziare il santodi sua ricuperata libertà. Nel vedere il guardiano della scuola, Tommaso Alberto, gli manifestò il proponimento di recarsi pure nel castello di Voghera a visitare il corpo del santo. Allora il guardiano l’animò a rapirlo. Partito il monaco a’ 12 ottobre da Venezia e a’20 arrivato in Voghera, tosto si portò all’ ospedale di s. Rocco, ove propinquo era l’oratorio nel cui altare sotto forte custodia di due porte e di beri chiusa cassa riposava il corpo di s. Piocco, conservandone gelosamente le chiavi 4 persone. Vedendo il monaco l’impossibilità dell’impresa, dispiacente e senza la consolazione d’ aver veduto il sagro deposito, tornò a Venezia. Ivi riveduto il guardiano e rimproverato da lui di sua pusillanimità, si senti infiammato di ritornare a Voghera per eseguire l’impresa, nel riflesso che il s. Corpo non avea personali custodie. A’24febbraio i485 giunto animoso in Voghera, dopo due giorni nottetempo penetrò in chiesa furtivamente, ed aperta con grimaldello la 1.* portella di legno e schiodata colle tenaglie la 2.a di ferro, rapì la cassa e con falsa chiave aperta una porta la portò via dalla chiesa. Fermandosi poi in luogo remoto ne cavò il capo e I’altre sagre ossa, lasciandone solo due nella cassa che riportò al suo luogo, ed appena all’alba del giorno si aprirono le porte del castello, nascostamente in un sacco involte fra pannilini esultante portò le ss. Reliquie a Venezia. 11 guardiano ne provò indicibile giubilo, e le collocò in deposito nella chiesa di s. Geminiano, subito dandone avviso al patriarca Girardi. Questo prelato fattane verifica con rogito de’29 aprile 1485, ne die’ partecipazione al consiglio de’ Dieci, in 44