128 da tale vittoria ebbe altresì origine la festa già tanto celebre delle Marie, la cui pompa attirava a Venezia gran numero di forastieri. In principio (si formarono 12 statuedi legno,come toccai nel vol.XXXI, p. 175, per figurare le spose ricuperate, alle quali datosi il nome di Marie, si portavano solennemente in giro per la città, dal quale uso derivò presso i veneti la frase Maria de legno, quaudo si voglia insultare o motteggiare una magherà, fredda e insulsa femmina: successivamente a’ fantocci furono sostituite le donzelle vere, come leggo nel cav. Fabio Mulinelli) si cavarono a sorte 12 giovani dalle parrocchie della città, due per sestiere, e si denominarono volgarmente Marie, indi nel 1272 fu ristretto il numero a 4- Venivano scelte fra le più belle della città, e si ornavano con tanti ori e gioie, che in mancanza di privati fornimenti, si estraevano dal pubblico tesoro i pettorali e le corone gioiellate per addobbarle, ma col debito pegno : il tutto a cura di due o quattro uomini de’ più ricchi d’ogni sestiere. L’ordine del solenne apparato fu prescritto nell’anno t ¡43 con pubblico decreto, nel dogado di Isolani. Andavano le giovani dette Marie nel giorno della festa della Purificazione ad ora stabilita al palazzo ducale, ove accolte dal doge e da lui regalate, con esso si portavano alla cattedrale di Castello, ove cele-bravasi la solenne messa, e rendevansi grazie a Dio per l'ottenuta vittoria sui triestini o altri rapitori. Ritornate poscia a s. Marco, ricevevano nella ducale basilica le candele benedette e poscia restituitesi alle loro barche ornatissime, col doge stesso#e con lungo giro pe’priucipali canali, andavano a visitar questa chiesa di s, Maria Formosa, anche come l’unica anticamente dedicata alla B.Vergine; solennità che per la sua lunga durata fu poscia divisa in 3 giorni, anzi prolunga-vasi per 7 e precedenti la Candelora o festa della Purificazione medesima. Da per tutto erano accompagnate dal popo- lo, il quale con danze, con musiche e con gara di barche lietamente le festeggiava. Molte altre leggi pel buon ordine di questo spettacolo prescrisse la pubblica autorità, che potino vedersi tracciate nell’opuscolo del cav. Cicogna intitolato: La festa delle Marie ec., Venezia 1843 ; finché poi nel 1379 applicala la repubblica a più serii pensieri, per la pericolosa guerra dei genovesi, trascurò l’applicazione ai divertimenti, onde restò prima sospesa e poi abolita la festa popolare suddescrilla. In essa era tenuto il pievano di questa chiesa, mandare a spese del suo capitolo due barche con 8 uomini al servigio del vescovo, e d’invitar- 10 seco a pranzo, ovvero corrispondergli certo censo stabilito nelle costituzioni del vescovato, al riferire del Corner. Però 11 cav. Mulinelli narra, che il pievano regalava al doge due fiaschi di vino di Malvasia, e due cappelli di carta dorata, col proprio stemma e quelli del Papa e del doge. Finite I’ ecclesiastiche ceremonie, più assai grande diveniva il pubblico tripudio nel giorno della festa, che già per conviti, per danze e per altro era tutta quanta sossopra la città, non senza amorose licenze e non senza qualche libertà, anche nel gentil sesso: festa dispendiosa molto, costando a ciascuna dell’antiche 72 contrade, non meno dii000 ducati ossiano zecchini d’oro, per quanto ancora lasciarono scritto il Filiasi, nelle Memorie storiche de’ Veneti primi e secondi, ed il Sansovino, nella Venezia città nobilissima e singolare. Per la deplorabile riforma delle parrocchie, seguita nel 1810 sotto il regno Italico, cessò questa chiesa d’essere collegiata e matrice, con 9 chiese filiali dipendenti, restando però come sempre parrocchiale, una delle quali essendo stata quella di s. Marina, già de’ ss. Liberale ed Alessio, nella sua chiusura e lagrimevole demolizione, acquistò d sagro tesoro del corpo di s. Marina che iu essa era in gran veue-