65o cattedra di s. I'ietro al Cardinal Coppellali, che a’a febbraio 183 » prese il nome di Gregorio XVI. Scrisse l’unualisla contemporaneo e veneto Mulinelli. » A Venezia inlanto molli e molli di coloro die sputano farfalloni andavano pavoneggiandosi non solamente di conoscere di persona il nuovo Pontefice,ma di aver nvuto seco lui dimestichezza quasi da esserne affratellati; non molti però potea-no andar veramente gloriosi di lauto o-nore, die fuggite sempre da Cappellari insili le onorale adunanze, costa lite niente vissuto egli nella solitudine della sua isola e nella solitudine fatta maggiore la ritiratezza da non uscir presso che mai delle stanze, affinchè meno non venisse l’ussidnità agli studi e alla preghiera (altrettale contegno tenne iu Roma anche nel cardinalato: il suo appartamento era clausura, non vi potevano entrar donne di qualunque condizione. Scrivo in Roma e nel secolo XIX1 Ma non è questo il campo in cui dovrò assai a lungo, per coscienza, anche sul letto di morte, esaltare le rare virtù e la santissima vita del secolare, del monaco, dell'abbate, del cardinale, del Pontefice Cartellari'. )t era sialo uolo e famigliare soltanto a coloro i quali convivevano sotto il medesimo letto, meglio noto a que’pochi co’quali, per effetto deU’aniiiiaotramento (egregiamente e veracemente allude agli avventurosi discepoli del collegio di cui fu egli uno,anzi uno di quelli solleciti e divoti che gli serviva nelle prime ore mattutine l'esemplarissima, l'edificantissima, la commoventissima s. Me*sa; uffizio ch’ebbi la sorte, lo dico qui ancora, di aver esercitato anch'io solo e costante-mente, ne’ai anni del cardinalato e del pontificalo, sempre nelle stesse ore. Il Papa, diversi di si degni discepoli, benché tuli’ altro che prodigo di decorazioni cavalleresche, volle onorare del cavalierato deli' ordine da lui istituito di s. Gregorio I Magno; cioè e per quanto lui ricordi, noiuiueiò a cagione d'o- nore, il conte Veitceslao Martiuengo, lo stesso Fabio Mutiuelli, Francesco Concini di Coueglìano, il diplomatico Giovanni Allegri), quotidianamente e per più ore doveva conversare dalla cattedra, alla mensa e nell'onesto sollazzo. Or di que’pochi alcuni, i quali allora vedevano nel successor di s. Pietro l’antico Maestro, intesero celebrare nell'isola di s. Michele di Murano, giusti')mente per essere stato prediletto nido di Cappellari, più di qualsivoglia altro luogo all'oggetto convenientissimo, il fausto avvenimento con un’ecclesiastica festa, alla quale intervenivano il patriarca e il municipio di Venezia a’17 aprile. Sulla porta della chiesa leggevasi, impressa con eleganti caratteri, l’iscrizione seguente dettata dai patriarca di Venezia Jacopo Monico. D. O. M. - Quod - Gregorius XI'I P. M. - Heic Cainobiiicam Filarli A gens -Ad Tantam Dignitatem - Se Omni Virtù tuni G enere Comparaveril- G ra les Per-solutae-xrt Kal.Mai An.HDCecxxxt". Rilevai già ripetutamente, che Gregorio XVI leuneVenezia per seconda amala patria, il che dichiarò in più brevi apostolici, e con occhio di predilezione distinse Venezia, e cou propensione d’ affetto i veneziani, con imperituri modi che registrò la storia. Col breve apostolico Drcel Jiomanos Ponlijices, de’ 13 luglio183a, Bull. Boni. coni. t. 19, p. uà: Conces-sio Indulgenti,ir uni assequendarum ab iis, qui visitaverinl Ecclesiam s. Mi-chaelis Archangeh insiline Mariani prò• pe f enetiarum Urbein ... tum ob insi-gaia, quibus orna tur monumenta sacro• rum, tum ob iiienioriam Pontificatili hu-militali Nostrae delati, qui in Udissi-mani Romualdipatris familiam coopta- li , latti ibidem reddidimus Altissimo vola Nostra , suavesque recordationet habemus annorum , quos in continenti coenobio , cui deinceps abbattali gradii praefuitnus velati in virtù tum paeis, disciplinae , studiorunique. optiinoruiii domicilio gratulamur a Ifobis exactos.