ra a similitudine, come il decreto ordinava, delle principali d’Italia e d’Europa, e 10 stato e le prescrizioni di quest’accademia s’impressero dal Savioni nel 1782, essendone già slata approvata la stampa con decreto de’20 novembre 1771. A vea sua sede essa accademia nel luogo sunnominato, ed essendo in gran 'parte spi ovveduta di gessi tratti dall’antiche statue, vi sopperì l’ab. Fdippo Farsetti, raccogliendo ne’suoi viaggi d’Italia le plastiche dell’ antiche migliori sculture, e queste dispose nel suo palazzo affinchè ne traessero vantaggio gli studiosi, copiandole. Così pure la nobile famiglia Pisani di s. Stefano avea aperto un’ accademia di disegno nel proprio palazzo a vantaggio del giovane Almoròdi quella casa, ove eiavi a direttore Pietro Longhi e altri maestri, i di cui alunni sono descritti sur un foglio allora impresso. Morto poi 11 benemerito Farsetti, il di lui erede Daniele continuò a mantenere aperto lo studio. Decesso pur esso, il di lui figlio Anton Francesco tentava vendere quella raccolta cospicua, ma non essendogli riuscito, caduta la repubblica, donò le forme di que’gessi e alienò i dipinti a Paolo I imperatore di Russia, lasciando in Venezia i getti. Questi ad istanza del prof. Teodoro Matteini,gli acquistò l’imperatore Francesco 11, donandoli a profitto dell’accademia,che raccoglievasi tuttavia nelle sale del palazzo Farsetti. Istituita poi dal governo Ralico nel 1807 l’attuale accademia delle belle arti, poco dopo si trasportarono in essa, ove tuttora si conservano. Durò l’ordinamento Italiano fino al 1838, e fu allora regolata l’accademia com'è di presente. Il collegio Armeno Raphael,di cuinel § XVI11, n. g. Il collegio Greco Flangini discorso nel § XIII, n. 9. Il collegio di marina (che poi fu trasferito a Trieste), oltre P istruzione religiosa, insegnava a’ suoi allievi, che alla carriera del mare si dedicavano, la storia, il diritto e la polizia marittima, le matematiche, l’idrografia eia tattica navale, la matematica e costruzione navale, la pratica del fucile, quella dell’artiglieria, per tutte le quali parti avea i suoi propri professori ; ed inoltre per mezzo d’altri maestri insegnava pure il disegno, le lingue italiana, tedesca, inglese, francese, la calligrafia, la scherma, la manovra pratica e il nuoto. Sparse poi sono per la città moltescuole private sostenute da maestri e maestre approvati. Per le società accademiche, oltre ad una sezione dell’ Istituto del regnoLombardo-Veneto di scienze, lettere ed arti, ed un Ateneo di cui nel § Vili, n. 23, niua’altra ne possiede Venezia, benché in essa vivano non pochi uomini d’altissimo merito, dice il Dizionario veneto, su di che mi riservo aggiùngere alcune mie parole. Quanto all’istituto di scienze, lettere ed arti, la cui residenza da ultimo fu assegnata nell’an-tiche sale d’armi del consiglio de’ Dieci nel palazzo ducale, rilevo dagli Annali delle Province Fenete del cav. Mulinel- li, esso venne fondato con sovrana risoluzione de’iS aprile 1838, insieme a quello residente in Milano, eh’è l’altra sezione, collo scopo di promuovere gli studi che hanno immediata e principale influenza sopra la prosperità e la coltura scientifica generale delle provincie componenti il regno Lombardo-Veneto, essendo composto di 3 classi, cioè di 20 membri onorari ; di 4o membri effettivi, 20 de’quali con annua pensione di lire austriache 1200; e di soci corrispondenti, il di cui numero è indeterminato, venendo però scelli tra’dolti del regnoLom-bardo-Veneto e degli altri stati della monarchia, non dell’estero, i quali sieno in istato ili concorrere e contribuire co’loro lavori allo scopo scientifico dell’istituto, o siensi resi benemeriti dello stesso, o gli servano di lustro colla loro ammissione. Il Regolamento organico è riportato dal Mulinelli. Nello stabilimento Antonelli si stampano gli annui, Atti dell’ I. R. Istituto Feneto di scienze, lettere cd