i Monti di pietà (F.), uè pubblici banchi, i quali dessero denaro a prestilo, nè usurai trovandosi comunemente tra’suoi cittadini, deliberò e per sovvenire i poveri ne’loro bisogni, e ove fosse stalo uopo anche l’erario, e per animare il giro tanto del piccolo quantodel grandecommer-cio,di richiamare dall’esilio l’ebraica gen-le: ma perchè dovesse rimanere sempre incerta di sua ventura, e in questa guisa non potesse ingrandirsi nè commettere barocchi,stabilì di condurla inVenezia per un determinato tempo chiamato condotta; avveduta misura che doveva ridondare a grandissimo giovamento della repubblica. Affinchè poi gli ebrei fossero di stinti da’cristiani, venne ordinato che dovessero portare nel mezzo del petto un segno giallo, mutato poi ora in una berretta gialla, ora in un cappello coperto di rosso, e finalmente in un altro di tela cerata (dunque non furono i soli Papi ad e-sigere tale segno : anzi si legge nel No-vaes, Storia di Paolo IF : » In Roma separò gli ebrei da’cristiani, costringendoli ad abitare rinchiusi in una strada contigua, ma divisa dalla città, e si chiama il Ghetto, come aveva fatto nella sua capitale la repubblica di Venezia’’. Si può vedere pel resto la biografia di quel venerando Sommo Pontefice, massime nel fine).Non potessero, in riverenza d’iddio e per l’interesse della città, acquistar nè case nè altri possessi; non potessero esercitar nessuna arte nobile, fuorché la medicina, nessuna manuale. Sorpreso un ebreo a giacere con donna cristiana , se quella fosse stata meretrice di Piialto , dovesse pagar 5oo lire e rimaner prigione per 6 mesi; se non fosse stata donna di partito, dovesse stare in carcere per un anno e pagare parimenti lire 5oo. Per dimora degli Ebrei (F.) si assegnò loro uno de’più pantanosi luoghi della città, cioè certa Corte delle Ctf//isituata fra le contrade di s. Girolamo e di s. Geremia,nel sestiere di Cannaregio , avvertendo che il nome di Ghetto dato a quel sito, non 443 venne già, come taluni pensano, dal getto che ivi facevasi di mortai e di cannoni, ma forse o da gheth, che presso ¡caldei e i rabbini suona gregge, o da righe-dall in ebraico, e in siriaco aghetto, che vale Sinagoga o Congregazione (F.). Questo riflesso,ch’è dell’erudilissimoGal-licciolli, pure celebrato orientalista, soggiunge il Mulinelli, viene maggiormente confermato nel vedere, che per l’Italia tutta si chiamò sempre il recinto assegnato agli ebrei col nome di ghetto; dalla qual voce dinotante il giudaico domicilio, sempre sozzo, sempre povero iti apparenza e sempre putente di tanfo,esser deve certamente venuta l’italiana guitto, che equivale appunto a sucido, a sciatto e a sciamannato. Sul vocabolo Ghetto,veànloo claustroisraelitico,si può vedere il voi. XXI, p. 33 : certamente ne riparlai anche in altri luoghi. Passati a-dunque gli ebrei ad alloggiare nella Cor-tede’Calli, s’impose loro di pagare a’pro-prietari di quelle case un 3.° di più della solita pigione; rimetteva«') all’opposto a’ padroni delle case stesse il pagamento della decima sopra quel 3.° (nel citato articolo Ebrei, dissi del jus gazagà nelle case che godono gl’israeliti di Roma, il quale importa non solo un diritto d’inquilinato ereditario, ma ancora la pensione regolata che non può accrescersi a capriccio. Questo lo notai pure nel voi. L, p. 2q3. Ivi e nel voi. LXXXIV, p. 67 lamentai I’ eccesso dell’ odierne pigioni senza limite, con cui sono gravati i cristiani ; perciò in questo inferiori agli e-brei, a’quali i Papi concessero e sostengono il jus gazagà, e non pertanto sono malmenati ingiustamente e con a-perta ingratitudine da qualche scrittore). Quindi si edificò un alto muro di cinta, che li separasse affatto dal consorzio degli altri cittadini; ivi chiudevan-si dal tramonto al levar del sole, affidandosi la custodia delle due porle a guardie cristiane da pagarsi dagli ebrei; era interdetto che uscissero ne’ nostri giorni