262 che segue cui umilino di s. Caterina, è componimento affastellato e confuso di Palma il giovine. Quella cassa di legno crede il popolo, che ahbia la testa del generai Carmagnola, ad onta che vi sia lo stemma de’Turriani. Parlando di quel sciagurato nel § XIX del doge 65.°, noterò che fu deposto in questo chiostro, e poi trasferito a Milano il suo corpo. Nella parete che forma la crocerà, vi é una tavola dipinta nel 1482 da B. Vivaiini, con Maria Vergine nel mezzo e 4 Santi a’iati. La grandiosa e ricca porta della sagrestia è formata dal monumento di Benedetto Pesaro. La statua del qual generale è di L. Bregno, e quella di Marte, di Baccio da Monte Lupo. Nella sagrestia la tavola deH'altare fatta da Gio.Bellino nel 1488 in 3comparti,con Maria Vergine, è una delle più insigni di quell’autore. Nel coro i 4 quadri laterali sono d’Andrea Vicentino; e la tavola dell’altare maggiore con Maria Vergine Assunta è bell’opera del ricordato Sa! viali, qui posta invece di quella sublime di Tiziano, la quale è all’accademia. L’originale celeberrimo quadro, esprimenle la Vergine Assunta alla presenza degli A postoli, corteggiata da numeroso corod’An-geli e ricevuta dall’Eterno Padre, ispirazione divina di Tiziano Vecellio (mi pregio possedere una magnifica copia iu minori dimensioni, della celebre Pascoli Angeli , eseguila secondo il suo metodo che dichiarai nel voi. LUI, p. 3o3 : col medesimo ed eseguiti dalla stessa valente pittrice, ho pure le stupende copie del s. Pietro Martire di Tiziano, e del Servo liberatoda’supplizi da s. Marco di J. Tiu-loretto). Dappoiché la figura della Deipara è riconosciuta la più dotta, la più celestiale, la più perfetta che possa aver mai prodotto l’antica e la moderna pittura: ascende al cielo da se, non è portata, coinè rilevai di sopra nel n. 1 1 descrivendo l’accademia ove s’ammira. Il quadro fu eseguito per questa chiesa e innalzato sul maggior altare nel i5i8. Molti anni corsero da che questa tavola meravigliosa era posta in obblio, mentre il poco lume che riceveva, e il fumo de’ cerei e quel dell’incenso, fin da principio l’aveano ottenebrata. Grazie al genio «lei Cicognara, auspice il governo, fu tolta dal luogo e riposta nell’ aula magna dell’i. r. accademia delle belle arti,ove rifulge fra gli altri copi d’opera della veneta scuola qual sole fra le stelle minori. E fu sorte quella d’esser caduta in tanta oscurità, poiché coll’altre produzioni dell’arti italiane avrebbe pur essa, quale al loro splendidissimo,seguito il carro della vittoria; e colla Trasfigurazione e colla Comunione di s. Girolamo, tratti da Roma, là nelle sale del Louvre avrebbe del pari di quelle insigni pitture,più eloquentemente che non sono le nostre parole, dice il eh. Za-notto, fatto rilucernei pregi. (Il eh. epian-to mio onorevole amicoche fu cominend. Filippo Agricola cattedratico dell’accademia di s. Luca, ispettore delle pitture pubbliche di Roma e della galleria Vaticana, e di rettore dello studio del musaico,quando gli fu allogato il gran quadro dell’ Assunzione pel magnifico e risorto Tempio, Vedi, di s. Paolo, si recò prima a studiare il capolavoro di Tiziano; ed il Cardinal Bernetti segretario di stato mi commise presentare a GregorioXVI il bozzetto per l’approvazione). A’fianchi dell’altare maggiore sono due cospicui mausolei. Il grandioso e copioso monumento del doge Fosca ri si travagliò da’ fratelli Antonio e Paolo Bregno. Lo stesso Antonio , certamente aiutato da altri scarpelli, condusse l’opposto deposito del doge Tron, che desta meraviglia per la sua magnificenza e ricchezza e per alcune parziali bellezze. Il coro che sta in mezzo a questo tempio, l’ingombra e toglie molto alla sua grandiosità. I lavori di tarsia e sculture iu legno, che lo decorano, si condussero nel 1468 da Marco di Giampietro di Vicenza. Oltreché sbalordiscono pel molto travaglio, hanno qualche figura di sì belle forme, la quale sembra vera-