Io Soavi, con illustrazioni del nobile Antonio Diedo segretario, e di Luigi Zan-domenegbi prof, di scultura nell’accade-mia delle belle arti, e incisi in rame da vari alunni di essa accademia. La quale opera non essendo allora giunta che alla pubblicazione di 5 fascicoli, ottenne poi nel 1837 il suo perfezionamento, per cura del prefato Diedo e dello Zanotto, e venne pubblicata in Milano pel Vella-dini. Adesso poi con nuove aggiunte si sta pubblicando in Torino, con illustrazioni dello stesso Francesco Zanotto, per cura di Luciano Basadonna. Termino col riportare un utile e veridico brano col quale il cav. Cicogna da par suo finisce la sua prefazione.» A molti inutili sembreranno molle delle mie illustrazioni, siccome cose notissime, e cose talora di lieve momento. Ma io qui chiederò al lettore, s’egli sia nel novero di que’ che san tutto, o di que’che san poco, o di que’ cbe san nulla. S’ egli è de’ primi, e’ si piacerà di osservare se io abbia sempre colto nel segno, ed emenderà ove errato avessi, ripetendo io a lui ciò che disse già Quinto Tullio Cicerone a Marco suo fratello nella petizione pel consolato : cioè, ch’io intrapresi quest’opera non ut ali-fluid novi adjicerem,sed ut ea c/uae in re dispersa atque infinita viderentur esse, ratione et distributione sub uno aspe-etti ponerentur. Se egli sa poco, legga ed apprenderà qualche cosa d’avvantaggio. Ma s’egli sa nulla, me ne dee render grazie, posciachè questo libro gli somministrerà molta materia ad imparare. In breve, ho compilata l’opera per tutti, e non solo per li viventi, ma altresì per li futuri, e quando pure inutili oggidì molte cose sembrassero, non saranno per l’avvenire. Imperciocché quanto piùda’tem-pi della veneziana repubblica ci dilungheremo, tanto più la memoria delle cose operate se ne infievolirà, e tanto più crescerà il desiderio di averne contezza, massime ne’forestieri e ne’giovani; e la prova in effetto ne veggiamo nella ricer- ca, che fassi tuttodì di curiosità venete, e di libri e di opuscoli a noi spettanti, e nelle opere, che escono alla luce in onor della patria nostra, e io fatto di storia, e di letteratura, e di belle arti, nelle quali opere di cose anche minute si fa quel conto e quel pregio, che ne’ tempi andati, essendo noi in ogni genere ricchissimi, fatto non si sarebbe”. Di tali sagge prevenzioni n’esistono evidentissime prove in questo mio articolo, in cui vado ricordando e mi giovo d’un bel numero delle molte opere e studi pairii e illustrativi, cbe pubblicaronsi dopo il 18a4-> e mentre scrivo diverse e pregiatissime sono in corso di stampa. Ricavo dalla Cronaca di Milano del 1857, disp. 17, che per offrire alla gioventù la lettura d’azioni virtuose con cui alcuni veneziani ne’tempi passati si segnalarono, fu pubblicato: Specchio di veneta pietà in XV in racconti storici ec., Padova 1857. Nella disp. 31 vi sono ricordate le Menzioni onorifiche de’ defunti, ossia raccolta, di lapidi, necrologie, poesie, annunzi cl’alcuni defunti di Venezia nell’anno 18 57, per cura di Contarini, Venezia 1857 tipografia Perini. Altre notizie biografiche di veneti artisti vado a riferirle nel seguente numero, che si rannoda e compenetra con questo, insieme ad alcune nozioni sulle principali arti belle che fe cero e tuttora rendono splendida Venezia, ed ovunque celebrata. g. Dell'architettura, della pittura e di altre arti di Venezia, e de’ loro illustri cultori. Quanto agli illustri architetti e pittori che in grandissimo numero fiorirono in Venezia, massime i secondi, oltre gli scultori ed altri artisti, però dovendo indispensabilmente ripetere diversi nominati, dirò alcune particolari parole, poiché in diversi de’precedenti §§ ne descrissi colle principali loro opere, il valore e la perizia, e mi lusingo con precisione per averlo desunto da eccellenti patrii scrittori, che doverosamente citai secondo mio costume , mentre a quelli 58