C’J a re di pennello c scarpello della patria «cuoia, l’architettura essendo di Pietro Lombardo lodata dal Temanza. Si con-vet tì l'area in cimiterio comunale, ma non potè bastar neanche a’ bisogni della città; laonde convenne disporre a siimi uso la vicina isola di s. Michele di Murano. La chiesa nell812 eretta nell’isola dis. Cristoforo della Pace, e benedetta a’ 28 giugno 1813 du Stellino Donsignore vescovo di Faenza, non è che un piccolo o-rntorio surto sulle rovine della chiesa e convento degli agostiniani di Mont'Oi to-ne; ed è ufficiata da un'arciconfraternita, essendovi un cappellano minore riformato per le funzioni che si fanno nell’isola, ed imi cappellano secolare per quelle che si fanno in città nell’associazione e accompagnamento de’cada veri.Colpa peiòle vicende de'lempi, non solo non fu eseguito il disegno del Selva indicato dal Moschini nella Guida 1814-1 5, ma cinta l’isola di sau Cristoforo di semplici mure con una ihieselta, presenta un camposanto degno propriamente di un villaggio. Vi supplisce in parte il chiostro dell'isola di s. Michele, ma è assai poca cosa a’ bisogni e al decoro della città; oltre che il salmo deturpa i più bei monumenti die pur vi si sono eretti. Molli progetti vanitosi fu-cenilo, ma il municipio, d’altronde benemerito, è da troppe oltre spese aggravato, siccome vien detto da persone informate. Se ne vedrà nondimeno, nè forse remoto, una ricostruzione non discordante dalle grandezze di questa metropoli, al che sono intese le più solerti cure del nobile podestà cav. Alessandro Marcello, e già si stonuo formando i progetti. Ad essa è vicina la segueute isola. 18. S. Michele ili Murano. E una del-l'isolette circonvicine a Venezia, al nord di questa città, e di contro e pochissimo distante dalla grande isola di Murano culla della pittura veneta, restauratrice dell'ai le vetraria, e madre di lauti uomini illustri. Fra questa e Venezia spunta dall' ocquc la vaga isoletta di s. Mi- chele Arcangelo di Murano, a fare il più bello ornamento di questa non ultima porzione dell’Esluario. Narra il Corner, essere opinione molto ben fondala d’insigni scrittori Camaldolesi (F.), che il loro santo padre e fondatore Romualdo ravennate abbia per qualche tempo condotta vita eremitica in quest’ isola delle venete Lagune, e chiamasi di s. Michele Arcangelo dalla chiesa fabbricata circa il secolo X dalle famiglie Briosa e Brusio-lana. Narra pure Iu storia, che nelle vicinanze di Venezia viveva l’eremita Marino a menarvi santa ed esemplare vita, dal tpinle si portò s. Romualdodul monastero di Classe, ove avea assunto la cocolla monastica, per evitare lo sdegno d’ul» cimi clic andava esortando a rendersi più perfetti nel servire Dio, con licenza del proprio abbate ri tirandosene. Comunque sta e dell’asserta venuta di s. Romualdo,e dell’epoca in cui fu fondata la chiesa, certo è che nel tata i due vescovi Marco Nicola di Castello, e Buono Balbi di Torcetto con uniforme volontà e coll* assenso de’ loro capitoli concessero l’isola e la chiesa di s. Michele di Murano alla congregazione camaldolese dell’ ordine di s. Benedetto (scrisse di questa congregazione, ch’é lai.* e più antica di detto ordine , il p. Helyot nella bellissima Storia degli Ordini Monastici, t. 5, cap. ai, Dell'origine de' CamaLlotesi con la vita di s. Romualdo fondatore di quest'ordine; » Fra tutte le congregazioni che sono stale I’ornamento della vita monastica, e l'oggetto dell’ammirazione del mondo cattolico per l'austero, non meno che santo tenore di vita, di cui funno professione, quella de' CamaLlolesi vuoisi fra le prime annoverare, avvegnaché i religiosi che la compongono, ovendo unito quanto di più aspro e di austero ha iu se la vita cenobitica e solitaria, della sola petti -tenzu di questi suoi siati si sono fatti seguaci, separandoli da tutto ciò che il rigore dell'uno e l'altro mitigare soleva, seguendo l’esempio di s. Romualdo lo-