ritaglialo dall’estreme linee del circondario. Sulla sommità della collinetta è piantato un edifizio rotondo ad uso di caffè. In direzione del viale, dirimpetto all’ acqua e precisamente sul lato che bordeggia il canale, vi sono le rive d’approdo. Non mancano fabbrichette a fine di comodo e di piacere, ed havvi pure una fabbrica ad uso di cavallerizza, architettata da Gio. Battista Meduna. Sull’area de’ Giardini sorgevano l’ospedale de’ marinari, la chiesa e il seminario di s. Nicolò di Castello, di cui nel § X, n. 65 ; e nel n. 36 descrissi la chiesa e monastero di s. Antonio di Castello, de’canonici regolari, che su questo suolo eziandio esisterono. Si salvò dalla distruzione il grande arco della cappella Landò che ornava la chiesa di s. Antonio, creduta opera del Sanmiche-li, e qui fu eretto di fronte all’approdo uel rivo che divide il giardino. Esso ricorda che nel luogo sagro riposavano le ceneri celebri di Cappello, di Pasquali-go, di Landò, di Vittor Pisani, e per non dir d’altri, parimenti secondo il Diedo, di Cassandra Fedele, che celebrai nel§X, n. 3o, nel parlare della chiesa di s. Domenico ove fu sepolta, la quale col convento de’ domenicani qui pure erano edificati. Per le demolizioni de’ nominati edifizi si perderono nobilissimi monumenti e pitture meravigliose nel 1807; ma i giardini, decretati in quell’anno, furono disegnati nel 1810. Di questi amplissimi giardini e di loro amena situazione si ha il poemetto di Pasquale Negri : Giardini di Venezia,\s\ pel Picotti 1818. E le Lettere sui pubblici Giardini di Venezia, Milano pel Retton'11820. Nel 1857 il municipio decretò il riordinamento de’ pubblici giardini, e la loro riduzione a miglior forma, — Poco discosto dalle ricordate Carceri è il così detto Grande Albergo Reale, stabilito nel palazzo Bernardo, di architettura archiacuta del-l’epoca migliore del medio evo. Più innanzi incontrasi la chiesa di s. Maria 433 della Pietà, di cui nel § XII, 11. 6. Adiacente alla riviera, in capo a breve via sorge la chiesa di s. Giovanni in Brago-ra, descritta nel § Vili, n. 4- Al ponte così detto della Veneta Marina ha termine la Pùva degli Schiavoni e s’ infila colla via de’ Giardini, larga e ben edificata, che conduce a questo descritto ameno passeggio pubblico, bagnato da due lati dalla Laguna e piantato di rigogliosi alberi, ed ha contigua la chiesa di s. Giuseppe delle Salesiane, della quale parlai nel § X, 11. 56. Dalla via de’ Giardini per tortuose calli si va alla concattedrale basilica di s. Pietro di Castello già cattedrale della città, che descrissi nel § Vili, n. 1. Presso al termine della Riva degli Schiavoni, è la chiesa di s. Riagio parrocchiale della regia marineria, di cui nel §IX, n. 2. Di qui prendendo le mosse, procedesi aH’imperial regio Arsenale nel sestiere di Castello, il cui esame ne domanda più ore di tempo, dice Moschini. Questo magnifico e vasto stabilimento ad uso militare terrestre e marittimo, fondato circa ili 104, ed ingrandito poi verso il i3o4 da Andrea Pisano, sotto il doge Ordelafo Faliero, fu ingrandito ancora in epoche diverse da’più accreditati architetti sino a questi ultimi tempi. Anche la Biografia degli Artisti, in quella d’ Audrea Pisano lo dice venuto in Venezia nel i3o3, e che fatto il disegno per 1’Arsenale, nel i3o4 si cominciò. Ma Ordelafo Faliero divenne doge nel 1102, e nel i3o4 lo era Pietro Giade-nigo. Il Moschini nel 1828 disse l’Arsenale incominciato da cinque secoli, ed avere due miglia di circonferenza. Sarà meglio dire, come accennai, che il primo ingrandimento dell’ Arsenale avvenne circa il i3o4 per opera di Andrea Pisano nel dogado di Gradenigo; il secondo nel i325, cioè quella parte detta (’Arsenale Nuovo, in origine antichissimo lago di s. Daniele acquistato nel precedente anno dalla repubblica. La 3.“ aggiunta ebbe luogo coll’ingrandimento