tríele nnnnnzianle la Vergine, diviso da un Angelo, ed a’piedi s. Morco alato. Vi sono nell’eslremità, negli angoli superiori i profeti Daniele e Zaccaria, ne’ ilue inferiori i ss. Marco e Nicolò, e fra le une e l’allre figure, i ss. Pietro e Pao- lo. A’Iati del quadro stanno due Angeli, e per fianco all’altare due bassorilievi co’ ss. Teodoro e Giorgio. Narra il Dandolo, cbe la pietra di granito orientale, die serve di mensa al descritto altare, sia quella medesima sulla quale Gesù predicava alle turbe fuori di Tiro, equi poscia recata nel 1 126 dal doge Michiel. Forse questa pia credenza è da porsi in dubbio, così quella della pietra macchiata in rosso, infissa nella parete destra, secondo la quale si crede quella stessa su cui nel la prigione cadesse il sagro capo delBa t-tista reciso d’ ordine d’Erode Anlipa, e qui pure recata dal doge anzidetto (una licenza : forse quelle pietre poste dipoi per memoria ne’due luoghi, furono credute con ampliazione di tradizione come servite a tali usi). Sopra a quest’ultima , entro un catino, vi è scolpita in marmo la testa del santo. Il doge e patrio storico Andrea Dandolo, morto nell354, riposa in una cassa di marmo infissa nella parete presso la finestra. Fu l’ultimo doge che venne sepolto in questa basilica; nella quale,decretòilsenato,non potervi niuno aver tomba. Per sua cura questa cappella venne ornata tutta di musaici, secondo il Sansovino.Ma osserva giudiziosamente p. Paolo Maria Paciaudi, De cultu s. Joannìs Baplislae, Roraaei755, che il Jándolo avrà sì impiegala a beneficio di essa cappella una gran somma di denaro, ma non ogni musaico sarà stalo lavorato sotto il suo governo, giacché molti contano un’età più antica. Il Petrarca,amico di Dandolo, consigliò l’iscrizione che vedesi sotto la tomba di lui. Il simulacro del doge è supino sul sarcofago, e d’intorno in bassorilievo si vedono l’immagini di s. Leonardo, dell’Annunziata, e poi divenuta Madre del Ver- 75 bo, ed i martini de’ ss. Giovanni e Andrea. Fra la porta, che mette nella vicina cappella dello Zeno, e l’altra che introduce nel tempio, sorge l’urna del doge Giovanni Soranzo morto nell328, e qui riposto senza alcuna iscrizione. A toccar de’ musaici che ornano questa cappella del Battisterio, furono lavorati dall’XI al XIV secolo. In quello della mezzaluna sull’altare, è figurato Gesù Crocefisso colla Vergine e s. Marco alla destra, e i ss. Giovanni Evangelista e Battista alla sinistra. Innanzi allaCroce è genuflesso il doge, e poco appresso il gran cancelliere. A destra dell’altare sono espressi i fatti del Ballista, cioè quando vien decollato nel carcere; quando è recala la di lui testa adErodiade; e quando riceve sepoltura la benedetta sua salina. Nel musaico di fronte al descritto, si noia l’Angeloche appare a s.Zaccaria;que-sto privato della favella nel Tempio, e lo stesso colla santa sua sposa. La cupola s’adorna del Salvatore in gloria, ed i peducci portano l’immagini de’4 Dottori della Chiesa latina. Nell’arco che segue vi sono i ss. Pietro Orseolo, Antonio da Brescia, Isidoro e Teodoro; e l’altra cupola appresso figura nella cima il Redentore che manda gli Apostoli alle nazioni,e ne’ pennacchi i 4 Dottori della Chiesa greca. Nella parete al lato della Piazzetta, vedesi la nascita dis. Gio. Ballista,e s. Zaccaria, di lui padre, che ne scrive il nome. Questo lavoro, sul disegno di Girolamo Pilotlo, venne condolto da Francesco Turresio nel 1628. Sta sulla porta, che mette nel tempio, Erodiade colla testa del Battista sul disco. ^Evangelisti ornano l’arco dopo la2."cupoletta, e il gran vólto che segue ha nella cima il Salvatore cinto da vari Profeti , e quindi E-rode che domanda a’Magi del nato Gesù ; questi ultimi alla stalla di Bettlem-nie; la fuga in Egitto; e in fine la strage degl’innocenti. Nel musaico sopra la porta, che mette alla vicina cappella Zeuo , è un Angelo che presenta la ve-