la ss. Annunziata, alla quale costruirono propinqua chiesetta. Elessero quindi una superiora, e dal monastero fiorente di s. Daniele vi passò per abbadessa Orsa,nel-le cui mani fecero i voli religiosi. Dipoi Sisto IV concesse loro la chiesa di s. Lucia e la casa parrocchiale, colla condizione di pagare alle domenicane suddette annui 5o ducali d’oro, in compenso del tolto; tralasciando di riferire i litigii tra due monasteri, e il temporaneo rapimento del corpo di s. Lucia fatto dulie domenicane. Le agostiniane di s. Lucia prosperarono,sotto il governo dell’ab-badesse perpertue, che Gregorio XIII ridusse triennali, sotto la i.a delle quali il fiorentino Donato Baglioni, padre d'u-na monaco,ridusse sontuosamente la cappella e il sepolcro di s. Lucia. Avendo già Bernardo Mocenigo eretta la cappella maggiore, la sua nobiltà e quella della santa non accordandosi colla vecchia chiesa, si rinnovò questa da' fondamenti con mirabile disegno di Palladio (mirabile altresì per le angustie dello spazio ed altre circostanze di sito), ed è l’ultima sua opera, onde fu condotta dopo la sua morte nel 1609. Compita del tutto, a’2 i novembre o 1 3 dicembre 1617 la consagrò il patriarca Cardinal Vendramiuo. Dipoi Giorgio Polacco confessore per 36 anni del monastero, edificò accanto la sagrestia la divota cappella in onore della nascita di Gesù e del dottore s. Girolamo, e l'arricchì di copiose ss. Reliquie; il patriarca Tiepolo ne consagrò l’altare a’24 novembre 1629; ed egli pure quivi eresse la cappella e magnifico altare in onore dell’Aspettazione del parto della Vergine. Ultima di tutte ad esser compita, fu la cappella a destra del maggior altare de’ss.Gioacchino e Anna neli628, e n’ebbe merito Nicola PeetreJ nobile d’Anversa ivi sepolto. Avendo le a-gosliniane contiguo il monastero alla chiesa, facevano esercitare la cura dell’a-nime a un cappellano da loro eletto. Colpite nel 1810 dalgeucrale decreto di 153 soppressione, il loro chiostro demolito in parte, oggidì serve ad uffizi di dogana per le merci della ferrovia. E la chiesa divenne oratorio sagramentale dipendente dalla parrocchia di s. Geremia ; sempre però essendo insigne santuario perla divozione di tutta la città, per contenere il corpo intatto della gloriosa s. Lucia. In questo bellissimo e leggiadro edifizio, se l’occhio non trova la felicità delle proporzioni sì propria al gran Palladio, vi riscontra però una certa piacevole novità e un non so quale gusto greco, degno degli aurei tempi di Roma; in altissima considerazione è tutto l’interno agl’ intelligenti dell’arte. Il prospetto è d’imperito artefice. Il l’alma giovine può dirsi il pittore di questa chiesa ; eh’ egli fece tutte l’opere della cappella della Santa, i portelli dell’organo eie tavole degli altari, con leSpousalizie de’ge-nitori della Madonna, col Presepio e s. Tommaso d’Aquino. La tavola di s. Agostino in gloria e Santi al piano, è di L. Rassano. Nella maggior cappella il busto del Mocenigo è del Vittoria. La cappella che segue a destra ha sculture del Campagna. Moriaiter lavorò la statuetta di s. Antonio da Padova e il bassorilievo della mula adorante (’Eucaristia. Vi dipinsero ancora Maffeo Verona, Ingoli e Piloni. Illustrarono l'edilizio, il Teinan-za, e Diedo e Zanolto, Le Fabbriche eli Venezia. Sestiere di Santa Croce. 42. S. Croce, appartenne al contiguo monastero di francescane, le quali eleggevano il pievano ad amministrar la cura dell’anime. La parrocchia fu soppressa, nel 181 o per la 2.'1 diminuzione delle parrocchie e delle chiese, la chiesa di s. Croce venne chiusa e ridotta a magazzino privato. Fu poi demolita, e sul luogo occupalo da essa e dal monastero fu piantalo un ampio orto e giardino. Questo posto sul Canal grande a sinistra, presso il ponte della Croce, appartiene al conle Spiridioue Papadopoli. E' delizio-