3o4 ria della Visitazione e annesso convento, i domenicani dopo aver fabbricali gli altri due eclifizi descritti, continuarono a ritenere la chiesa e il convento della Visitazione per uso di propria comodità. Perderono eziandio l’uria e l’altro nella soppressione, restando la chiesa della Visitazione chiusa per molti anni, indi nel 1822 fu riaperta e data in uso all’oiTa-notrofìo maschile fondato nel convento, il quale venne affidato alla direzione de’ pp. somaschi con decreto luogotenenziale de’5 maggio 1851, i quali poi l’assunsero l’8 febbraio 1853, e lo rilevo dalla Civiltà Cattolica, serie 3.a, 1.1 o, p. 4^7, ove annunzia il libro intitolato: Delle lodi di s. Girolamo Emiliani, Discorso recitalo dal parroco Giuseppe Lazzari nel giorno 8 febbraio 1853, primo da che i RR. PP. della congregazione di Soma-sca riprendevano la direzione del pio istituto degli Orfani in Venezia ec., ivi nella tipografia di L. Gaspari 1858. Nello stessoluogo i somaschi, autorizzati dalla sovrana risoluzione de’ 20 settembre ■ 853, vi aprirono un noviziato loro. La casa de’ religiosi ha il proprio rettore , il vice-rettore, il ministro, i padri e altri, in tutto 21 individui. Sopra poi il maschile orfanotrofio leggo nt\\'Osservatore Romano deli852 a p. 4^3, in data di Venezia ?4 maggio.»L’orlanotrofio Gesuati, che già nell’agosto 1851 fu dalla saggia pietà del municipio veneziano affidato alle cure della congregazione So-masca, tiene ora in piena attività l’odici-ne di fabbro-ferraio, di rirnessaio, di calzolaio e di sorto a beneficio del pio istituto e degli orfani ricoverati. Che questi poveretti apprendessero davvero il mestiere, donde trarre di che vivere alla loro uscita dal pio istituto , e che insieme si provvedessero di una dote di denaro, loro assegnala dalla rendita de’lavori: ecco i due fini e i due benefizi a cui mira questo nuovo impianto dell’odicine, pienamente approvato dalle superiori tutorie autorità- Per corrispondervi già fu donata una somma per l'allestimento de’ ferri ed attrezzi occorrenti all’odìcine, già la rispettabile Bttuale piepositura fu autorizzata a prestare ogni appoggio possibile, e li sottoscritti hanno chiamato da Milano , o laici della propria congregazione, od operai industriosi, i quali dovessero per obbligo di contralto insegna re e dirigere i lavori degli orfani. Ora, a giovamento dell’ intrapresa pia opera, nient’ altro manca e nient’altro s’invoca, fuorché la pietà de’veneziani, non mai secondi ad altri popoli nel proteggere e favorire gli orfani, come fu veneziano il santo uomo, che primo istituì gli orfanotrofi in Venezia e gli affidò a’suoi Somaschi, s. Girolamo Emiliani (del quale uno de’più recenti che ne tesseva la vita con novità di documenti è il cav. Cicogna nel volume V delle Inscrizioni Veneziane, e meglio lo ripeterò nel §XVIf, n. i,nel riparlare con affetto e stima di questa tipografia Emiliana e de’suoi tipografi). Se Venezia continua la caritatevole opera, iniziata dal suo santo concittadino, gli orfani avranno per certo il lavoro, con cui formarsi lai.“ dote, ch’è I’ apprendimento del mestiere, e la 2.“, eli’ è il peculio assegnalo dalla rendita delle proprie fatiche”. Trovo nella Cronaca di Milano, au. 2.°, p. 42 1 , che in quell’orfanotrofio maschile essendo stato eretto un bel monumento marmoreo a s. Girolamo Emiliani, dal valente scultore Gio. Antonio Labus, questi ne’primi del i856 ne mandò il modello in gesso all’or-fanotrofio di cui parlo, siccome della patria dell’ illustre suo patrizio che fondò questi caritatevoli istituti. Sul merito del-1’ encomiata opera, colla descrizione del gruppo in gesso esprimente il Santo che accoglie e guida un derelitto orfanello, si riporta una lettera artistica del veneto esimio scultore Zandomeneghi,con eco di onore e di affetto all’ egregio confratello lombardo; giudicando opera degna d’es-ser collocata in quel medesimo istituto, che riconosce la sua fondazione dal he-