5g° se collocata nella chiesa dell'isola dedicala alla Madre di Dio. Erano la maggior parte della gente imbarcata sopra la nave, miserabili schiavi fuggiti per divina misericordia dalle mani de’ turchi , per cuidomandaronoa'religiosi di poter fabbricare nella loro chiesa una cappella a onore di Maria Vergine, perchè con decoro ivi si venerasse la ss. Immagine. Ottenuto il permesso e disposta la cappella, a’i5 agosto vi fu collocata, e subito cominciò a rendersi benefica a’suoi divoti con una prodigiosa quantità di miracoli. In tale occasione si vuole da alcuni mutato l’antico nome di s. Maria della Cavana in quello di s. Maria delle Grazie, e dato alla chiesa e all’isola. Ma risulta da documenti che tale titolo già da molli anni lo portavano, quasi presagio dell’avvenuto dopo. I girolamini eremiti restarono nell’isola per circa 128 anni, finché Clemente IX, per essersi la congregazione diminuita e introdotti in essa vari abusi, la soppresse a’6 dicembre 1668, assegnando i suoi beni alla repubblica veneta in sussidio e sostenimento del regno di Candía assalilo da’turchi. In questo tempo viveva tra le cappuccine di s. Maria Madre del Redentore elettedi s. Girolamo,di cui ragionai nel n. 66 del § X, una virtuosa e privilegiata da Dio con abbondanza di graziala badessa suor Maria Felice Spinelli veneziana, che, come il Corner racconta in modo edificante, eccitata da Dio all’erezione d’un nuovo monastero in cui la regola francescana si osservasse con tutto il rigore, aprì il suo cuore al patriarca Morosini, ed a diversi nobili divoti del suo chiostro. A questi essendo noia la sua eminente santità, posero ogni studio per consolarla , onde raccoltecopioselimosine, acquistarono in nome delle cappuccine di s. Riaria Madre del Redentore a’6 febbraio 1669, pel prezzo d’i 1,000 scudi, il vacuo luogo di s. Maria delle Grazie. Ridotto il convento de’girolamini a monastero di cappuccine, nel marzo 1671 vi furono introdot- te 10 vergini, con facoltà del nunzio di Venezia Trotti, in conseguenza del pontificio decreto di Clemente X. Nella festa di s. Giuseppe con solenne processione vi si recò per badessa suor M.a Felice e per vicaria suor M.a Orsola, portando inalberato il Crocefisso. Visitata prima la chiesa di s. Maria delle Grazie, passarono poi nell’angusta chiesa eretta allora secondo la serafica povertà, ov’erano attese dalle suddette religiose vestite di ruvide lane e cinte di fune , ed ivi dal nunzio apostolico riceverono tutte la ss. Eucaristia, con sembianze angeliche. Il prelato consegnò loro il monastero e stabilì la clausura. Fatta in appresso la professione religiosa e compilale austere costituzioni, le approvò il patriarcaSagre-do e il successore Badoaro. Ben presto vi fiorì un singolare fervore di spirito e la più mirabile osservanza, animata dall’esempio e dall’istruzione della veneranda fondatrice,la quale dopo 1 1 anni di lodatissimo governo, consumata dall’ austerità, inori santamente nel 1682. Nella soppressione del 18 ro quest’esemplari religiose doverono abbandonare il loro diletto clauslro , recaudo seco la prodigiosa immagine di Maria, e collocandola poi nella chiesa di s. Maria Madre del Redentore, ove tuttavia si venera. Il monastero e le chiese non più esistono. Quella maggiore conteneva memorie di molli uomini illustri, fra’ quali del Cardinal Luigi Pisani, d’ Anuibale da Capua legato apostolico, de’due cardinali Pietro e Agostino Valerio o Va-lier, co’loro busti scolpili in marmo dal cav. Bernino. Vi si vedevano anche eccellenti pitture del Palma e del Tinto-relto. Ora quest’ isola non è abitata che da poche persone, le quali attendono alla coltivazione deH’orlaglie a cui essa fu ridotta, dopoché nel 18 1 1 si demolirono i sagri edilìzi. Segue poco distante l’isola di : 4. S. Clemente, volgarmente di Rita, già de’ Canonici Regolari. Quest’isola è