Gesù nel Sepolcro,si conserva sempre nel popolo la divozione al luogo santo, anzi crebbe di modo, die per la moltitudine de’fedeli accorrenti, fu d’uopo cingere di rastrelli l’altare. Abbellito l’oratorio, che conduce al sotterraneo, e riccamente fornito l’altare dell’Addolorata e promossa la sua divozione, a lustro maggiore del santuario fu restituito al suo decoro coll’assistenza de’ parrocchiani; e si avvivò la venerazione per la miracolosa immagine di Gesù nel sepolcro, con onorarne vieppiù le gloriose sue Piaghe, mediante l’assistenza alla messa ne’venerdì e la recita della coronetta, per lucrare (’indulgenze congiunte e concesse anco da Gregorio XVI. 4. Benedettine e Domenicani di s. Lorenzo. Fra le molte chiese che la pietà della famiglia Badoara, ossia Parteci-pazio,eresse,allorchè occupò la sede ducale, una delle più ragguardevoli è quella di s. Lorenzo arcilevita e martire (secondo lo Stalo personale fu fondata -neirSog e data alle benedettine nell’841 )> che unitamente coll’altra contigua, non più esistente, fondarono in onore di s. Severo nell’isole Gemelle o Zemelle o Zimole, nel sestiere di Castello, i progenitori d’Orso Partecipazio vescovo d’Olivolo, figlio di Giovanni e nipote d’Angelo dogi, l’ultimo de’ quali fu probabilmente il benemerito edificatore d’auibedue. Pervenute esse per eredità a disposizione d’Orso, dispose morendo che dovessero restare a Romana sua sorella, con autorità d’ e-rigere presso la chiesa di s. Lorenzo un monastero di monache, al quale perpetuamente fosse soggetta anche l’annessa chiesa di s. Severo. Il vescovo mori nel-P 854- Unita alla chiesa di s. Lorenzo e-ravi altra chiesa di minor mole, dedicata a s. Sebastiano, cui asserisce il Sansovino essere stata parrocchiale, finché la cura dell’anime, per maggior comodo de’par-rocchiani, fu trasferita alla chiesa di s. Severo (la quale, come dissi nel § Vili , u. 7 i,fu demolita a’nostri giorni). Non però 22 1 fu questa chiesa fabbricata unitamente nè all’altra di s. Lorenzo, da cui è totalmente distinta, nè al monastero; ma oltre un secolo dopo nel 1007 al tempo di Pietro II Orseolo doge, in occasione di fierissima pestilenza, che rap'i con tal doge grandissima parte degli abitanti. In esecuzione del disposto dal fratello, Romana ordinò l’erezione del monastero in ampio recinto,aggiungendo a’ehiostri delle religiose, altre abitazioni contigue ad uso de’ monaci, i quali secondo la ricordata consuetudine doveano assistere le monache, celebrare i divini uffizi e amministrare i sagramenti; uso poi vietato da’Papi e da’concilii, ma durato lungamente anche in Venezia. Assunse il governo del monastero Romana, la quale pare che fosse monaca di s. Zaccaria. Dipoi la 3." o 4.” badessa Trionessa, v«rso la fine del secolo XI soggettò il monastero di s. Lorenzo alla riforma cluniacense, introdotta nell’ordine di s. Benedetto dall’abbate s. Odilone. L’incendio del 1 io5 consumò la chiesa e il monasterodis. Lorenzo, e la chiesa di s. Severo: fors’an-che quella di s. Sebastiano, anzi pure il monastero de’monaci,come apprendo dal cav. Cicogna. Le due prime chiese ed i monasteri furono in breve rifabbricati, ed alla chiesa di s. Lorenzo pare che il doge V itale 11 Michieli donasse un piede che dicesi di s. Barbara, essendone badessa la sorella Angela, che magnifica* mente avea riedificato la chiesa. Le rendite aumentaronsi notabilmente, ed O* norio HI nel 1221 dichiarò il monastero libero dalle decinte ecclesiastiche. Nondimeno poco dopo caduto in ristrettezze, implorò e neli25o ottenne da Innocenzo IV il premio dell’indulgenze a chi aiutasse con sussidii il monastero; indi da Alessandro IV esoneralo da qualunque imposizione ecclesiastica: e Clemeute IV nel 1267 lo ricevè sotto la protezione di s. Pietro, concedendogli libera 1’ elezione dell’abbadesse, con facoltà di ricevere nel monastero chiunque volesse tumularvisi. 22