222 All’ abbadessa Elisabetta Flabanico del 1287 si deve ascrivere la rifabbrica e perfezione del duplice monastero, delle chiese e degli stabili, il che affermasi dal cav. Cicogna. Alle grazie della s. Sede, si unì il rispetto sommo de’veneti per l’e-semplari religiose. Ma ne’ principi! del secolo XIV insorsero gravissime dissensioni tra il monastero ed i vescovi Quiri-ni e Albertini per volerlo obbligare a gravi contribuzioni, però lo protesse Bonifacio Vili.Essendo legato in Venezia Scardinai Migliorati, poi neli4o4 Innocenzo VII, partirono i monaci dall’assegnate a-bitazioni; e l’abbadessa nel 1429 ebbe facoltà d’eleggere alquanti sacerdoti regolari 0 secolari, per l’uffiziatura della chiesa e l’amministrazione de’sagramenti. Intiepidito intanto il fervore delle religiose, decaddero dalla pubblica estimazione: tuttavia l’abbadessa Molin delego potè ridurre il monastero all’ odierna forma, e cominciare a risarcire la chiesa bisognosa per la vecchiezza; e ne’lavori della cappella maggiore si trovò nascosto il corpo di s. Paolo martire patriarca di Costantinopoli; il Corner riferendo la storia dell’invenzione. Allora la chiesa era assai frequentata per l’indulgenze concesse da Bonifacio Vili, Eugenio IV, Pio li e Paolo II; e non essendo sufficienti i cappellani alla celebrazione delle messe, massime ne’mercoledì, Alessandro VI nel 1499 permise alle monache , che con un solo solenne sagrifìzio soddisfacessero a lutti gli obblighi per elemosine ricevute. Confermarono poi P indulgenze e prerogative del monastero Leone X, Paolo III e Giulio III. Progredendo lentamente i ristami della chiesa, Pedifìzio minacciò imminente rovina, di che commossa l’ab-badessa Diedo, ordinò nel i58o la rinnovazione da’fondamenti (insiemeal contiguo monastero dice lo Stalo personale) in luogo più loutano dal Canale; ma colta dalla morie, ne effettuò il pensiero la successola Paola Priuli , sorella del patriarca Lorenzo, la quale nell592 fecela edificare nella magnifica quadrilatera forma, in cui oggi si vede, in due parli divisa, l’una esteriore pel popolo, l’altra interiore per le monache. Corner descrive l’antica a 3 navi, con belle colonne di marmo, e con ornata sotto-confessione, e nel suo sottoportico eravi sepolto il celebre Marco Polo. Nel disfarsi, per miracolo nulla si fecero 4 muratori nel cader la volta della cappella di s. Candida romana, vergine e martire, il cui coi po proveniente da Bolsena, era nascosto dentro un pilastro, secondo l’uso di que’tem-pi, acciò non si rapisse; fu poi trovato con prodigio, e nel 1629 trasferito nella chiesa di s. Sebastiano e collocato nell’altare di s. Lorenzo. Più si trovarono due za re o vasi pieni di monete moresched’o- 10 con caratteri arabi, e due ne pubblicò Corner, colle iscrizioni tradotte in onore di Dio e di Maometto. Si crederono ricchezze acquistate da Domenico Michiel nell’espugnazione di Tiro,e date dal figlio Vitale II alla sorella Angela per a-scondersi mentre il popolo tumultuava e poi l’uccise nel 11 72. La Priuli compito 11 magnifico tempio, morì nel 1602 e fu l’ultima badessa perpetua; P eletta Cornalo fu lai.'1 delle triennali , alla quale si deve il maestoso altare di s. Barbara martire. La Soranzo che le successe, di contro edificò, simile al suddetto, quello s. Paolo. Fece assai di più la 3.a badessa triennale Contarmi, poiché fabbricò il superstite maggior altare (dico superstite, perchè m’istruisce il cav.Cicogna, che gli altri 6 nelle tante volte lagrimate vicende furono venduti e altrove collocali, questo restandovi per l’immensa sua mole e pel valore, che non trovò facili compratori e luogo adatto da collocarsi), così magnifico e dovizioso di scelti marmi, che a niun altro nella città è inferiore di merito, e nel suo mezzo pose il tabernacolo pel ss. Sagramento coperto di marmi orientali; compì pure nobilmente il soffitto, e lastricò di marmi il pavimento, il patriarca Cardinal Veudramiuo nel 1617