4oo de’più ricchi e grandiosi sagri monumenti che abbia l’Italia, dura tuttavia, e non pi ovo ia comune sorte delle religiose confraternite, ciò si deveall’intelligenteecol-to amore che avea delle cose delle belle arti il viceré principe Eugenio. Il prospetto, solido, semplice, ornato e ben disegnato, è opera dello Scarpagnino. L’interno fu cominciato dal Buono,proseguito da Sante e Giulio Lombardi, compito colla soprintendenza del Sansovino. ¡Nell’andito il Gonfalone in seta colla figura di s. Rocco fu disegnato da Lodovico Caiacci, ed eseguito dal Galanino. La sala inferiore è tutta coperta di pitture di J. Tintoretlo. Veramente pregevoli ne sono due: l’Annunziata e la Strage degl’innocenti. Nella i .n l’intelletto si appaga, che PAngelo entri a volo per una porta, e I’ occhio rimane volontieri ingannato da quella tanta scienza di prospettiva e di ombre. Nell’altra sono bene distribuiti i gruppi, ben concepiti e variati i casi, e benissimo rappresentati. Ascesa la 1.“ magnificentissima scala, il quadro colla Visita ad Elisiibetta è del medesimoTin-foretto; l’altro coll’Annunziata è di Tiziano; opera del suo tempo migliore, ove sparse ogni sua bellezza. I due grandi quadri della scala superiore si di pi userò da due Tenebrosi. Erane acconcio il soggetto della Peste dali63o, che toccò al Zanchi, non l’altro della fuga di quella, che fu datoal Negri. Però questi rivaleggiò coll’altro che ci diè la sua pi ti bell’ opera. Anche la sala superiore è tutta coperta d’opere di J. Tintoretto. Il Miracolo de’ pani e pesci, la Cena cogli Apostoli, la Risurrezione e la Nascita di N. S., fra gli altri delle pareti, mostrano la ricca e pronta fantasia del pittore. Questa vi si ammira eziandio nell’opere del soffitto, ad onta che visi ravvisino certe libertà , che vogliono essere perdonale all’arditezza del genio. Que’fatti della vita del Santo, in legno, s’intagliarono da Giovanni Marchiai i, e quegli altri Capricci intuì no alla sala, che fanno inarcare al volgo e boc- ca e ciglia, dal Pianta giovane. L’altare è bell’opera di Francesco di Bernardina, eretto nell 588; le statue laterali delCam-pagna, rappresentano i ss. Gio. Battista e Sebastiano, oltre due altre che chiudono la balaustra. La tavola dell’altare, pure del Tintoretto, olire il s. Titolare in gloria, e al basso persone inferme. Nell’opere della sala, detta I’ Albergo o ospizio, sulla cui porta esternamente nel 15y3 collocò il proprio ritratto, Tintoretto mise maggior studio: forse perché in uno spazio più ristretto l’occhio l’osserva più tranquillamente, e tutte riuscirono eccellenti. Il grande quadro della Crocefissione già è una dell’opere migliori e capolavoro in sì gran numero che ne fece : dove non desideri maggiore nè 1’ ingegno , nè il sapere. In argomento sì comune seppe avere sua novità: cosa che disse difficile lo stesso latinodittatore del codice del buon gusto.Fu con mirabile magistero intagliata da Agostino Cai acci. Lu figura del Salvatore innanziPilato a ragione viene chiamata sublime; I’ Ecce Homo è una meraviglia; e nella Salita al Calvario si loderà la novità del modo che i due ladroni vi seguono il Salvatore, colla croce legata sugli omeri. Nel soffitto la figura di s. Rocco è bella, vaga e ben intesa. Nella Cancelleria il s. Rocco è del Prete Genovese; il s. Pietro, in arazzo, è della scuor la romana; il Cristo paziente, della maniera tizianesca. Nell’ Aichivio piccolo è di Gio. Novelli l’antico musaico dell’Au-nunziata. La scuola deH'arciconfraternita di s. Rocco è un complesso di cose peregrine e preziose, piena d’inestimabili oggetti dell’arte veneziana, nèsi deve lasciare senza ricordo il baldacchino d’oro, opera tutta di soprarriccio,ossia lavoro sopra lavoro ne’drappi d’oro. Le Fabbriche di Venezia ci dierono 6 tavole della Confraternita di s. Rocco, illustrate dal Diedo anche con annotazioni, ed eziandio con aggiunta e annotazioni del Zanotto. Tanta è la diffusione, il sapere artistico, l’erudizione, il i.° nella parte architettonica e