118 e quando già esisteva la chiesa di s. Jacopo nell’isola di Rialto (la quale sebbene oratorio sagramentale, si ritiene comunemente che sia stata la prima chiesa parrocchiale innalzata in questa città; nondimeno e come dirò nel § XIX, n. 2, qualcuno pretende, che prima ancora della chiesa di s. Jacopo di Rialto altre ne sieno esistite sulle primitive maremme venete), o contemporaneamente o di poco assai posteriore, alcuni nobili tribuni, allora Simachali, poscia Cavotorta chiamati, nell’estremità dell’isola d’Olivolo vi eressero una chiesa sotto il titolo de’ ss. Sergio e Bacco martiri, la quale divenuta la i.a cattedrale fu posta sotto l’immediata giurisdizione de’ patriarchi di Grado, insieme con tutte le altre chiese della Venezia marittima , finché altra incursione de’ barbari die’ occasione al vescovato d’Olivolo, che nel principio del secolo XII prese il nome diCiZsfc//0,daquello ricordato e quindi dato a quel sestiere. Noterò che nella chiesa de’ ss. Sergio e Bacco, il vescovo d’Oderzo, l’altinate s. Magno, da Eraclea vi portò le spoglie di que’ss. Martiri. La detta nuova incursione avvenne allorché Rotal i re de’longobardi dal 636 al 652,quale eretico ariano e giurato nemico non meno del nome romano, che della religione cattolica, scorrendo furioso per tutto il tratto della Venezia terrestre, colmò di stragi e rovine le città, e piantòin esse'vescovati a riani, dopo averne fugati i legittimi pastori. Prevenendo però molti di questi ultimi le furie del barbaro re, ricovraronsi nelle lagune Adriatiche, rifugio sperimentato sicuro in simili incontri, e quivi trasportando colla miglior parte del loro gregge anche le sedi vescovili, vi stabilirono i vescovati della Venezia marittima soggetti al patriarcato Gradense. Fra questi s. Magno circa il 64o, vescovo dell’antico Opiter-gio,ora Oderzo, sapendo venir minaccioso alla sovversione di quella città l’adirato Rotali, prevenne il di lui furore, e con gran porzione del suo popolo costruì o come pare più certo ristaurò sui lidi dell’Adriatico la città à’Eraclea, e con Pautori -tà apostolica vi piantò la sede vescovile. Fondata tradizione e comunemente ricevuta, però c’istruisce, che prima di passare alla fondazione o riedificazione d’E-raclea si fermasse egli per non breve tempo nell’isola di Rialto, dove a spiritual conforto e assistenza religiosa de’po-poli ivi concorsi, fondasse per divina rivelazione 8 chiese, la i." delle quali dedicata a Dio sotto l’invocazione di s. Pietro principe degli Apostoli, il quale apparso al s. Vescovo, mentre era rapito in ispirilo, gl’ingiunse di fabbricare a di lui onore una chiesa in quell’angolo della città nascente, ove avesse veduta una mandra di bovi e di pecore pascolare insieme. Questa fu, secondo il Corner, la prodigiosa origine della chiesa di s. Pietro,che poscia o rinnovata o restaurata, o meglio propriamente fondata, come altri vogliono ed a suo luogo dirò, da Orso Partecipazio vescovo Olivolense 4-°i divenne la cattedrale della nuova città di Venezia, e sede de’vescovi Olivolensi, poi detti di Castello, e in fine de’patriarchi di Venezia. Qui però non devo tacere quanto leggesi nella Stato personale. >i Questa chiesa vuoisi prima edificata nel V secolo o nel VII. Divenuta nel 7^5 cattedrale, fu più volte incendiata e restaurata,e finalmente ridotta all’attuale forma nel 1624”. Delle 8 chiese dell’ isole Reaitine, di cui s. Magno promosse l’erezione, secondo la tradizione, tranne quella di s. Giustina che non più esiste, come dirò nel n. io di questo §, l’altre sussistono e sono: s. Pietro in O-livolo o Castello, s. Raffaele Arcangelo, s. Salvatore , s. Maria Formosa , s. Gio. Battista in Bragora, s. Zaccaria , e ss. A-postoli. Tutte furono edificate con debole costruzione, per cui ciascuna nel IX secolo ebbe bisogno d’ essere rifabbricata, come dirò nel descriverle. Il vescovo Orso nell’841,dalla chiesa de’ss. Sergio e