poca di sua fondazione, osserva Corner, ci resta per circa 6 secoli ignoto ogni successo di questo luogo, la di cui più antica menzione si trova negli atti del sinodo diocesano convocato nel i3y4da Fi-lippoBalardo vescovo diTorcello,ne’qua-li si legge sottoscritto Giacomo Mazema-no prete, per nome del monastero di s. Caterina di Mazorbo. Il più antico documento poi, che si conservava nell’archivio delle inonuche,è un giuramento di fedeltà fatto nel i 3q8 dalla badessa di s. Caterina di Mazorbo al detto vescovo di Torceilo. Ma forse la chiesa preesisteva oli’ introduzione delle monache, perchè sulla porta e colla data del 1368, è un bassorilievo esprimente loSposalizio di s.Caterina col Signore. Ne’principii del secolo XV il monastero era ridotto in gravi strettezze, onde o sollevarne in qualche parte I’ angustie, Filippo L’aruta vescovo di Torceilo, nel 1432 gli unii beni del soppresso monastero di s. Nicolo della Cavana. Ei a già stato fondato questo monastero nel i 3o3 con approvazione di Francesco Dandolo vescovo di Torcello,in una ¡soletta non molto distante da Torceilo, perchè vi abitassero monache benedettine. Siccome povero, non potendone alimentar che 4i cosi a sussidio di loro indigenza nel i 3 i 4- con pietà religiosa assegnò il capitolo della mali ice di Murano una sua contigua palude, acciocché le fabbriche o erette oda erigersi in essa, tulle iti perpetuo fossero a favore del monastero di s. Nicolò. Non pertanto, essendo molto inferiore l’aiuto ol maggior bisogno delle religiose, andarono queste tanto diminuendosi, che nel i43o mancale tutte di vita, non vi restava speranza che vergine alcuna volesse abitar luogo sì povero, sì desolato e sì rovinoso. Avuto dunque il consenso de’suoi canonici, il vescovo Paruta a’ i5 luglio l432, con decreto, unì il monastero benedettino di s. Nicolò della Cavana, dichiarandolo soppresso, all'altio di s. Caterina di Mazorbo del medesimo isti- 689 tuto, sottoponendo i due luoghi e loro possessioni ad una sola badessa. Abbandonati quindi la chiesa e il chiostro di s. Nicolò, a poco a poco rovinarono, e l’isola omonima si ridusse all’antico suo stato di palude. Passati poi oltre 200 anni ottennero il deserto luogo di s. Nicolò della Cavana, nel 1648, due che si vantavano eremiti di s. Paolo 1 ."eremita; ma in poco tempo attediati dalla solitudine e dalla povertà, sene partirono; sotten-trai 0110 in loro vece, per concessione delle monache di s. Caterina, due veneziani seguaci dello stesso ordine de’ primi, e indi imitatori della loro instabilità. L’isola di Nicolo della Cavana fu detta pure Monte del Rosario, dalla chiesa che sotto tale invocazione si edificò, cioè in onore di s. Maria del Rosario, anch’essa poi distrutta. L’ avea edificata colle li- 111 osi 11 e de’fedeli, sulle rovine dell’antica, il pio veneziano Pietro Tabacco, con assenso delle monache,con alcune contigue e comode case, istituendovi una divota confraternita, che a tempo del Corner decentemente l’ufllziava,e 1111 sacerdote suffragava i confrati defunti con messa quotidiana.'L’ornando al vescovo Panila,non contento d’aver colla descritta unione dato qualche sollievo al monastero di s. Caterina, onde provvedevo di più copioso aiuto, nello stesso giorno gli congiunse, coll’assenso del capitolo Torcel-lauo, il monastero di s. Maria Maddalena della Gaiada, situato in una piccola isoletta di tal nome poco lungi da Tor-cello, il quale già abitato da’canonici regolari, era stato da essi per intollerabile povertà totalmente abbandonato. Nella chiesa di s. Caterina in due urne di marmo si collocarono i corpi de’ ss. Adriano e Mario martiri, trovali nelle catacombe di Roma ; venerandosi pure alcune reliquie de’ss. Innocenti. La chiesa fu restaurata in diversi tempi, e nel principio del secolo XVI fu innalzalo il campa? itile. Le benedettine vi restarono sino al 1810, in che furono soppresse, e poi