*48 nome di Dio, la quale essendo prima destinata a s. Lodovico vescovo di Tolosa, mutò [>oi il suo titolo a causa d’u-na divota congregazione d’uomini, fondata già nella cappella della Pace e poi ivi trasferita nel 1587, ad oggetto d’onorare tanto onnipotente Nome, e compensare con pie 01101 ificenzegli strapazzi che riceve dalle sacrileghe lingue de’bestem-miatori. Di eguale sontuosità si rese pure la cappella di s. Domenico, i cui miracoli vi sono rappresentati in bronzo. La più ragguardevole poi è la cappella del ss. Rosario, ornata di pitture e sculture de’ più famigerati artisti, e arricchita da preziose suppellettili. Oltre queste, die formano colla chiesa un corpo solo, altre 3 cappelle di sodalizi erano aderenti al tempio, delle quali una era dedicata a 3 gran lumi dell’ordine domenicano: s.Vin-cenzo Ferra i,s.Pietro martire, s.Caterina da Siena, la cui confraternita si eresse nel 1458. L’altra era sotto il titolo delle ss. Vergini Orsola e Compagne martiri, in cui fin dal 13oo s’istituì una compagnia di divoti ad onore di sì glorioso co-rodi Vergini, delle quali dipinse in gran quadro il martirio il celebre pennello di Vittore Carpazio e in otto altri la storia di quella martire illustre, dipinti, i quali, soppressa quella scuola, passarono ad abbellire le aule della r. accademia. La 3.“ eh’ era situata nel fine del chiostro presso la già scuola grande di s. Marco, era dedicata alla Beala Vergine sotto il titolo della Pace, ed in essa venerava-si un’antica sua immagine di greco lavoro, e si crede esser quella avanti a cui orando s. Giovanni Damasceno ricuperò miracolosamente la mano,che per la sua difesa del culto delle ss. Immagini, dagl’iconoclasti eragli stala recisa. Portata da Costantinopoli da Paolo Morosi ni e donata a’domenicani, essi la posero nell’altare del capitolo e poi nel i5o5 trasferirono in questa cappella da loro sontuosamente eretta, a di cui custodia e onoranza permisero neh 546 l’istituzio- ne d’una pia confraternita. Demolita anche questa, trasportassi quella s. Immagine in ima cappella del tempio.Nè minori de’materiali sono gli spirituali ornameli li di questa chiesa mirabile. In essa ve-neransi : la reliquia della ss. Croce, una ss. Spina, un piede incorrotto di s. Caterina da Siena, un dito simile di s. Pietro martire, un articolo d’un dito di s. Vincenzo Ferreri, e senza dire d’altre, due intere ossa delle braccia de’ titolari ss. Gio. e Paolo, dono fatto nel 1661 dal cardinal Giberto Borromeo titolare dell’omonima chiesa di Roma, ove riposano i loro corpi, con beneplacito d’Alessandro VII. Veneravano nel dì della festa le reliquie de’ ss. Titolari il doge e il senato per divota riconoscenza della vittoria ottenuta contro i turchi alleCur-zolari a’26 giugno 1656, giorno divenuto festivo a’fóri veneti. Nolo il Corner, che nella chiesa, oltre 19 dogi (e poscia anche Francesco Loredano e Alvise Mo-cenigo), vi ebbero sepoltura personaggi illustri per gloria d’armi e dignità sostenute, fra’quali l’eroe Marc’Antonio Bra-gadin, che avendo valorosamente sostenuta la difesa di Salamina in Cipro contro un immenso esercito di turchi, perpetui nemici del nome cristiano, finalmente per mancanza di viveri e di difensori avendola ceduta a onorevoli patti, fu da Mustafà barbaro e spergiuro comandante per Selitn li, mutilato nell’orec-chie e fatto scorticar vivo nel 1571, sostenendo egli italiano, veneziano e cattolico, intrepidamente fino all’ ultimo respiro, con costanza da martire la crudelissima carnificina. La di lui pelleempiu-ta di paglia e sospesa all’antenna d’una galeotta, a ferale spettacolo delle riviere della Cilicia e della Soria,dipoi fu trasportata in Venezia, e collocata prima nella chiesa di s. Gregorio, e poscia in questa, entro nobile vaso di scelto marino nel mezzo di decente mausoleo, eretto in luogo cospicuo, ivi espresso scolpito in mezzo busto con l’elogio di sua militare e cri-