546 lo fece risorgere ne’veneziani la speranza che l’antica dominatrice de’ mari ricon-seguir possa, se non tutta la primiera grandezza, almeno un posto onorato e distinto tra le piazze marittime d’Europa. Che questa speranza era fondata, ce lo dimostra la posizione di Venezia. Una posizione, geograficamente favorevole, e la calma d’un altivo commercio , e una piena libertà lo rafforza più che altra cosa qualunque. Non è possibile creare un commercio fiorente e durevole, ove la ua-tura lo ricusa, o guidarlo per canali, che debbono essere artificialmente scavati. Prima che si scoprisse il Capo di Buona Speranza e la via dell’lndie Orientali, il commercio di Venezia avea raggiunto l’apogeo della sua estensione; Venezia era allora lai.3 città commerciale d’Europa, uè già per la sùa possanza, per le sue flotte, eh’erano mezzi e non cause, ma per la sua posizione geografica, che le permetteva di ritirare le più preziose merci dell’Asia, e le offriva un vasto e sicuro mercato ne’paesi stendenlisi dielroaleì. Ella divideva allora la sua padronanza solamente co’geriovesi, perchè essi solo e-rano in grado di mettersi, e si mettevano con lei in concorrenza, appunto perchè Genova divideva con Venezia l’opportunità della posizione geografica. Con la scoperta del cammino, che gira il Capo di Buona Speranza, la grandezza di Venezia e il suo commercio mondiale cominciarono a declinare. Ne riparlai altrove, massime nel § XIX nel dogado y4-° >n cui avvenne la pregiudizievole scoperta. E pure Venezia era a quell’epoca in tutto fiore della sua forza, e avrebbe potuto sorgere in campo contro i suoi rivali ; ma le leggi della natura furono più forti di lei. Il commercio tra l’Asia e l’Europa prese perla più parte il nuovo cammino; l’antico, un dì sì frequentato, si fece a poco a poco deserto; e nuove cillà commerciali sorsero fiorenti lungo ili.0 La scena or cambia. Dopo 4oo anni, la via intorno al Capo di Buona Speranza comincia a diventare più silenziosa, e il commercio asiatico riprende a poco a poco l’antico cammino a traverso l’istmo di Suez (dirò io: è una gloria veneziana secolare, l’impresa che la repubblica voleva intraprendere a tutte sue spese, del taglio dell’istmo di Suez, ma non le fu concesso), il mare Medi-terraneo si ravviva , rifioriscono i porti delle sue coste, sorgono nuove piazze commerciali. Vi è tutto il fondamento a sperare, che se avrà elfetto il contrastato taglio dell’istmo di Suez,e alla fin fine lo avrà certamente, anzi ormai sembra definitivamente stabilito d'effettuarsi, Venezia riprenderà l’antica attività commerciale, con sicuro rianimamento della medesima. Nel ragionare dell’istmo di Suez, ne’voi. LXXX, p. 233 e seg., LXXXI, p. 43o e seg., LXXXIV, p. 22 e seg., LXXX VII, p. 1 88 e 192, non poco pallai della sorte che attende Venezia,anche per la memoria del d.r Girolamo Errerà pubblicata dalia Rivista^eneta.In tali luoghi dissi che ilLloyd Austriaco nel difendere la sicurezza dell’Adriatico, giacente in mezzo al Mediterraneo, e la fiorente navigazione austriaca,dichiarò il porto di Trieste il più frequentato da’ navigli d’ ogni nazione, ed occupare il 2 ° grado il porto di Venezia, al cui arredamento si cercò di riparare mediante grandiosi lavori; che se presenta varie difficoltà nell’ entrarvi, ha perfetta sicurezza di stazione. Che l’esperienza dimostrò, che se nel secolo XV si preferì l’interminabile via del Capo di Buona Speranza, alla molto più breve strada di terra, l’esperienza provò altresì essere quasi impossibile stabilire una linea regolare di bastimenti a vapore dal-1’ Europa a Calcutta. L’ Adriatico unisce l’Orienle a Trieste scalo della Germania, ed a Venezia scalo dell’Italia: questa comunicazione è la più sollecita tra il Levante e l’Europa centrale. Venezia e Trieste pel (aglio dell’ Istmo di Suez , pel grandioso canale che congiungerà il Mediterraneo al mar Rosso, giustamente si