ricordati nel § XVIII, n. 2. In quest’isola dunque furono eretti la chiesa ed il monastero de’ ss. vescovi Biagio di Sebaste martire, e Cataldo di Taranto confessore, dalla sua unica fondatrice e madre la b. Giuliana, nata nel castello di s. Salvatore da Tolberlo conte di Collalto e di s. Salvatore, e da Giovanna de’ conti di s. Angelo nel 1186. Dando essa sino dall’infanzia non oscuri presagi di virtù e santità, di 10 anni entrò nel monastero delle benedettine del monte di Sala-rola presso 1’ illustre castello d’ Este, ed ivi ne professò l’istituto. Per le guerre nel 1222 la badessa b. Beatrice si ritirò in Gemola con 10 religiose, insieme a Giuliana, alla quale ivi apparse s. Biagio, che le prescrisse di recarsi a Venezia, e nell’estremo confine dell' isola di Spina Longa istituirvi un monastero sotto la sua invocazione, ponendole in dito un anello a contrassegno di sua futura dignità. Nel luogo indicalo dal santo erano già state, nella fine del secolo X dalle nobili famiglie Capovana, Pianiga e A-gnusdei, fabbricale col titolo di s. Biagio chiesa e casa o ospedale, per accogliervi i pellegrini diretti a Terra Santa. La chiesa fu consagrata nel 1 188-con indulgenze concesse da Marco Nicola vescovo di Castello, ad istanza di Filippo prete e di altri, che nell’ ospedale giorno e notte servivano al Signore. Altre indulgenze accordò il patriarca di Grado Giovanni Signolo, il quale ordinò che si ponesse marmorea memoria della seguita consagrazione ; e siccome nel Diarmo erano scolpite alcune colombe, ne derivò la popolare tradizione, che ivi anticamente abitassero i frati della Colombina. Giunta la b. Giuliana in Venezia, ottenne in dono dal senato il già abbandonalo ospizio per ridursi a monastero, per essere apparso s. Biagio anche ai procuratori di s. Marco, coni’è faina, onde avvisarli a contribuirvi. Divulgatasi per la città la prodigiosa fondazione, molle nobili vergini vollero vestir l’abito benedettino sollo sì santa badessa, la quale per condurle alla perfezione die’loro esempi delle più sublimi virtù, Dio operando miracoli a sua intercessione, finche volò al cielo nel 1262. 11 Corner colla descrizione della beata sua vita, offre la sua effigie sia vivente, che giacente morta nell’ urna deposta sopra il suo altare, venerata per beata ; il cui culto riconobbe e meglio stabilì Benedetto XIV. L’austera osservanza della regola di s. Benedetto così mirabilmente piantata, col decorrere de’secoli non poco si rilassò. Laonde il patriarca Contarini con autorità di Leone X, nel 1519 v’ introdusse la riforma dividendo le monache in osservanti e in conventuali, alle prime essendosi data la proprietà del monastero, e poi da Altobel- lo Averolo vescovo ili l’ola e nunzio apostolico in Venezia, nel 1 520 ammesse al godimento di tutte le prerogative ed e-senzioni del monastero d' Ognissanti, da dove erasi introdottala riformatrice Ci* priana Landò. Bovinando la chiesa, ne’ primi del secolo decorso fu rifabbricata da’ fondamenti in ornatissima maniera e con nobili altari di marmo, uno de’ (piali dedicato alla b. Giuliana col suo sagro Corpo (ora trasportalo nella suddetta chiesa di s. Eufemia) : negli altri furono disposte ss. Reliquie, fra le quali del s. Titolare e il corpo di s. Gerva-sio martire tratto da’cimiteri di Roma. Sino alla comune soppressione, o diluvio politico generale, come l’appellò il gran cardinale Consalvi, durò il monastero e la chiesa, il primo oggidì in gran parte diroccato e distrutto. 2 3. Francescane di s. Damiano in isola di s. Chiara. Quest’isola di s. Chiara, essendo congiunta alla città mediante un ponte di legno, qui ne parlo in vece del § XVUi dell’isole,soltanto in esso accennando nel n. 24. in questo numero ragio> narne. Nel 1236 Giovanni Badoaro insieme alle cugine Maria e Lavinia, nel se-stieredi s. Croce donarono un ampio spazio di terreno paludoso, per fondare un 28