cero procuratore Pietro a proteggerlo impetrarne la pontificia autorizzazione, come fece. Fiorenza però nella sua u-rniltà, fece comparire Teodosia Scripia-na, a domandare a Paolo HI, secondo il concesso al defunto procuratore Trevisan, il poter dare ad un ordine religioso il convento e oratorio fabbricali sopra un fondo proprio, non che d’erigere una chiesa sotto l’invocazione degli Angeli e de’Santi,con campanile e ciiniterio.Tutto il Papa accordò nel i 535, e nel i 54o aggiunse la facoltà di fabbricare nell’ isola della Giudecca una casa solitaria con chiesa per religiosi eremiti. Quest’ ultime ridotte a compimento, con permesso del senato nell541 si consegnarono al lodalo fr. Bonaventura da Venezia, minore osservante ed eremita. Giunto in Venezia nell’ ¡stesso anno per le prediche quaresimali fr. Bernardino O-chino ministro generale del nascente ordine de’minori Cappucìni, fr. Bonaventura rimasto colpito dalla sua eloquenza, volle donare se e il suo convento al di lui ordine, e vi accolse i cappuccini. Ma essendosi nel i54^ reso l’Ochino empiamente apostata dell’ordine e della cattolica religione, fr. Bonaventura riassunse l’abito de’minori osservanti,e con eccessivo zelo castigando in tutti la colpa d’un solo, cacciò dal luogo gl'innocenti ed esemplarissimi cappuccini. Questi si ricovraroiio nella casa d’un divoto secolare, finché coll’aiuto de’fedeli, nel 1546 si fabbricarono un piccolo convento di tavole nella stessa isola della Giudecca, in un sito abbietto e chiamato Monte de’ Corni pel riferito aln.3ydel§XVUI.Intanto Teodosia creduta fondatrice di s. Maria degli Angeli, avea in piccola parte contribuito all’erezione della chiesa e convento; con permesso di Paolo III ne fabbricò altra col titolo di s. Onofrio e de’ ss. Eremiti e Anacoreti, con piccola casa per uso degli eremiti ; e poi anche una 3. coll’invocazione di s. Martino vescovo e di tulle le ss. Vergini ; i quali 3 luoghi nel 32 1 i547 rinunziò solennemente a favore della vei a fondatrice Fiorenza, tutto convalidando Paolo 111 pel nunzio di Venezia Giovanni della Casa, e poscia il senato domandò al generale degli osservanti ne’ luoghi della Giudecca che assegnasse compagni a fr. Bonaventura. Mentre si disponeva la nuova famiglia pel solitario fr. Bonaventura, i due contigui convento e monastero di s. Giacomo de’ servili e di s. Croce dell’ agosti-niane, riputando loro pregiudizievole tale religiosa famiglia, ne ottennero divieto dal senato, con ingiunzione a fr. Bonaventura d’abitarvi con due compagni, e dopo la sua mortesidoièsse'ro abbàttere quelle abitazioni. Allora fr. Bonaventura, rientrato in se stesso, conobbe nell’avvenuto 1111 castigo divino per l’indiscreto impeto col quale avea espulso i cappuccini innocenti.Pentitodunque dell’operato, volle restituir loro l’abilazioni; ma i cappuccini dubitando di sua incostanza le ricusarono, limitandosi ad assisterlo nel male che l’aflliggeva, morendo nelle loro mani. Temendo Fiorenza Trevisan che perciò venissero distrutte le piccole chiese e le anguste case da lei fabbricate con grave dispendio, eccitò i cappuccini a domandar al senato il luogo da cui erano stati ingiustamente allontanati, essendo troppo ristretto quello in cui vivevano e troppo esposto a’ venti; i quali nel 1 548 lo resero un mucchio di rovine, pendenti le loro istanze, onde di necessità si ritirarono ne’ romitaggi già a loro concessi da fr. Bonaventura. Questo e le virtuose qualità de’cappuccini giovarono aH’esaudimento, onde il senato glieli accordò in perpetuo. Ivi dimorando dierono saggio di zelo con prediche e pratiche religiose, onde la vecchia chiesa riuscendo incapace ad accogliere la frequenza del popolo, nel i5y6 pensarono d’ampliarla, ma furono distratti dalla sopravvenuta orribil peste che desolò la città. Vedendo il senato in pochi giorni periti migliaia di cittadini, mietu-