nebre, o nella divozione de’templi. Per sopprimerlo, per distruggerlo, per estirparlo bisogna svellere la radice , bisogna impedirne il i.° germe, ed eccovi uno de’ benelicii maggiori de’nostri asili. Raccolta la povera gioventù in questi ritrovi di carità si abitua giornalmente al lavoro, e poco a poco ne conosce l’importanza e la necessità ... La carità veneziana colla istituzione de’nuovi asili prepara al commercio e all’industria braccia onorate e valenti”. In queste poche parole v’inne-slai alcun che dell’eruditissime 28 annotazioni, nell’ultima delle quali è rimarchevole quanto dicesi sull’origine degli asili infantili. Si dice che la 1 ,a mossa a raccogliere e istruire in Venezia i fanciulli del povero negli asili iufantili, ad imitazione della città di Cremona, dove l’ab. A porti fu il i.° a dischiuderli nel regno Lombardo-Veneto, derivò dal patrio interesse del nobile veneto conte cav. Venceslao Mnrtinengo in allora assessore municipale e poi deputato provinciale. Le di lui premure vennero secondate dalla cesarea regìa delegazione e dall’eccelso governo , dietro a che fu nominata una commissione per attuare anche in Venezia i suddetti istituti, e ne fece parte anche il lodato conte Martinengo. La commissione compilò il Regolamento per le scuole infantili di Carità in Venezia, pubblicato a’5 settembre i834 co’tipi dell’Andreola. Leggo nel Giornale di Rio-ma del 1853 a p. 146, in data di Venezia 1 o febbraio. Volge ormai il 16° anno, da che Venezia, modello di pietà e di beneficenza, tiene raccolti in 5 diversi locali un migliaio di bamboli, sui quali non può, e talvolta pur troppo non sa o non vuole la materna sollecitudine praticare i propri amorosi doveri, con grave danno della società, e con disdoro del nome veneziano. Sono questi gli asili infantili, che è a dire il supplemento materno, i quali prosperano mercè le spontanee largizioni di que’saggi, che veggono in essi la sociale rinnovazione. La lotteria del 1846 a fa- 385 vore di questi asili, nella quale i tanti e ricchi doni furono parlanti testimonianze dell’amore e della persuasione verso questi pii istituti, recò non lieve sussidio alle loro bisogne; e molti di essi, rimasti non graziati, voglionsi esitare a soccorso dell’anno con ente. Pertanto notificò la Commissione direttrice ed amministratrice degli Asili di carità per l'infanzia, e per essa il presidente conte Nicolò Priuli sul-lodato, previo il superiore permesso, che avrebbe tenuto nelle sale del casino A-pollineo un’asta per la vendita di essi doni, altri de’quali erano in argento, in porcellana,in dipinti, in cristalli, in ricami, in libri, in tessuti.«Buoni veneziani duemila braccia innocenti rivolte al cielo, e mille balbettanti lingue implorano per voi benedizioni, e per essi pane ”. — Come nel voi. LXIII, p. 6g, avvertii, che gli asili infantili non vanno confusi col santo istituto della Santa Infanzia pel battesimo e raccoglimento in asili de’bambini cinesi, de’ quali trattai a p. 125, e riparlai nel voi. LXXXI, p. 1 34, qui foaltrettanto. Imperocchèau-co in Venezia esiste la benefica istituzione. Trovo nello Stato personale, che appartiene alla cancelleria patriarcale il consiglio di direzione della Pia Società della Sagra Infanzia. Tal pia società fu costituita con patriarcale decreto di mg.r Mutti 20 dicembrei854, ed ha per ¡scopo di salvare, mediante le limosine e le preghiere degli associati (che sono specialmente bambini e giovanetti), la vita temporale ed eterna di milioni di bambini nelle vastissime regioni della Cina e de’ vicini regni. Si costituisce il consiglio di direzione del presidente generale, del tesoriere generale, di 6 consiglieri metà ecclesiastici e metà nobili laici, del segretario, del vice-segretario, dell’assistente. 1 parrochi in ogni parrocchia sono i naturali promotori dell’opera, e di concerto con essi iu ogni parrocchia il consiglio stabilisce un tesoriere parrocchiale, possìbilmente ecclesiastico, il quale rac-