(ore. Dotto e pio, non poteva dal suo candido animo derivare che puri insegnamenti per fecondar le menti degli affidatigli giovanetli, circondandosid’un'eletta di valorosi e scientifici cooperatori. Laonde in breve il liceo convitto di Venezia divenne fiorente, celebrato Ponoredei regno Italico e modello d’ ogni altro; e da tutta Italia traevano i giovani delle più cospicue famiglie. Con nobile dono, pose a pubblico beneficio il suo gabinetto di macchine e cl’¡strumenti fisico-matematici, le macchinette astronomiche del celebre ab. Miotti, e da lui abilmente restaurate, la collezione sua di mineralogia e d’altri oggetti naturali. Vi formò poscia un erbario , una scelta collezione di zoologia dell’Adriatico, altra d’ornito-logia; ed il conte Girolamo Ascanio Molin lasciò crede il convitto della sua preziosa collezione mineralogica. lnoltreilTraver-si si adoperò perchè l’ab. Stefano Chie-reghini di Cbioggia donasse al liceo la sua opera originale mss., in i 2 grossi volumi, 3 di testo e 9 di figure, prezioso lavoro di 4o anni, con disegni edescrizione dii 772 pesci tra crostacei e testacei, lodata a cie- lo da’più dotti naturalisti d’Europa, perciò rimunerato dal magnanimo Francesco I. Pel Traversi e a vantaggio dell’istruzione ebbe principio e fioritissimo crebbe l’orto botanico a s. Giobbe, di cui farò cenno nel n. 47 di questo §, mercè eziandio l’estese cognizioni del eh. Ruchinger, e la direzione zelante del prof. Zantedeschi, onde sali a rinomanza europea. Formò pure rog.r Traversi nel regio stabilimento la biblioteca, che gli antichi chiamavano medicina dell’anima, di circa i4,ooo volumi e senza dispendio dell’erario, e abbracciente i vari rami dell’umano sapere; indi la rese magnifica e splendida, nella città miracolosa di Venezia, per l’acquisto degli scaffali della libreria magnifica di s. Giorgio Maggiore, come dirò pure al § XVIII,ri. 1,travagliati con finissimo magistero in due piani, da tornita ringhiera divisi,e questa sorretta 227 da 56 colonne ioniche scanalale,sulle qua li altrettante minori di bizzarro lavoro si ergeano sostenenti un ricorrente cornicione venusto, e sopra d’ognuna mettevano finimento 56 statue d’illustri ne’vari rami della scienza , quasi indicatori delle materie de’libri negl’ interposti cancelli rinchiusi. Nel disporre e ordinare da per se i libri, mg.r Traversi ebbe a dotto aiuto l’antico e tenero amico, il p.d. Mauro Cappellari bellunese, già abbate della vicina isola di s. Michele di Murano, il cui monastero il Traversi per un tempo preservò per amore all’amico, come dirò nel § XVIli, n. 18, nel descriver- lo, riparlando di lui. Finalmente monsignor Traversi fu pure benemerentissimo della chiesa di s. Caterina, poiché fu sua cura peculiare che gli augusti misteri vi si celebrassero con gravità di liturgia,con magnificenza d’apparato,con ¡splendore d’addobbi, delle quali cose era a dovizia fornita; così accrescendo anche questo tempio la gloria, onde nell’esteriore culto religioso va rinomata Venezia. Alla sua ingegnosa premura debbesi se ¡1 gioiello della pittura e paradiso di bellezze, continuo oggetto di studi e ili copie, che adorna la chiesa, intendo dire il già celebrato quadro di Paolo, non fu tratto da mani rapaci a Parigi per fregiameli museo. Tanti meriti, l’essere stato candelabro di luce e guida agli alunni del liceo convitto, mosse la maestà di Francesco I a premiarlo solennemente colla grande medaglia del merito civile colla collana d’oro. L’onorando suo amico, il p. ab. Cappellari elevato al cardinalato, e nel 1831 al sommo pontificato col nome di Gregorio XVI, subito si degnò a mia grande confusione affidarmi nel suo augusto nome il delicato e onorevolissimo incarico della corrispondenza epistolare co’suoi nobili parenti e illustri amici, come notai a Segretario domestico, per esserlo stalo di fallo, di che feci pure parola altrove per la storia, ed ancora nel voi. LXIII, p. 18, coll’autorità deleardi-